Dopo la prima edizione della trasmissione di Capodanno “Golubój ogonjók” (“Lumicino azzurro”; “Fuocherello azzurro”) gli spettatori indignati inondarono gli studi televisivi sovietici di lettere di protesta: “Come si può bere e cantare una canzone allo stesso tempo? O non è la Urazbajeva che canta? E se è così, che razza di cantante è mai lei?!”. Ciò accadde perché la cantante sovietica Elmira Urazbajeva (1940-) stava cantando in diretta in playback.
Durante lo show, la Urazbajeva si avvicinò a uno dei tavoli, e un ospite le offrì un bicchiere di champagne, lei bevve, le andò di traverso, e iniziò a tossire, tutto questo mentre la canzone andava avanti come se nulla fosse. È così che i telespettatori della televisione sovietica scoprirono per la prima volta l’esistenza di quel trucco chiamato playback (in russo: “fonogramma”). Come ha ricordato il compositore Levon Oganezov (1940-), “l’incidente fu terribile”.
“Golubój ogonjók” è stato il primo talk show di intrattenimento in Urss, anche se all’inizio, in realtà si chiamava “Televizjónnoe Kafé”. Ospiti dello show erano artisti e persone comuni, che condividevano storie interessanti e conversavano. Nel primo periodo le riprese avvenivano in un vero caffè, poi la location venne ricostruita in studio.
Le prime puntate, nei primi anni Sessanta, andavano in onda in diretta ogni sabato sera, ma qualche anno dopo iniziarono a essere trasmesse, preregistrate, solo in occasione di Capodanno e della Giornata internazionale della donna (8 marzo).
Il nuovo nome “Goluboj Ogonjok” non apparve certo per caso: all’inizio degli anni Sessanta la Fabbrica di radiotecnica Aleksandrovskij iniziò a produrre televisori di nuova generazione “Rekord”. Erano ancora in bianco e nero, ma lo schermo aveva un bagliore azzurro, il che ispirò agli autori dello spettacolo il nuovo, singolare, nome.
Uno dei primi e più importanti ospiti di Ogonjok fu il primo uomo nello Spazio, il cosmonauta Jurij Gagarin. Negli archivi si è persino conservata una registrazione del suo brindisi di Capodanno. Inoltre fece altri brevi interventi e fu uno dei co-conduttori dell’edizione speciale del “Goluboj Ogonjok” dedicato alla Festa della donna.
L’edizione di Capodanno di “Goluboj Ogonjok” durava due ore e ci volevano diversi mesi per prepararla. Si iniziava ad agosto. Alla fine dell’estate, gli interpreti presentavano il loro repertorio, che veniva approvato dalla Redazione Principale dei programmi musicali, mentre le riprese del programma iniziavano a settembre. La redazione del programma veniva completata poche ore prima dell’inizio della sera del 31 dicembre in Estremo Oriente. Non era facile essere ammessi: ad esempio, c’era un concorso di satira: 20 persone facevano domanda per un solo posto nello spettacolo.
L’alcol nel programma era reale, agli ospiti veniva servito “Sovetskoe shampanskoe”, ha raccontato l’annunciatore Igor Kirillov (1932-) in un’intervista alla “Komsomolskaja Pravda”. Secondo lui, ci volevano diverse scatole del celebre spumante sovietico per le riprese dell’edizione di Capodanno.
“Non tutti gli artisti e i compositori sapevano quando fermarsi, quindi per quelli che amavano di più alzare il gomito venivano appositamente incollate etichette di spumante su delle bottiglie di sidro”, ha ricordato Kirillov.
Ma gli ospiti si portavano anche dell’alcol da casa e spesso bevevano segretamente del cognac prima delle riprese. Fin dagli anni Settanta, l’alcol cominciò a essere sostituito con limonata o acqua colorata, e frutta e dolci, prima reali, furono rimpiazzati da quelli di cartapesta.
Una delle esibizioni rimasta più indelebile nella memoria collettiva dell’intera storia del programma fu quella del cantante sovietico Iosif Kobzon (1937-2018), che cantò la canzone “Kuba – ljubov mojà” (“Cuba amore mio”) con una barba finta e un fucile mitragliatore in mano, impersonando Ernesto Che Guevara.
“Goluboj Ogonjok” ha reso poi popolare il tema del pattinaggio di figura, mostrando ogni tipo di prestazione sul ghiaccio. A volte gli artisti stessi si esibivano sui pattini, ad esempio l’attore e comico Arkadij Rajkin (1911-1987). In effetti, è stato il primo programma televisivo in Urss con celebrità danzanti sul ghiaccio.
Negli anni Ottanta con la Perestrojka e poi negli anni Novanta, dopo il crollo dell’Urss, “Goluboj Ogonjok” sparì dai teleschermi, per tornare solo alla fine del decennio, nel 1998. Nella trasmissione dell’era sovietica, gli artisti eseguivano solo canzoni in lingua russa, ma nella nuova versione interpretavano invece spesso canzoni in inglese, per esempio quelle del gruppo Abba o pezzi come “Sex Revolution”, un successo degli Army Of Lovers. Temi impensabili ai tempi del comunismo. Allo show poi non partecipavano più persone comuni, ma solo celebrità.
Diversi programmi di Capodanno dal format simile sono apparsi come funghi sulla moderna televisione russa: “Novogódnjaja noch na Pérvom” (ossia: “Notte di Capodanno sul Primo”); “Novogódnij paràd zvjózd” (ossia “Parata di stelle di Capodanno”, su Rossija-1), e certo non può mancare “Novogodnij goluboj ogonjok”. Viene criticato per l’umorismo un po’ banalotto, fatto di battute trite e ritrite, l’atmosfera artificiale e gli artisti “bolliti”, che andavano di moda vent’anni fa e che certo non piacciono ai giovani di oggi.
Anche l’audience dei canali tv a Capodanno sta gradualmente diminuendo. Ad esempio, tra Capodanno 2019 e Capodanno 2020 il numero di telespettatori di Pervyj Kanal (“Primo canale”) è sceso di 556 mila unità (-8,69% ), e per la Rossija-1 il decremento è stato di 222 mila persone (-3,42%).
Nel 2018, il conduttore dello show di punta di seconda serata su Pervyj kanal, Ivàn Ùrgant (1978-), ha presentato la sua versione ironica di “Goluboj ogonjok”, chiamandola “Goluboj Urgant”, e ha invitato molti idoli della gioventù russa a partecipare allo spettacolo, tra cui Monetochka, Ivan Dorn, Little Big, il comico Danila Poperechnyj, l’attrice Irina Gorbacheva e molti altri. Lo show è stato una sorta di moderna lettura post-ironica dei classici sovietici. Il formato piacque al pubblico e alla fine del 2019 è andato in onda il secondo “Goluboj Urgant”, che alla fine ha raccolto più di un milione di visualizzazioni solo su YouTube.
Nel novembre 2020, l’artista Valerij Meladze (1965-) ha esortato i suoi colleghi a rifiutarsi di prendere parte alle riprese di “Goluboj ogonjok”, per attirare l’attenzione della gente sui problemi dell’industria dei concerti: molti artisti nel 2020 sono stati costretti a cancellare tour e concerti a causa della pandemia di Covid-19 e hanno perso tutti i loro guadagni.
“Forse così qualcuno noterà che esiste un intero settore in cui decine di migliaia di persone sono senza lavoro da molti mesi”, ha scritto sul suo Instagram.
Tuttavia, il 31 dicembre avrà anche quest’anno il suo “Ogonjok” e tutti gli artisti e gli ospiti saranno in onda senza mascherine.
Cinque canzoni russe per la vostra playlist di Capodanno