Che tipo di uomo era l’ultimo zar Nicola II?

Storia
GEORGY MANAEV
Aveva una personalità non comune e molti lati oscuri: sembrava essere indifferente a cosa accadeva, e nei suoi diari poteva dare nello stesso giorno più spazio a cosa aveva mangiato a colazione con la zia che allo scoppio della Rivoluzione

Nicola II fu uno studente brillante, ma non dette esami 

Da bambino, il Granduca Nicola di Russia godé di 13 anni di istruzione. I primi otto erano concentrati sulle scienze umane e le lingue, i cinque successivi furono dedicati all’educazione militare, al diritto e alla politica. Nicola conosceva il francese, il tedesco e l’inglese (a un livello madrelingua, e c’è addirittura chi dice che il russo lo parlasse invece con un po’ di accento straniero). 

Tuttavia, il processo educativo di Nicola era insolito in quanto lui seguiva le lezioni, ma non doveva mai dare esami, poiché, secondo le usanze della Corte russa, nessuno poteva pretendere dal Granduca delle risposte corrette o rimproverarlo per un errore. Quindi, quanto Nicola sia stato realmente ben istruito è ancora oggetto di dibattito.

Nicola II venne allevato con austerità 

Alessandro III allevò i suoi figli, incluso Nicola, in condizioni relativamente ascetiche, per evitare che diventassero viziati, ma a quanto pare questo ebbe grossi aspetti negativi. Olga Aleksandrovna, la sorella di Nicola, scrisse che i figli di Alessandro spesso soffrivano la fame. Quando la famiglia era a tavola, i bambini ricevevano il loro cibo per ultimi, solo quando la cena stava già finendo. Quando l’Imperatore si alzava dal tavolo, però, tutti gli altri dovevano smettere di mangiare, il che non lasciava ai bambini abbastanza tempo per mangiare correttamente e a sufficienza. Inoltre era loro proibito mangiare tra un pasto e l’altro, e chiedere cibo ai domestici era inaccettabile.

Quando era giovane, Nicola una volta mangiò il contenuto della sua croce battesimale. Tutti i bambini della famiglia reale ricevevano una croce battesimale che si diceva contenesse un pezzo della Vera Croce incastonato nel mastice di cera. Un affamato Nicola aprì la croce e mangiò tutto quello che c’era all’interno, incluso il pezzo della Vera Croce.

Nicola II amava il misticismo 

Sebbene fosse cristiano ortodosso, Nicola credeva nel misticismo, nelle predizioni e nel destino. Durante una visita in Giappone nel 1891, visitò un noto monaco eremita di nome Terakuto, che sosteneva di vedere nel futuro. Il monaco predisse un futuro oscuro per il Granduca. Quindi, durante una visita in Inghilterra nel 1896, Nicola incontrò Kayro (Luis Khamon), noto chiromante e veggente. Questi gli predisse la morte violenta per lui e la sua famiglia. 

Ma la storia più famosa è quella dell’apertura da parte di Nicola di una lettera del suo bis-bis-bisnonno, Paolo di Russia. Paolo aveva sigillato personalmente questa lettera, che conteneva una predizione di un famoso monaco di nome Abele. Dopo averla letta, Nicola rimase di cattivo umore per molto tempo. Si dice che la lettera predicesse la sua fine e la caduta dell’Impero. 

Nicola II era stanco dei suoi doveri di zar 

Nicola II aveva una memoria fenomenale. “Conosceva un sacco di persone che prestavano servizio nella Guardia, ricordava le imprese di combattimento di alcuni uomini e reggimenti, conosceva numeri e nomi di ogni reggimento del suo esercito…”, scrisse il generale Aleksandr Roediger, Ministro della Guerra (1905-1909). 

Ma, come sostengono diversi psicologi, una memoria fenomenale può a volte compensare capacità intellettuali scarse. Il diario dell’imperatore, che è completamente conservato, lascia una tale impressione. Contiene poche o nessuna informazione sulla politica, le relazioni internazionali o gli intrighi di Corte; in altre parole, le cose che avrebbero dovuto interessare uno zar russo durante uno dei periodi più difficili della storia russa. Invece, circa il 90% del diario è dedicato alla sua routine quotidiana. Ad esempio, il 9 gennaio 1905, noto anche come “Domenica di sangue”, il giorno che segnò l’inizio della Rivoluzione del 1905, Nicola scrisse quanto segue: “A San Pietroburgo ci sono state gravi rivolte. Un sacco di persone ferite e uccise. Oh mio Dio, che dolore! La mamma è venuta da noi oggi dalla città. Ho fatto colazione con tutti, poi ho camminato con Misha. La mamma è rimasta per la notte”. A Nicola non sembrava importare granché di nulla. Quando il ministro Vjacheslav Pleve fu ucciso, in un attentato organizzato da Evno Azef, scrisse: “Ho perso il mio amico, il gentile Pleve.” E poi sulla stessa pagina aggiunse altre banalità sulla sua vita quotidiana: “Zia Marusja ha fatto colazione con noi… Abbiamo passeggiato con la mamma… Abbiamo fatto un giro con Misha…”

Molti dei contemporanei di Nicola notarono che era indifferente in modo fenomenale nei confronti delle domande sul suo governo e sul destino della Russia. Il generale Dmitrij Dubenskij, che era presente all’abdicazione di Nicola, in seguito disse: “Era un tale fatalista, non puoi nemmeno immaginarlo. Ha abdicato al trono come se stesse perdendo il comando di un reggimento.” 

“Abbiamo a che fare con una persona normale?”, scrisse Aleksandr Guchkov, un altro politico che era presente all’abdicazione. “Ne ho sempre dubitato, ma questa scena mi ha convinto che quest’uomo, Nicola II, non capisse bene cosa stava facendo…” 

Nicola II aveva molti hobby 

Anche se non mostrava molto entusiasmo per la sua carica, Nicola II era appassionato dei suoi vari hobby; la caccia soprattutto. Proprio come lo zar Alessio di Russia, il secondo zar della dinastia dei Romanov, Nicola II aveva un intero corpo statale, una branca del Ministero della Corte Imperiale, chiamata Caccia Imperiale, che era dedicata al suo hobby.

Tra il 1884 e il 1909, lo zar e i granduchi uccisero 638.830 tra animali e uccelli. Durante una delle battute di caccia (che durò per giorni), Nicola uccise personalmente più di 1.400 fagiani. Questi numeri sono orripilanti non solo per la crudeltà insensata verso gli animali, ma anche perché lo zar avrebbe dovuto davvero avere cose più importanti su cui concentrare le sue energie. 

E lo fece, a modo suo. Fu il primo zar a occuparsi di ciclismo. Aveva poi la collezione di automobili più grande d’Europa (e dal 1906 andava a caccia in macchina). Amava il tennis e giocava spesso e volentieri con la sua famiglia. Era anche un fotografo amatoriale e si faceva dei selfie ante litteram, mentre l’Impero stava andando in malora. Il suo ultimo conto pagato a un riparatore di biciclette è del 10 maggio 1917, e le sue ultime partite di tennis si sono svolte nello stesso mese.

 

Chi era Jakov Jurovskij, luomo a capo del plotone desecuzione di Nicola II?