Nell’estate del 1944, le truppe sovietiche erano pronte a iniziare le operazioni per la liberazione della Bielorussia occupata dai nazisti. Il comando dell’Armata Rossa era ansioso di vendicarsi della disastrosa sconfitta patita in quella stessa zona nel 1941. Ora era arrivata l’ora del Blitzkrieg sovietico. L’offensiva era prevista per il 23 giugno, quasi nell’anniversario del giorno in cui era iniziata tre anni prima l’Operazione Barbarossa dei tedeschi.
La massiccia operazione offensiva fu chiamata “Bagratiòn” in onore di un generale russo di origini georgiane (proprio come Stalin) morto nella guerra del 1812 contro Napoleone, il principe Pjotr Bagration, ferito mortalmente nella Battaglia di Borodino.
Quando l’Operazione Bagration ebbe inizio il 23 giugno del 1944, le truppe sovietiche avevano 1,2 milioni di soldati schierati contro gli 800 mila tedeschi. Nonostante la superiorità numerica, i sovietici avevano un compito difficile da portare a termine: penetrare in posizioni difensive ben fortificate del nemico.
Quando l’Operazione Bagration arrivò al culmine, sul terreno di battaglia c’erano, nella somma di entrambe le parti, quattro milioni di soldati, 62.000 pezzi d’artiglieria, 7.500 carri armati e cannoni semoventi, e oltre 7.100 aerei.
Con attacchi coordinati e ben organizzati di truppe di terra e aviazione, i sovietici riuscirono a rompere la difesa nemica contemporaneamente in sei punti lungo la linea del fronte. Le armate tedesche vicino a Vitebsk e Bobruisk, Orsha e Mogilev subirono pesanti sconfitte. Le principali forze dell’Heeresgruppe Mitte furono accerchiate nella capitale bielorussa sovietica, Minsk, e annientate.
Un aiuto significativo per l’avanzata delle truppe sovietiche venne dai partigiani. Il 3 agosto 1943, lanciarono una massiccia operazione mirata a distruggere l’infrastruttura ferroviaria nemica fin dalle retrovie. Di conseguenza, 215 mila chilometri di linee ferroviarie vennero messe fuori uso, decine di ponti abbattuti, e oltre mille treni furono fatti deragliare, facendo crollare del 40% le capacità di trasporto di armi e truppe dei tedeschi sul fronte orientale.
Per chiudere la gigantesca breccia causata dall’offensiva sovietica, il comando militare tedesco fu costretto a inviare riserve da altre parti del Fronte Orientale, il che diede al comando sovietico l’opportunità di lanciare un’offensiva anche in Ucraina e nei Paesi baltici. I tedeschi dovettero spostare in Bielorussia anche le loro divisioni impegnate sul fronte occidentale, dando agli alleati più spazio di manovra.
Alla conclusione dell’Operazione Bagration, alla fine di agosto del 1944, 17 divisioni tedesche erano state completamente distrutte e 50 divisioni avevano perso più della metà dei loro uomini. Durante gli oltre due mesi dell’offensiva, le truppe sovietiche avanzarono di oltre 560 chilometri, liberando vaste aree della Bielorussia, parti della Lettonia, della Lituania e della Polonia. I sovietici si avvicinarono a Varsavia, e si aprirono la strada per Königsberg (oggi Kaliningrad) e per il cuore del Terzo Reich.
Vedendo la rapida avanzata sovietica nel corso dell’Operazione Bagration, il 1º agosto il governo polacco in esilio organizzò una grande rivolta a Varsavia, progettata per portare la città sotto il suo controllo. I polacchi si aspettavano l’aiuto dell’Armata Rossa, ormai vicina, ma non lo ebbero. Solo le unità della prima Armata polacca (inquadrate nelle forze sovietiche) cercarono di entrare in città, ma furono costrette a ritirarsi con perdite elevate. La decisione di Stalin di non aiutare i polacchi potrebbe essere stata causata dal suo desiderio che fossero le truppe sovietiche a liberare la città, per assicurarsi che anche in Polonia si insediasse un governo comunista filo-sovietico. Ma il ritardo potrebbe anche essere spiegato dal fatto che l’Armata Rossa era semplicemente esausta dopo la lunga offensiva. La decisione rimane controversa fino a oggi ed è dibattuta dagli storici.
Le perdite tedesche durante l’Operazione Bagration, comprese tra i 400 e 500 mila uomini, rendono questa la peggiore sconfitta militare nella storia della Germania. L’Armata Rossa perse 180 mila soldati. Con tutta la sua importanza, l’offensiva estiva dell’Armata Rossa nel 1944 non fu, tuttavia, il punto di svolta nella Seconda guerra mondiale. Che il Terzo Reich fosse spacciato era diventato chiaro un anno prima, dopo la Battaglia di Kursk.
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