Proletari in gonnella: dieci foto di donne al lavoro ai tempi dell’Urss

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In Unione Sovietica l’uguaglianza di genere era stata realizzata e nessuno si scandalizzava per il lavoro femminile nelle fabbriche, nelle miniere e nei cantieri

Donne battelliere tirano una chiatta sul fiume Surà – 1910 

Bisogna dire che il lavoro femminile era usato in Russia già prima della Rivoluzione del 1917. In passato si trattava principalmente di compiti agricoli pesanti. Si verificavano addirittura molti casi in cui le donne partorivano direttamente nei campi, perché non si allontanavano dalla falciatura o dalla raccolta neanche quando erano vicine alla fine della gravidanza. 

Più tardi, quando apparve il lavoro salariato, le persone di umili origini non perdevano nessuna opportunità di guadagnare qualcosa. Ricordate il celebre dipinto di Iljà Repin “I battellieri del Volga”?Ecco la sua incarnazione al femminile. A proposito, la Surà è un affluente di destra del Volga.

“Su chiamata del Komsomol, in miniera!” – 1930 

L’uomo nuovo sovietico veniva educato all’amore per il lavoro fin da piccolo. I bambini potevano lavorare dall’età di 16 anni, ma anche gli studenti e gli scolari prendevano parte d’estate o in specifici periodo dell’anno alle squadre di costruzione, di raccolta nei campi e ad altri lavori socialmente utili, il più delle volte gratuitamente. Nella foto: giovani lavoratrici in una delle miniere del Donbass sovietico. 

Costruzione della metropolitana – 1933 

Partecipare alla costruzione della metropolitana era un privilegio e un sogno. Si riteneva che partecipando a un simile cantiere ci sarebbe stato di che raccontare con orgoglio ai figli e ai nipoti!

Costruzione di una ferrovia nella Regione di Mosca – Anni Trenta 

Le donne studiavano molto spesso nelle scuole professionali e sceglievano non di rado specializzazioni  tecniche. Il cinema sovietico romanticizzava spesso l’immagine della gioventù lavoratrice. 

Fabbrica di mattoni –1930 

L’industrializzazione, i piani quinquennali, la competizione a colpi di record: nell’era di Stalin l’industria si sviluppò a un ritmo incredibile. Nel 1940, il numero di donne impiegate nell’industria era del 41%, mentre nel 1929 era solo del 28%.

Uralmashstroj – 1931

L’ingegneria meccanica richiedeva un’educazione specialistica di alto profilo ed era considerata una professione molto prestigiosa. Uralmash è ancora oggi uno dei più grandi impianti industriali in Russia: produce attrezzature sofisticate per vari settori, dalla metallurgia all’estrazione mineraria, all’energia. 

Costruzione del canale Dnepr-Bug – 1940 

Molto probabilmente questa è una messa in scena propagandistica. È difficile immaginare le lavoratrici con fazzoletti bianchi e vestiti chiari. Famosi fotografi, tra cui Aleksandr Rodchenko, e scrittori furono spesso invitati o inviati in vari cantieri per celebrare la costruzione del nuovo mondo sovietico. L’esempio più famoso sono i lavori elegiaci di molti fotografi e artisti dedicati alla costruzione del Canale del Mar Bianco, realizzato grazie all’infernale lavoro dei prigionieri del Gulag. In questa foto si tratta invece del Canale Dnepr-Bug (ora in Ucraina). 

Donne in fabbrica producono proiettili – 1942 

Con l’inizio della Seconda guerra mondiale, il numero delle donne lavoratrici crebbe del 50 per cento: presero infatti il posto degli uomini andati al fronte. 

Nello stabilimento Uralelectroapparat – 1950 

Nell’Urss non esisteva il concetto di una professione “non femminile” e l’atteggiamento nei confronti delle lavoratrici non era speciale. Come abbiamo visto, le donne lavoravano nelle più complesse industrie ad alta tecnologia e in ruoli molto faticosi.

Lavoratrici –1974 

I colleghi maschi rispettavano le donne. Tutti si chiamavano l’un l’altro “tovarishch” (“compagno”), una parola che in russo va bene sia al maschile che al femminile (“compagna”). E certamente nessuno avrebbe osato dire: “Deve avere le sue cose oggi” o fare altri commenti sessisti. Il femminismo? Nell’Urss era compiutamente realizzato!

 

Tre russe che nella Russia dei nostri giorni hanno vinto la loro battaglia per svolgere lavori vietati alle donne 

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