Le coste australiane videro per la prima volta una nave russa il 16 giugno 1807, quando la Neva salpò per Port Jackson (nome originario, dato dal capitano James Cook, all’attuale porto di Sydney, oggi noto per la Sydney Opera House e il Sydney Harbour Bridge).
Le navi russe poi continuarono ad attraccare nei porti australiani per rifornirsi di cibo e acqua potabile. Il navigatore russo Mikhail Lazarev fu il primo a portare notizia in Australia, nel 1814, dell’umiliazione di Napoleone in seguito alla guerra del 1812. Ma a causa delle storie esagerate dei giornalisti australiani, per quasi un secolo in Oceania si temette l’invasione russa.
Nel primo quarto del XIX secolo la Russia era in stretto contatto con le sue colonie americane (non solo l’intera Alaska, poi venduta agli Usa nel 1867, ma anche le Isole Aleutine, l’Arcipelago Alessandro, Fort Ross in California e Fort Elizabeth alle Hawaii). Navi mercantili e navi da guerra russe erano frequentemente ancorate vicino alle coste australiane per acquistare provviste e riposare. L’Australia, all’epoca, era ancora una colonia britannica. La Gran Bretagna e l’Impero russo non furono mai formalmente alleati contro Napoleone, e quando i russi occuparono Parigi nel 1814, le preoccupazioni britanniche sul potere navale e militare dell’Impero Russo furono alimentate. Le navi da guerra russe stavano diventando ospiti abituali nei porti australiani e le autorità coloniali riportarono le loro preoccupazioni a Londra.
Nel 1841 il governo del Nuovo Galles del Sud costruì un forte a Pinchgut. Seguirono poi fortificazioni a Queenscliff, Portsea, Mud Islands, nella baia di Port Phillip, a Melbourne e a Hobart. Durante una visita della nave ammiraglia della Flotta del Pacifico russo, la Bogatyr, a Sydney e Melbourne, circa 8.000 australiani furono autorizzati a salire a bordo per placare i timori che le visite russe avessero qualcosa di diverso dalle intenzioni pacifiche. Il comandante della flotta russa del Pacifico, il contrammiraglio Andrej Popov fece visite ufficiali ai governatori del Nuovo Galles del Sud e dello Stato di Victoria, e loro salirono sulla nave russa.
Nel frattempo, però, i giornali australiani scrivevano che la Bogatyr si era avvicinata a Melbourne quasi inosservata, aumentando le preoccupazioni sul fatto che la costa australiana non fosse protetta a dovere. Gli atteggiamenti anti-russi continuarono a crescere. Nel 1864, il “London Times” affermò che le colonie erano sull’orlo di un’invasione russa, e i giornali australiani iniziarono a diffondere ed esagerare le fake news.
Quando, nel maggio 1870, la corvetta russa Bojarin apparve alla foce del fiume Derwent, in Tasmania, si diffuse la voce che fosse l’avanguardia di una flotta di invasione. Gli ufficiali russi fecero tutto il possibile per dissipare queste sciocchezze. Il quotidiano “The Mercury” di Hobart riferì il 30 maggio 1870: “La corvetta russa Bojarin è stata aperta ieri pomeriggio per essere ispezionata dal grande pubblico, e circa 2.000 persone hanno colto l’opportunità, così raramente offerta, di visitare l’interno di una nave da guerra straniera. Ai visitatori è stato concesso l’accesso gratuito a ogni parte della nave, dalla cabina del capitano al castello di prua, e gli uomini erano appostati ai cannoni per mostrare i misteri della loro costruzione ai non esperti… Ci dà molto piacere essere in grado di affermare che gli ufficiali e gli uomini del Bojarin sono rimasti molto contenti dell’accoglienza loro accordata qui…”. Il Mercury notava anche che gli ufficiali erano galanti e parlavano tre lingue, tra cui inglese e francese.
Perché il Bojarin ara arrivato a Hobart? Era solo perché Grigorij Belavin, il commissario di bordo, si era sentito male e aveva bisogno di cure mediche urgenti. Belavin successivamente morì a terra. Fu sepolto a Hobart a spese dell’equipaggio della nave, e il Bojarin se ne andò, mentre una banda australiana a terra suonava l’inno nazionale russo, e una banda russa a bordo suonava “God Save The Queen”. Quindi, australiani e russi sembravano andare molto d’accordo, ma i giornalisti continuarono ad agitare le acque.
Le difese delle coste australiane erano effettivamente deboli. Nel 1862, la nave russa Svetlana salpò per Port Phillip Bay (Melbourne) e sparò una salva di cannone come saluto, ma il forte non rispose. Non aveva polvere da sparo…
La Gran Bretagna vide la vittoria della coalizione russa nella guerra russo-turca del 1877-1878 come una minaccia di un’ulteriore spinta verso l’India (un vecchio progetto cullato già da Paolo I), così le colonie australiane furono avvisate di potenziare le loro capacità di difesa. Nel 1879, l’Australia aveva costruito le sue prime due navi da guerra. Quando nel 1882 tre navi russe, comandate dall’ammiraglio Aslanbegov, furono avvistate vicino a Melbourne, i giornali locali riferirono che erano lì per attaccare la marina mercantile australiana. L’ammiraglio Aslanbegov minacciò persino di denunciare per diffamazione il giornale locale “The Age”. John Wodehouse, il Segretario di Stato britannico per le Colonie, dovette mandare un dispaccio urgente al governo australiano per rassicurare sul fatto che le relazioni tra la Russia e la Gran Bretagna erano al pacifiche al cento per cento. Tuttavia, nel 1885, fu costruito Fort Scratchley a Newcastle, nel Nuovo Galles del Sud.
Nel 1888, il Granduca Aleksandr Mikhailovich, un membro della famiglia reale russa, si recò in Australia. Non è chiaro se fosse previsto o no, ma il Granduca arrivò giusto in tempo per le celebrazioni per commemorare il 100° anniversario della colonia. Si dice che la nave che lo trasportava, la Rynda, avesse in realtà ancorato solo per rifornirsi di carbone. La Rynda arrivò prima a Newcastle, poi a Sydney. Ma la visita non fu formale: il Granduca fu invitato come ospite privato di Lord Carrington, il Governatore del Nuovo Galles del Sud, ma i media, di nuovo, lo misero al centro di tutti gli eventi.
Sia i russi che gli australiani facevano del loro meglio per impressionarsi a vicenda e tutti erano contenti. La Rynda rimase nelle acque australiane per quasi tre mesi. Ma dopo che se ne andò, i giornalisti continuarono a chiedere restrizioni per l’ingresso di navi straniere nel porto di Melbourne.
Nel 1890 la Russia decise che i rapporti con l’Australia erano abbastanza importanti da nominare un rappresentante permanente e, nel 1893, Aleksej Putjata fu inviato a Melbourne. In precedenza, Putjata aveva prestato servizio come diplomatico russo nei Balcani. Un nobile bulgaro disse che Putjata aveva “una rara capacità; poteva incantare le persone con la finezza dei suoi modi e la sua cortesia”. Così Putjata fece del suo meglio per calmare il sentimento anti-russo in Australia. Rilasciò una lunga intervista a “The Age”, che era stata la voce principale nella diffusione delle voci allarmistiche.
Alla fine, quando il Parlamento australiano fu inaugurato nel 1901, la Gran Bretagna annunciò che il Duca e la Duchessa di York (dopo l’incoronazione, nel 1910: Re Giorgio V e la Regina consorte Maria) avrebbero fatto visita a Melbourne. L’imperatore russo Nicola II riteneva necessario, per l’etichetta diplomatica, mandare una nave in Australia: “È auspicabile inviare un incrociatore”, scrisse Nicola al suo ministro degli Esteri. E il Gromoboj fu inviato in Australia. Il 9 maggio 1901, il console russo Nikolaj Passek fu ospite d’onore all’inaugurazione del Parlamento australiano.
Il duca di York visitò e studiò il Gromoboj e chiese persino a suo cugino Nicola II il permesso di essere scortato dall’incrociatore fino a Sydney, cosa che avvenne.
Così, alla fine del XIX secolo, la Russia e l’Australia raggiunsero finalmente la piena amicizia ai più alti livelli. Durante la Prima guerra mondiale, come colonia britannica, l’Australia era alleata con la Russia. Purtroppo, questo fu l’ultimo periodo di profonda amicizia, prima che iniziasse la guerra di spionaggio tra gli Stati del ventesimo secolo, ma questa è un’altra storia.
Così i russi per primi raggiunsero l’Antartide
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