Duecento anni dalla nascita di Marx, ma in Russia è quasi dimenticato

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In Unione Sovietica il pensiero del filosofo tedesco era centrale e ancora oggi praticamente ogni città russa ha vie e piazze a lui intitolate e statue in suo onore. Ma per celebrare l’anniversario, che cade il 5 maggio, è stato organizzato poco o niente

“Se le cose stessero ancora come trent’anni fa, sarebbe stato istituito un apposito comitato con alla presidenza un membro del Politburo, e alle cellule locali del partito sarebbero state inviate dettagliate istruzioni sul da farsi e su come valorizzare i passi più significativi delle opere del fondatore del marxismo. Per quella data sarebbero stati pronti nuovi film sul filosofo, e sarebbero stati preparati programmi radio ad hoc sull’evento…”. Così l’ex ministro della Cultura russo (dal 2000 al 2004) Mikhail Shvydkoj ha immaginato l’anniversario della nascita di Karl Marx (venne alla luce il 5 maggio 1818 a Treviri, nell’attuale Germania) se la Perestrojka di Gorbachev e gli eventi conseguenti non fossero avvenuti in Russia.

“Marx si rivolterebbe nella tomba”

“Ora è tutto diverso”, dice l’ex ministro, e sarebbe difficile non essere d’accordo con lui. Il programma russo di celebrazione del duecentesimo anniversario dalla nascita di Marx sembra piuttosto modesto. Ci sarà una mostra in uno dei musei di Mosca e si terranno un paio di conferenze. Ci sarà anche qualche attività nell’Università di Kazan, dove gli studenti organizzano una “Marx Fest” che prevede una rap battle e la caccia al tesoro “Trova il Capitale di Marx”; un riferimento al lavoro principale del pensatore tedesco.

Non certo granché per una Paese che ha una strada intitolata al filosofo praticamente in ogni città e villaggio (ecco un elenco di tali strade) e persino una città di 32 mila abitanti che porta il suo nome sul fiume Volga, circa 900 chilometri a sudest di Mosca (la vicina Engels, intitolata al suo collega e coautore del “Manifesto del Partito comunista” Friedrich Engels, è molto più grande: 225 mila abitanti). Inoltre, le persone all’estero tendono ancora ad associare la Russia a Karl Marx, nonostante 30 anni di travagliata transizione dal socialismo al capitalismo. Almeno, questo sembra essere il caso dell’ambasciatore britannico alle Nazioni Unite, Karen Pierce. Nelle osservazioni fatte durante le recenti udienze del Consiglio di sicurezza sulla Siria, ha menzionato il filosofo tedesco: “Penso che si sia rivoltato nella tomba nel vedere cosa sta facendo il Paese fondato su molti dei suoi precetti, in nome del sostegno alla Siria”.

Marx su quattro elefanti

Si potrebbe obiettare che non c’è da meravigliarsi se alcune persone cancellano quasi trent’anni di storia recente della Russia, come ha fatto Peirce. In fin dei conti Marx era davvero onnipresente nell’Urss, dalla Rivoluzione bolscevica del 1917 in poi.

Subito dopo la Rivoluzione, Lenin introdusse il suo piano di “Propaganda monumentale”, ovvero la creazione di monumenti in onore dei grandi rivoluzionari e pensatori sociali. I monumenti “alle più grandi figure della rivoluzione – Karl Marx e Friedrich Engels” dovevano essere eretti in via prioritaria.

Il primo, di gesso, era stato eretto davanti al palazzo Smolnij a Pietrogrado, dove si trovava il quartier generale bolscevico dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Il monumento fu pronto per il primo anniversario della rivoluzione, nel novembre del 1918. Fu il primo monumento al mondo dedicato a Marx e fu progettato in modo tradizionale.

Un altro monumento a Marx, a Simbirsk (ora Uljanovsk, la città dove nacque Lenin; 880 chilometri a est di Mosca), fu concepito diversamente. Qui Marx è cesellato in marmo nero. Dicono che assomigli al leggendario Prometeo, che sta rompendo le catene e porta libertà a se stesso e agli altri. Sul retro del monumento sono incise le famose parole di Marx: “La teoria diventa una forza materiale non appena si impadronisce delle masse”.

C’erano anche alcuni suggerimenti divertenti sull’immagine di Marx offerti da artisti, molti dei quali sostenevano con entusiasmo la rivoluzione e volevano servire i suoi ideali in modo futuristico e modernista. Questi includevano l’idea di ritrarre Marx sotto forma di una “composizione dinamica di cubi” e quella di mettere il filosofo tedesco su quattro elefanti.

Scherzi su Marx

Probabilmente, il monumento sovietico più famoso di Marx, quello nel centro di Mosca, di fronte al Teatro Bolshoj, non fu eretto che nel 1961. Sebbene i creatori della statua abbiano ricevuto il Premio Lenin, alcuni moscoviti lo soprannominarono ironicamente “un frigorifero con la barba”.

Sembra che la barba di Marx sia stata la sua caratteristica simbolo per molti in Unione Sovietica. C’era uno scherzo popolare all’epoca. “C’era uno spazzino che aveva un’apparenza molto simile a quella di Marx. I suoi capi si sentivano a disagio, perché sembrava sempre che il grande filosofo stesse spazzando le strade con la scopa. Così, lo convocarono per ordinargli di radersi la barba. ‘Naturalmente posso sbarazzarmi della barba”, rispose lui, “ma per quanto riguarda la mia mente brillante?’”, ribatté il sosia.

Il marxismo non è popolare

La maggior parte dei russi contemporanei sembra essere piuttosto indifferente nei confronti di Marx e del marxismo. Sicuramente non lo considerano nel pantheon della Russia moderna. Un sondaggio dedicato alla figura del filosofo tedesco ha dimostrato che la maggioranza dei russi conosceva il nome di Marx, ma quasi il 70 per cento degli intervistati affermava di essere indifferente al suo insegnamento. L’indagine (la più recente sul tema) risale ormai a più di 10 anni fa.

Secondo Shvydkoj, questa situazione deriva principalmente dal fatto che i russi non riescono ancora a prendere una posizione netta sugli eventi della rivoluzione bolscevica e sulla valutazione del periodo sovietico, e non sanno come relazionarsi ad esso.

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