Il disastro di Chernobyl spiegato in sei punti

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Il 26 aprile 1986 si verificò il più grave incidente nucleare della storia. A distanza di oltre 30 anni vicino alla centrale di Chernobyl, oggi Ucraina, esistono solo città fantasma e villaggi dove la gente continua a morire. Ecco in sistesi le cause della catastrofe e le conseguenze di quella tragedia

1 Cosa ha causato l’esplosione?
Ci sono ancora molti punti oscuri e irrisolti in merito al peggiore disastro nucleare della storia. Ciò che è chiaro è che si è arrivati a un brusco e incontrollato aumento della potenza, e quindi della temperatura, del nocciolo del quarto reattore della centrale. Il calore all’interno del reattore è aumentato in maniera talmente drammatica da causare due esplosioni che hanno distrutto il reattore stesso.

Ma perché la temperatura è salita così all’improvviso? Secondo la prima versione, presentata nel 1986 in un rapporto ufficiale stilato dal gruppo INSAG (International Nuclear Safety Advisory Group), la responsabilità sarebbe stata del persone che avrebbe trascurato diverse norme di sicurezza.
Ma il successivo rapporto INSAG-7, redatto nel 1992, “ha spostato l’attenzione sulle particolari caratteristiche progettuali” dell’impianto. Secondo gli inquirenti, la centrale nucleare di Chernobyl avrebbe presentato difetti fin dall’inizio. Esistono in realtà altre versioni che prendono in considerazioni fenomeni come terremoti e attacchi terroristici, ma si tratta di ipotesi ben poco affidabili.
2 Come ha reagito l’Unione Sovietica alla catastrofe?
Per un paio di giorni le autorità sovietiche hanno cercato di tenere nascosta la vera portata dell’incidente. Così come hanno detto alcuni funzionari a Russia Beyond, la decisione era stata presa per “evitare che si scatenasse il panico”. Il giorno dopo, il 27 aprile, è stata fatta evacuare la città di Pripyat, la più vicina a Chernobyl, situata a 132 km a nord di Kiev.

All’inizio di maggio le autorità hanno creato una zona “cuscinetto” di 30 chilometri attorno alla centrale, dove era vietato entrare. Nel tentativo di contenere le radiazioni, il reattore distrutto è stato poi coperto da uno speciale “sarcofago”. A questa drammatica corsa contro il tempo per costruire il sarcofago e per bonificare il territorio hanno partecipato più di 600mila persone provenienti da tutta l’Unione Sovietica.
3 Quante sono state le vittime?

L’esplosione in sé ha causato la morte di tre persone. Ma il danno è stato ben più catastrofico. Secondo alcune fonti sovietiche, oltre agli addetti presenti nell’impianto il 26 aprile, nei dieci anni successivi all’incidente altri 42 specialisti sono morti a causa delle radiazioni. Si può quindi affermare che a seguito della catastrofe sono morte circa 45 persone.
Ma l’esplosione ha contaminato con pericolosissime radiazioni un’area di 200.000 chilometri. Ad oggi è impossibile definire il numero esatto di coloro che si sono ammalati e sono morti a seguito delle radiazioni, anche a diversi anni di distanza. Nel 2005 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che il disastro di Chernobyl avrebbe causato la morte di 4.000 persone.
4 Quali sono le attuali conseguenze?

I livelli di inquinamento sono ancora molto elevati. Tuttavia gli specialisti credono che a distanza di 30 anni le conseguenze oggi siano relativamente minori. Resta alto però il rischio di sviluppare il cancro alla tiroide per quelle persone che nel momento dell’incidente avevano meno di 18 anni, probabilmente perché stavano bevendo latte inquinato. Altre conseguenze dell’incidente non sono ancora state provate.
Rafael Arutyunian, esperto di sicurezza nucleare, ha riferito all’agenzia Tass: “A parte il cancro alla tiroide, per la popolazione non esistono altre gravi conseguenze. E non ce ne saranno. Per quanto riguarda i danni all’ambiente, essi sono addirittura inferiori rispetto a quelli subiti dagli esseri umani”.
Parole che creano sdegno, quelle di Arutyunian, e con le quali ben pochi si dicono d’accordo. Quando nel 2016 un corrispondente di Russia Beyond si recò a Novozybkov, città russa nella regione di Bryansk, non lontana da Chernobyl, gli fu detto infatti che in quella zona il tasso di cancro era di due volte e mezza superiore rispetto alla media nazionale.
5 Come si vive oggi vicino a Chernobyl?

Ancora oggi la zona “cuscinetto” di 30 chilometri attorno alla centrale resta inaccessibile per motivi di sicurezza. Ma molte famiglie (circa 2.000 persone) hanno deciso di far ritorno nelle proprie case abbadonate di Pripyat e di alcuni villaggi vicini. Nel 2016 un signore di 90 anni, nato e cresciuto nella zona considerata “zona cuscinetto”, ci ha detto: “Il segreto per una vita longeva è quello di non abbandonare il proprio luogo di nascita, nemmeno quando risulta avvelenato”.
6 Oggi è possibile (e sicuro) recarsi in questi luoghi?

Ci sono parecchie persone che si recano sui luoghi della catastrofe per osservare con i propri occhi l’agghiacciante atmosfera che si respira nelle vecchie città sovietiche abbandonate e oggi situate nel territorio ucraino. Esistono anche dei viaggi organizzati (il più economico costa circa 90 dollari).
“Il livello di pericolo oggi non è elevatissimo, ma vengono consigliate diverse misure precauzionali, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento”, ha scritto due anni fa il corrispondente di Russia Beyond, Anton Papich, in visita a Chernobyl. Così come hanno raccontato molti giornalisti, si tratta di una vera e propria città fantasma, dove il tempo si è fermato 32 anni fa, quando una catastrofica esplosione ha cambiato per sempre la storia dell’umanità e il destino di queste popolazioni.

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