La nuova vita dopo il carcere

Detenuti al lavoro nella colonia penale N.10 di Ekaterinburg.

Detenuti al lavoro nella colonia penale N.10 di Ekaterinburg.

: Pavel Lisitsyn / RIA Novosti
Uscire di prigione e ricominciare tutto da capo. Riallacciare i rapporti con la famiglia. Trovare un lavoro. Tornare a un’esistenza normale. Per alcuni ex detenuti russi questa speranza è diventata realtà. E lo hanno raccontato a Rbth

Sono tanti gli ex detenuti che, dopo aver scontato la propria pena, trovano il coraggio di rifarsi nuova vita. Alcuni di loro avviano una piccola attività imprenditoriale o aiutano i vecchi compagni del carcere a trovare un lavoro. Nella colonia penale N.5 della regione di Ivanovo, Evegnij Morozov ha da poco saldato il proprio debito con la giustizia. Dall’ottobre 2015 è diventato titolare di un laboratorio di falegnameria nella città di Noginsk, nei pressi di Mosca. E qui, insieme ai suoi ex compagni di detenzione, fabbrica mobili su ordinazione. Nel circondario tutti lo conoscono. E apprezzano la qualità e il prezzo accessibile dei suoi lavori. 

Il lavoro dietro le sbarre

“L’idea di aprire un laboratorio di falegnameria mi è venuta in carcere, vedendo come molti miei compagni si erano affinati in questo mestiere e come erano belli gli oggetti che riuscivano a fabbricare. È stato allora che abbiamo cominciato a sognare che, una volta usciti, avremmo aperto una falegnameria tutta nostra”, racconta Evgenij.

Nella colonia penale i detenuti sono impegnati nel lavoro tutti i giorni dalle 8 alle 23.30: costruiscono mobili, oggetti in ferro, tessuti e cuciono biancheria da letto. Si tratta di un lavoro obbligatorio: “Se salti un turno ti mandano in una cella di punizione. Il salario più alto è di 1.500 rubli (circa 20 euro al cambio attuale), e quello medio di 600-700 (8 e 10 euro). Puoi scegliere cosa fare. E io ho imparato il mestiere di falegname”.

Detenunti al lavoro. Fonte: Vitalij Ankov/Ria Novosti

Dopo essere uscito dalla prigione, Evgenij ha lavorato per i primi tempi nel settore dell’edilizia. È riuscito a risparmiare un po’ di denaro che gli ha permesso di aprire il laboratorio. La ditta non è grande, occupa un’area di 300 metri quadri e, oltre al titolare, vi lavorano altre otto persone. La moglie di Evgenij si occupa della promozione delle vendite, cura il sito internet e aiuta alcune persone con precedenti penali a trovare un lavoro stabile. “Spesso dopo esser usciti dal carcere si resta un anno o due senza un’occupazione e molti si mettono a bere”, spiega con amarezza il falegname.

Fuori dal carcere

È così difficile, per i russi che hanno avuto precedenti penali, riuscire a tornare a una vita normale dopo il carcere? Nel Paese esiste un progetto della fondazione di beneficenza “Rus sidiashchaya” (La Russia dei carcerati) che offre aiuto alle persone che hanno avuto problemi con la giustizia e alle loro famiglie. A dirigerla è Olga Romanova. 

Nel Paese sono attivi  634 centri di riabilitazione sociale con 20.061 posti, che ogni anno aiutano circa 7.400 persone con precedenti penali a recuperare i rapporti sociali e familiari. Anche lo Stato si occupa ogni anno delle procedure per il rifacimento di 62.800 passaporti. Nonostante tutto, Olga Romanova ritiene che si riesca ad aiutare solo un decimo dei detenuti che necessitano di un sostegno dopo la liberazione dal carcere.

Rieducare senza filo spinato

Fra le questioni più delicate, c’è la rieducazione degli adolescenti. Alla fine del 2015 si contavano 32 colonie per minori, che ospitavano 1.654 giovani. Dieci anni fa questi istituti erano 62. 

Dall’inizio degli anni Duemila il numero di adolescenti nelle colonie rieducative si è notevolmente ridotto: se nel 2003, infatti, nelle colonie rieducative erano reclusi 16.491 giovani, nel 2015 il loro numero era arrivato a 1.683. Molti minori riescono a scontare la pena stabilita dalla legge entro i 18 anni e poi vengono rimessi in libertà a condizione di rispettare certi obblighi: devono rientrare entro una certa ora la sera, proseguire gli studi o lavorare.

Dodici anni fa a San Pietroburgo, su iniziativa dell’abate della Chiesa di Santa Anastasia martire situata nella Vasilevskij Ostrov, è stato fondato un istituto straordinario: il Centro di San Basilio il Grande, l’unica istituzione non statale russa che si occupa gratuitamente dei minori. Il centro ospita e assiste adolescenti con un trascorso difficile. Il coordinatore del programma di riabilitazione è convinto che il fatto di “scontare” la pena a casa propria impedisca all’adolescente di viverla come un castigo inducendolo poi a commettere altri reati nella vita adulta. 

Alcuni ragazzi durante una gita turistica in barca, 2015Ufficio stampa del Centro di San Basilio il GrandeAlcuni ragazzi durante una gita turistica in barca, 2015
Serata letterariaUfficio stampa del Centro di San Basilio il GrandeSerata letteraria
Pratica di parkourUfficio stampa del Centro di San Basilio il GrandePratica di parkour
Un momento della vita lavorativa di questi ragazziUfficio stampa del Centro di San Basilio il GrandeUn momento della vita lavorativa di questi ragazzi
Giovani riuniti per la Festa della DonnaUfficio stampa del Centro di San Basilio il GrandeGiovani riuniti per la Festa della Donna
 
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Negli ultimi 12 anni hanno vissuto qui 210 giovani e di questi solo il 20% ha commesso nuovi reati. “Conosciamo le colonie penali per minori e sappiamo bene che per un ragazzo è meglio non restarvi rinchiuso”, dice Denis Nikitenko, collaboratore del centro. “L’attuale sistema penale non rieduca le persone, soprattutto i minori. Da noi non ci sono cancelli, né filo spinato. I ragazzi si dedicano ad attività sportive, praticano il parkour, ballano, modellano la creta. Tutto gratuitamente”. In realtà esistono anche qui per così dire delle “punizioni” a cui sottostare, come andare al museo e a teatro, decorare le stoviglie di ceramica di produzione propria. 

Tuttavia gli adolescenti del Centro di San Basilio il Grande che escono col sogno di aprire un laboratorio proprio rappresentano per il momento solo un’eccezione positiva: secondo le stime del Servizio penitenziario federale della Federazione Russa, nel 2015 sono finiti per la prima volta dietro le sbarre 194.310 persone, 131.300 sono state recluse per la seconda volta e 199.472 per la terza, quarta e quinta volta.

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