La Torre Spasskaja del Cremlino.
: Mikhail Voskresenskij/RIA NovostiL’orologio sulla Torre Spasskaja del Cremlino in Russia non è solo tra i simboli di Mosca, ma anche un elemento essenziale del Capodanno russo. Al suono dei rintocchi dell’orologio si saluta il vecchio e si da il benvenuto al nuovo anno e si esprimono desideri che, così dicono, senz’altro si avvereranno.
1. I primi rintocchi del Cremlino sono risuonati nel XV secolo
Il primo orologio del Cremlino è apparso nel 1404. Allora non era posizionato sulla torre, ma sull'arco d'ingresso del cortile del Granduca Vasilij. Secondo i documenti storici, fu il monaco serbo Lazar a costruirlo e installarlo. Nel 1624 l’orologio fu venduto al monastero di Yaroslavl e sulla torre Spasskij ne arrivò uno nuovo dopo un anno. Lo installarono sotto la guida del maestro inglese Christopher Galloway, che propose di costruirci sopra anche una tettoia.
2. Un tempo non erano le lancette a girare, ma il quadrante stesso
Nel XVIII secolo, il quadrante, che pesava più di 400 chili, fu smontato e verniciato di azzurro. Per via della lunghezza massima del giorno nel periodo estivo, fu diviso in 17 parti, ognuna designata dalle lettere maiuscole dell'alfabeto slavo.
Il contorno dell’orologio fu decorato con immagini di stelle oro e argento, del Sole e della Luna. Le comuni lancette di orologio non c’erano: la loro funzione era svolta dall’immagine del sole con un lungo raggio. L’originalità dell’orologio stava nel fatto che non era il raggio a ruotare, ma il quadrante stesso.
I rintocchi iniziavano quando il primo raggio di sole colpiva la Torre Spasskaja, e al calar della notte l'orologio passava al conteggio del tempo notturno. Ogni 16 giorni, il rapporto tra ore diurne e notturne cambiava, perciò si doveva nuovamente regolare il meccanismo.
3. I dettagli in oro
Nel 1705, su ordine di Pietro I, l’orologio fu convertito su modello tedesco con un quadrante a 12 ore e fu rinnovata la laccatura in oro. Il meccanismo degli attuali rintocchi fu prodotto in Russia dai fratelli danesi Butenop nel primo ventennio del XIX secolo. Nel nuovo quadrante, le cifre in ottone e i segni dei minuti furono ricoperti in oro zecchino e le lancette di ferro, con rame e poi oro.
I fuochi d’artificio sopra la Piazza Rossa. Fonte: Lori/Legion-Media
4. I rintocchi eseguivano diverse melodie, da “Ach, du lieber Augustin” a “L'Internationale”
Nel 1776, dopo il restauro dell’orologio da parte del mastro orologiaio tedesco Faz, i rintocchi suonavano la canzone “Ach, du lieber Augustin”.
I fratelli Butenop pianificavano di includere l'inno della Russia zarista "Dio salvi lo zar", ma Nicola I lo proibì, poiché riteneva che i rintocchi potessero suonare tutto fuorché l'inno. Fino al 1917, i rintocchi suonavano "La marcia del reggimento Preobrazhenskij" e "Quanto è grande il nostro Signore in Sion" quattro volte al giorno.
Nel 1918, con un decreto del leader della rivoluzione russa Vladimir Lenin, l’orologio danneggiato durante l'assalto del Cremlino fu restaurato e fino al 1938 suonarono l’inno rivoluzionario “L'Internationale”.
5. Un silenzio lungo 58 anni
Nel 1938, i rintocchi iniziarono a tacere, risuonando solo per indicare i quarti e le ore. Nel corso del primo restauro del 1974, il meccanismo fu completamente smontato e le parti vecchie sostituite con quelle nuove, ma una commissione speciale concluse che per le campane della torre Spasskaja era impossibile suonare l'inno dell'Urss.
Il "silenzio" si ruppe nel 1996 per l'inaugurazione del primo presidente della Russia Boris Eltsin. I rintocchi cominciarono a eseguire il "Canto patriottico" di Glinka, poi diventato inno della Russia.
Dal 1999, i rintocchi eseguono insieme due melodie: alle 6 e alle 12 l'inno nazionale russo, alle 15 e alle 19 la melodia del coro "Gloria" di Glinka.
6. Il nuovo anno inizia con i rintocchi dell’orologio
I rintocchi dell’orologio a Capodanno risuonarono per la prima volta in radio nel 1923, poi la tradizione passò alla televisione. Oggi il Presidente russo fa il suo discorso di auguri trasmesso in TV pochi minuti prima dei rintocchi. Si dice che se si riesce tra il primo e l'ultimo rintocco a esprimere un desiderio, questo certamente si avvererà.
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