A Novosibirsk un distretto per le calzature italiane

Gianni Scoponi, consulente per l’internazionalizzazione della Macsenior.

Gianni Scoponi, consulente per l’internazionalizzazione della Macsenior.

: ufficio stampa
La società marchigiana Macsenior sta lavorando alla creazione di un cluster per produrre direttamente in Russia, secondo le regole e lo stile del Made in Italy. Su una superficie di quarantamila metri quadri, previsti tremila impiegati per diecimila paia di scarpe al giorno

Made in Italy d'alta gamma e prezzi più abbordabili. Potrebbe essere questa la sintesi del progetto del distretto calzaturiero che si sta preparando nella regione di Novosibirsk. Ma c'è molto di più: la creazione di un vero e proprio cluster della calzatura italiana in Russia, iniziativa guidata dalla società marchigiana Macsenior, produttrice di macchinari per la produzione di calzature. 

“Abbiamo presentato il progetto una prima volta nell'ottobre del 2015 in occasione di una missione organizzata dal Consorzio JC1 italiani cui abbiamo partecipato - racconta Gianni Scoponi, consulente per l’internazionalizzazione della Macsenior -. Grazie alla stretta collaborazione con l'AIR, Agenzia per lo Sviluppo della Regione di Novosibirsk, le attività sono andate avanti rapidamente e a febbraio 2016 abbiamo firmato un contratto che regolamenta il progetto. Siamo partner diretti sia per gli aspetti burocratici che esecutivi”.

La congiuntura internazionale e le difficoltà del mercato mondiale delle calzature e dei prodotti in pelle hanno spinto la Macsenior a guardare lontano e a immaginare nuove dinamiche produttive.

“L'instabilità dei tassi di cambio e la recessione economica globale da un lato, e le nuove esigenze delle catene di distribuzione sia in ambito commerciale che di approvvigionamento dall'altro, ci chiedono nuove soluzioni, spiega il manager. Negli anni passati, infatti, l’esigenza veniva focalizzata principalmente nella ricerca del prezzo più vantaggioso, soprattutto nelle aree geografiche dell’Est-Asiatico, mentre con il nuovo scenario si ha la necessità di creare nuovi centri produttivi vicini alle aree di vendita. La regione di Novosibirsk, oltre ad essere un importante crocevia per la Federazione Russa e per i Paesi limitrofi, offre un enorme bacino di consumatori (circa 12 milioni di persone) e una serie di vantaggi sia economici che finanziari”. L'AIR, JSC Investment Promotion Agency of Novosibirsk e le Autorità locali hanno rapidamente colto sfide e opportunità.

“Gli obiettivi del progetto sono molteplici - afferma Scoponi -, innanzitutto una diversificazione della gamma di calzature offerta al mercato russo, soprattutto nel segmento medio-alto. Producendo in loco, si ottiene una riduzione del costo del prodotto finale minimizzando le spese per le materie prime, per la logistica e per i dazi doganali. A tutto questo va aggiunta la riduzione della quota di componenti importati visto che organizzeremo l'intera filiera produttiva nel territorio del cluster creando in questo modo anche dei posti di lavoro”. Le stime annunciano 3mila impiegati per una produzione giornaliera di 10mila paia di scarpe (donna uomo e bambino), nonché 3mila pezzi tra borse, portafogli, cinte e affini.

Il modello 3D del cluster. Fonte: ufficio stampa

Il cluster, che con il suo impianto produttivo e gli uffici amministrativi occuperà un'area di circa 40mila metri quadri, prevede anche la presenza di un centro di formazione. “Tra le finalità del progetto c'è la formazione di giovani specialisti che potranno poi lavorare nel settore della moda e della produzione di prodotti fashion”, aggiunge il manager.

Con tutti questi progetti delocalizzati, le pmi italiane del settore non si sentono un po' in pericolo? “Assolutamente, al contrario. Il progetto sta già riscuotendo un notevole interesse da parte delle aziende calzaturiere italiane che potranno riconquistare le quote di mercato perse negli ultimi anni partecipando sia direttamente che in joint-venture con le quelle locali”, sottolinea il manager che annuncia la fine della fase di studio ed analisi per avviare la finalizzazione degli accordi con i futuri membri del cluster.

Ci vorranno tra i 3 e i 5 anni per avere l'impianto a pieno regime, nel frattempo “è necessario delineare con le aziende gli impegni e le attività propedeutiche all’inizio dei lavori del nuovo insediamento produttivo, iniziando dall’incubatore e successivamente passare all’installazione delle strutture produttive”.

Dalla Russia, dove saranno prodotti e distribuiti prioritarmente, non è escluso che i prodotti del distretto di Novosibirsk possano poi viaggiare verso la Bielorussia, il Kazakhstan, la Mongolia e l'Iran e attirare investimenti e tecnologie straniere.

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