Renzi si dimette, il Cremlino: "Apprezziamo il suo operato"

Il Presidente russo Vladimir Putin e il premier dimissionario Matteo Renzi al Forum economico di San Pietroburgo.

Il Presidente russo Vladimir Putin e il premier dimissionario Matteo Renzi al Forum economico di San Pietroburgo.

: AP
Dopo la vittoria del no al referendum, il premier italiano sale al Colle e in Russia ci si interroga su come cambieranno le relazioni tra Mosca e Roma. Il portavoce di Putin: "Grande sostenitore di un dialogo attivo e costruttivo su tutti i livelli"

Il terremoto innescato dalla vittoria del no al referendum e le annunciate dimissioni del premier italiano scuotono anche la Russia, dove ci si interroga su come cambieranno gli equilibri nel dopo-Renzi. E anche se il Cremlino non si lascia andare a commenti sugli esiti delle urne in Italia, Mosca non nega il ruolo importante giocato da Renzi nei rapporti tra la Russia e l’Occidente. "Il referendum è una questione esclusivamente interna alla politica italiana – ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov -. Per questo non abbiamo il diritto di rilasciare nessun commento e non lo vogliamo fare. Tuttavia non si può nascondere il ruolo giocato da Renzi nello sviluppo dei rapporti tra l'Italia e la Russia, anche nei momenti più difficili: si è dimostrato un vero sostenitore del dialogo attivo e costruttivo ai più alti livelli, affrontando specifiche questioni di cooperazione a livello economico e commerciale, a livello di investimenti e di questioni bilaterali. Per questo apprezziamo molto il suo operato".

Maksim Yushin, editorialista di politica estera del giornale Kommersant, ricorda che più volte negli ultimi anni si è sentita l'influenza di Renzi, soprattutto nei momenti più critici. Secondo Yushin, tra i "pesi massimi europei", Matteo Renzi si è sempre rivelato quello più ben disposto nei confronti di Mosca.

"Poco tempo fa, ad esempio, proprio Renzi ha frenato il tentativo di Francia e Germania di introdurre nuove sanzioni contro Mosca per la situazione siriana – ha spiegato Yushin -. E non dimentichiamo che all'indomani dell'abbattimento del Boeing malese nel Donbass nell'ottobre 2014, quando l'isolamento di Mosca sull'arena internazionale ha vissuto uno dei momenti più difficili e nessuno si trovava d'accordo con le posizioni di Putin, proprio Renzi ha invitato il leader russo a Milano. Si tenne un vertice Europa-Asia e in quel momento la Russia ha iniziato lentamente a uscire dall'isolamento internazionale. Proprio a Milano infatti Putin ha incontrato la Merkel, avviando una ripresa dei rapporti. Ed è stato Matteo Renzi a dare una spinta in questa direzione".

Il quotidiano economico Vedomosti\nLe copertine dei giornali russi<p>Il quotidiano economico <em>Vedomosti</em></p>\n
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"Nel momento in cui Renzi uscirà di scena e al suo posto si installerà un governo tecnico, le possibilità сhe le sanzioni vengano rinnovate sono molto alte", ha aggiunto Yushin.

Così come ha spiegato alla stampa russa il direttore dell'Istituto Affari Internazionali Ettore Greco, esperto del forum di discussione internazionale Club Valdaj, la sconfitta di Renzi è un colpo per quei leader europei che hanno sostenuto il rafforzamento delle istituzioni europee, come Angela Merkel.

Il giornale russo Izvestiya riporta poi le parole del deputato della Lega Nord Paolo Grimoldi, convinto che ora si aprirà una nuova era nelle relazioni tra l'Italia e la Russia. "Il referendum – ha detto -, è il primo passo verso il cambiamento delle relazioni tra i nostri due Paesi. I primi progressi sono già iniziati e sono indispensabili per Roma. I rapporti con Mosca sono molto importanti per noi. Con il fallimento di questo referendum cresce la necessità di andare al voto in Italia. Si apre la possibilità di formare un nuovo governo, bendisposto nei confronti di Mosca. La futura leadership italiana si opporrà con coraggio a nuove sanzioni antirusse e si riuscirà finalmente ad abolire quelle vecchie".

Secondo il capo del comitato della Duma di Stato per gli affari internazionali Leonid Slutskij, il fallimento del referendum potrebbe portare alla salita al potere dell'opposizione, favorevole all'abolizione delle sanzioni. Slutskij ha ricordato che, in caso di elezioni anticipate, "al governo potrebbero salire i rappresentanti di quell'opposizione che esprimono il proprio "niet" alle sanzioni antirusse e che hanno addirittura visitato la Crimea". In questo caso, ha detto Slutskij, l'Italia sarebbe ancora più vicina all'abolizione delle sanzioni contro la Russia.

 
 

Il vice segretario del consiglio generale del partito "Russia Unita", membro del comitato per gli affari internazionali della Duma di Stato Sergej Zheleznyak, sostiene che gli ultimi avvenimenti che hanno interessato diversi Paesi europei, in particolar modo le votazioni in Austria e il referendum in Italia, dimostrano l'eterogeneità della società europea e la spaccatura politica all'interno dell'UE. "La politica dell'UE con l'erosione delle sovranità nazionali, delle frontiere territoriali e degli interessi economici, sta subendo una crisi globale", ha detto Zheleznyak.

Secondo Vittorio Torrembini, vice presidente di Gim Unimpresa, l’associazione degli imprenditori italiani in Russia, non ci saranno sostanziali cambiamenti nel dopo-Renzi e i rapporti tra Mosca e Roma non subiranno grosse modifiche. "Se ci saranno dei problemi, essi saranno in Italia, ma non riguarderanno le relazioni con la Russia – ha detto -. Il futuro delle sanzioni invece sarà in gran parte legato al nuovo clima che si instaurerà con gli Stati Uniti". Positivo, nel complesso, il contributo dato da Renzi nelle relazioni con il Cremlino: "Le sue visite e le attenzioni rivolte a Mosca ci hanno messo in una luce estremamente positiva nei confronti di Mosca – ha concluso Torrembini -. Non si può negare il contributo positivo che ha dato".

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