Quali calzature si indossano in inverno in Siberia e nell’Estremo Nord?

Aleksandr Patrin/Sputnik
Questi tipi di stivali tengono caldo anche quando fa molto freddo. E alcuni avrebbero addirittura un effetto curativo!

Non è raro che in Siberia e nell’Estremo Nord della Russia d’inverno ci siano meno 50 ºC. Eppure bisogna andare al lavoro e a scuola. Abbiamo già scritto di come le persone si vestano per affrontare un simile clima. Oggi invece parleremo di quali calzature tradizionali sono molto apprezzate in diverse regioni della Russia per fronteggiare il grande freddo.

1 / Valenki

Queste tradizionali calzature invernali realizzate in lana di pecora follata (la follatura è un’operazione che consiste nel compattare il tessuto attraverso l’infeltrimento, per renderlo compatto e in persino impermeabile) sono diventate da tempo un simbolo della Russia tanto quanto la matrioshka o il samovar. La produzione di massa iniziò nel XIX secolo e i valenki divennero popolari in tutto il Paese. Oggi, oltre ai soliti valenki color grigio-marrone, in città, per chi è sensibile alla moda, ci sono anche modelli decorati e con suole spesse e comode.

La particolarità dei valenki è che non c’è differenza tra quello sinistro e quello destro. Una volta indossati, si modificano per adattarsi alla forma del piede, quindi occorre sempre comprarli più grandi di una taglia. Durano senza problemi dieci stagioni.

I valenki, tra l’altro, hanno anche proprietà curative: la lana contiene la lanolina, che allevia efficacemente i dolori muscolari e reumatici e favorisce la guarigione delle ferite.

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2 / Pimy

Le popolazioni indigene del Nord, i nenets e i komi, hanno il proprio tipo di calzature invernali. Si chiamano pimy e sono ottimi per gli inverni nevosi della tundra

Si tratta di stivali alti realizzati in pelle di renna (tessilfoca) con pelliccia all’esterno. Di norma, i pimy sono decorati con tradizionali ornamenti del Nord. Siccome il gambale è morbido, viene allacciato alla cintura o sotto il ginocchio. Attualmente i pimy si fanno anche con i lacci. Un paio si può indossare per 5-7 anni.

3 / Kisy 

Anche i kisy sono calzature tradizionali dei popoli del Nord realizzate in pelle di renna, ma destinate all’inverno più mite o alla primavera. Il loro gambale è fatto solo di drappo o pelle, mentre la parte inferiore è sempre di pelliccia.

Come i pim, i kisy sono decorati con ornamenti. Un’artigiana può anche ricamare gli stivali con margheritine o strisce di pelliccia. I kisy da donna vengono realizzati anche con piccoli tacchi.

4 / Unty

Anche gli unty sono stivali di pelliccia, ma, a differenza dei pim, possono essere realizzati non solo in pelle di renna, ma anche di pecora. La parola stessa, tradotta dalla lingua evenki, significa “calzature”. Sono molto popolari nell’Estremo nord, in Jakuzia e nelle regioni settentrionali della Siberia. Un paio può durare 10-15 anni.

La squadra femminile di paracadutismo di Mosca durante una gara a Sverdlovsk (oggi Ekaterinburg), dopo un lancio di gruppo

Nei tempi sovietici, gli unty divennero parte dell’uniforme dei piloti che lavoravano nell’Estremo Nord e nell’Estremo Oriente. Differivano dagli unty tradizionali in quanto la parte inferiore (la scarpa stessa) era ricoperta di pelliccia all’interno e l’esterno era liscio e impermeabile. Il gambale era foderato con pelle di pecora e includeva cinghie per stringerlo e non lasciar entrare la neve. Anche oggi gli unty fanno parte dell’uniforme dei piloti del nord.

5 / Burki 

Questi stivali con il gambale di feltro furono progettati nel XIX secolo nel territorio dell’attuale Bielorussia appositamente per il clima freddo. E negli anni sovietici, a metà del XX secolo, i burki divennero molto popolari in inverno nelle zone rurali.

Oblast di Mosca. 1964, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Pcus Nikita Khrushchev e il leader rivoluzionario cubano Fidel Castro (sugli sci) durante una gita nella natura

Ancora ggi sono prodotti in serie in Russia e sono richiesti dai lavoratori dell’Estremo Nord, da chi opera nelle foreste e dai cacciatori. Questi stivali sono molto resistenti e comodi per il lavoro attivo.

6 / Olochi 

Si tratta delle calzature tradizionali dei popoli dell’Estremo Oriente, e sono diffusi soprattutto tra i cacciatori nanai. Sono realizzate in vacchetta ed hanno cuciture esterne per evitare sfregamenti ai piedi. Il gambale può essere fatto di pelle, tela catramata o camoscio. La suola è di feltro e può essere recuperata da vecchi valenki. La struttura delle calzature consente di muoversi nella foresta quasi senza fare rumore e, se necessario, di toglierle rapidamente. Gli olochi e i loro analoghi esistono oggi anche di fabbricazione industriale, pur con modifiche moderne.

 

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