Com’è essere musulmani a Mosca?

Nei giorni di festa islamica, le moschee della capitale russa non bastano per contenere tutti i fedeli, che affollano tutte le vie circostanti, paralizzando il traffico…

L’islam è la seconda religione più diffusa della Russia, che è tra i 20 paesi del mondo con la popolazione islamica più numerosa (13,6%). Da secoli, i cristiani e i musulmani convivono pacificamente nello stesso Stato e questo forse spiega, almeno in parte, perché riescono sempre a intendersi.

Ragazza con bambino alle celebrazioni della Giornata della Russia nel Parco Gorky di Mosca

La maggioranza dei musulmani della Russia vive tuttora nelle regioni che storicamente erano a maggioranza islamica: il Caucaso del Nord, il Tatarstan e la Baschiria (Bashkortostan), dove la vita è organizzata, in gran parte, secondo i canoni dell’Islam. Tuttavia, parecchi musulmani si trasferiscono a Mosca e San Pietroburgo, perché le due megalopoli offrono maggiori opportunità. Inoltre, a Mosca arrivano per lavoro anche molti abitanti delle ex repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale. Ne risulta che, considerando anche i musulmani che da generazioni vivono nella capitale russa, la popolazione islamica di Mosca è di 3,5 milioni di persone, sul totale di circa 13 milioni di abitanti.

Storicamente Mosca era una città cristiana ortodossa, e poi è stata la capitale del potere ateo dei soviet. Così, oggi a Mosca ci sono soltanto 4 moschee e alcuni centri culturali islamici per tutti questi milioni di fedeli. Durante la preghiera del venerdì e, soprattutto, nei giorni delle grandi feste islamiche, le moschee non bastano per contenere tutti i credenti e molte persone pregano nelle vie circostanti. Ciò nonostante, i musulmani dicono che Mosca è una città molto vivibile.

Niente avversione, soltanto qualche incomprensione

Aisha è nata in Inguscezia (repubblica russa del Caucaso del Nord, dove il 98% della popolazione professa l’Islam) da genitori musulmani e si è trasferita a Mosca nel 2021. A Mosca ha degli amici della sua terra e anche dei parenti, pertanto è in contatto soprattutto con altri musulmani, e ha poche relazioni con persone di altre religioni. Siccome i musulmani a Mosca sono tanti, “spesso ho la sensazione di non essermi trasferita da nessuna parte: ovunque io vada, ogni giorno incontro 3-4 ragazze con la testa coperta, per non parlare poi dei musulmani in generale”, dice Aisha.

L’imam della Moschea Cattedrale di Mosca Marat-khazrat Arshabayev durante il namaz (ossia il Ṣalāt; la preghiera musulmana obbligatoria) in occasione della festa di Id al-adha

Anche Aisha porta l’hijab (velo islamico). Ogni tanto c’è qualcuno che la prende in giro o fa dei commenti sgradevoli, ma la ragazza non lo percepisce come avversione, bensì come incomprensione, che con il tempo potrà essere superata.

“Quando mia sorella è venuta per la prima volta all’università con la testa coperta, gli studenti l’hanno ignorata. Lei però è molto comunicativa, col tempo è riuscita a stabilire il contatto con tutti. Tutti hanno capito che lei non è un extraterrestre solo perché porta il velo. Adesso non ha più problemi, è in rapporti di amicizia con tutti”.

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Aisha all’inizio era rammaricata  dal “distanziamento” che vedeva nei suoi confronti. Nel contempo, a detta sua, rispetto ai non musulmani, si sente trattata con più tatto e rispetto: “I russi sono molto aperti, ci mettono poco a stringere amicizie. Quando tu porti il velo, loro non capiscono semplicemente che cosa possono e non possono dire e fare, per questo ti trattano in maniera più pacata e rispettosa”. 

“Mosca mi piace, è una città molto comoda. Puoi pregare ovunque, fare la zakāt (la quota di denaro che i musulmani sono tenuti a versare ogni anno per “purificarsi”). I miei amici musulmani, che viaggiano molto, dicono che per i musulmani Mosca è la città numero uno; meglio di Londra”.

Che cosa è l’islam per un musulmano?

Camilla è nata e cresciuta a Samara (città sul Volga a circa 1000 km da Mosca). Sebbene nella sua città nativa avesse più conoscenze tra i musulmani, a Mosca si sente a suo agio. “La fede è quello che la persona ha dentro, pertanto per me è indifferente di che fede sono le persone con cui ho a che fare. Non importa se la città è islamica o meno. Certo, mi piace visitare le città dove la chiamata alla preghiera risuona dai minareti 5 volte al giorno, ciò cambia totalmente l’atmosfera. Più importante però è che la città sia vivibile”. 

Mosca, donne con bambino nei pressi della fontana “geyser” in piazza del Maneggio

Secondo Camilla, a Mosca nessuno ha mai parlato male né di lei, né della sua fede. C’è stato un solo caso spiacevole, quando le ragazze all’università hanno sparlato dell’Islam in sua presenza. Tuttavia, questo non ha cambiato la sua impressione generale. Le persone a Mosca, dice Camilla, sono così tante che non è affatto un problema trovare dei fratelli nella fede.

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Mantenere l’identità

Il ceceno Magomed conferma quanto detto da Camilla: la gente a Mosca è amichevole. A lui piacciono soprattutto le persone che gli fanno domande sull’islam, perché è sempre un piacere incontrare qualcuno che cerchi di capire la tua fede.

Mosca. Fedeli musulmani durante la festa dell’Id al-Adha (in Russia nota come Kurban-bajram; la “festa del sacrificio”) alla moschea commemorativa Shuhada sulla collina Poklonnaja

Magomed è nato in Cecenia, ma quando aveva 3 anni, la sua famiglia si trasferì n Germania. Avendo trascorso molti anni in Germania, ha scoperto abbastanza tardi tardi la sua appartenenza etnica e religiosa, anche perché durante tutto questo tempo parlava soltanto il tedesco e l’inglese. Soltanto dopo essere tornato in Cecenia all’età di 11 anni, ha imparato la lingua cecena e il russo, e ha cominciato a studiare l’Islam. 

“Durante il mio primo anno a Mosca mi sentivo a disagio ed ero molto timido. Poi mi sono adattato. In genere, devo dire che Mosca mi ha aiutato a capire che in realtà sono molto più comunicativo di quanto pensavo”. Atteggiamento negativo nei suoi confronti non ne ha mai notato, anche se ogni tanto ha sentito delle barzellette sui musulmani, basate su stereotipi: “Mi sarebbe davvero dispiaciuto se avessero cominciato a deridere o a insultare la mia fede, ma questo non è mai capitato”.

L’orario di lavoro delle aziende e degli uffici di Mosca non prevede pause per pregare. Tuttavia, Magomed riesce comunque a recitare tutte le preghiere canoniche. Per questo porta con se il tappeto da preghiera o, semplicemente, usa il suo giubbotto. Fanno altrettanto anche molti altri musulmani di Mosca, talvolta anche dentro le stazioni di metropolitana. “Sono stato molto impressionato da quello che ho visto una volta durante l’inverno scorso: vicino alla fermata dell’autobus c’era un piccolo campo coperto di neve, al centro del campo un uomo aveva steso il suo tappeto e stava pregando”, ha ricordato Magomed.

Mosca. Musulmani alla Moschea Cattedrale durante la festa di Id al-fitr (in Russia conosciuta come Uraza Bairam; la festa della fine del digiuno del Ramadan)

Ai maschi, oltre alle 5 preghiere giornaliere, l’islam impone anche la preghiera del venerdì, quando devono andare in moschea. Questo, a detta di Magomed, è uno dei pochi veri problemi: “Il venerdì a Mosca è un giorno lavorativo, l’orario ridotto non è previsto; mi ci vuole un’ora e mezza per raggiungere la moschea, pertanto qualche volta non riesco ad assistere alla preghiera del venerdì”.

Mosca. Musulmani durante la  preghiera solenne in occasione della festa di Id al-Fitr (la festa della fine del digiuno del Ramadan) alla Moschea Cattedrale

Magomed ammette che in Cecenia per lui sarebbe stato più facile rispettare tutti i canoni dell’islam, ma a Mosca ci sono più opportunità. Anche la Germania gli manca un po’, ma se dovesse scegliere tra Germania e Russia, sceglierebbe la Russia, perché per lui sono importanti la vita spirituale e i suoi legami con le radici.

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