Come vivono i russi nel deserto artico, dove l’inverno è senza fine

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ANNA SOROKINA
Infinite distese di neve e ghiaccio. Forti raffiche di vento e temperature quasi sempre abbondantemente sotto lo zero. L’area degli inospitali deserti artici si estende su gran parte delle isole dell'Oceano Artico e sulla vicina terraferma. Nonostante le condizioni altamente inospitali, qui la gente vive e lavora

Laddove finisce la tundra, inizia il deserto artico, l’ecosistema più settentrionale del Pianeta. A differenza dei deserti caldi, qui non troverete sottili granelli di sabbia, ma distese di ghiaccio e neve che si perdono a vista d’occhio. “Il Polo Nord mi è sempre sembrato assolutamente lontano, misterioso, gelido e addirittura più pericoloso dello spazio - dice lo scrittore russo contemporaneo Evgenij Grishkovets, che nell’estate del 2021 ha partecipato a una spedizione artica -. A essere onesti, la realtà ha superato tutte le mie aspettative. È un posto dove il sole non tramonta, ma gira intorno a te. È la cima del mondo!”. 

Inverno infinito

“Qui ci sono due stagioni: l’inverno con la neve, che dura da settembre a maggio; e l'inverno senza neve, che dura da giugno ad agosto”, dice Igor Petrenja del villaggio di Billings, in Chukotka, che da alcuni mesi lavora come vicepreside in una scuola locale.

A Billings, sulla costa del Mar Siberiano Orientale, vivono meno di 200 persone: lavorano tutte o alla stazione meteorologica locale o producendo artigianato tradizionale. Il centro amministrativo, la città di Pevek, si trova a circa 400 km di distanza. Il villaggio è circondato su ogni lato dalla natura più selvaggia.

Questa parte del mondo è una delle più inospitali per la vita umana: vi basti pensare che il terreno, qui, è coperto di neve quasi tutto l’anno e solo in estate la temperatura sale un po’ sopra lo zero. La notte polare dura da tre a quattro mesi, e in estate è sostituita dal giorno polare. A causa dell’assenza di vegetazione e della vicinanza dell’oceano, i venti soffiano fortissimo. 

Ad agosto, al culmine della “stagione calda”, la temperatura non sale oltre i 10°C. La prima neve cade all'inizio di settembre e rimane per tutto l'inverno. “In generale, mi piace il clima locale - dice Igor. - Non amo il caldo. Mentre qui è esattamente il giusto”. Detto ciò, ammette di sentire la mancanza della vegetazione: ciò che rende il deserto artico simile a quelli meridionali, non è solo il terreno piatto o l’assenza di alberi e arbusti, ma anche l’aria secca, che si fa ancor più secca oltre il Circolo Polare.

Una caratteristica curiosa di queste zone è che qui c’è molta elettricità statica nell'aria. “Puoi stringere la mano a qualcuno e ricevere una scossa elettrostatica; o passare una chiavetta USB a un’altra persona e vedere una scintilla - racconta Igor -. In ufficio, prima di metterci al lavoro al computer, tocchiamo qualcosa di metallo, come un radiatore, per scaricare l'elettricità dal proprio corpo; altre volte vai in bagno, metti le mani sotto l'acqua corrente e ricevi una piccola scossa elettrostatica. Questo succede di continuo”. 

Il turismo

Il territorio coperto dal deserto artico comprende gli arcipelaghi di Novaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe, le isole della Nuova Siberia, l'estremo nord dello Jamal, la penisola di Taimyr, la Jakutia e la Chukotka. Ovviamente qui si contano ben pochi insediamenti: oltre a Billings, la parte continentale del deserto artico comprende anche i villaggi di Dikson, sul Taimyr (con una popolazione di poco più di 500 persone), e Barentsburg sulle Svalbard (490 persone), oltre a diverse zone dove vivono gli operai che a turno lavorano per produrre petrolio e gas, di cui l'Artico è ricco. Le isole dell'Oceano Artico ospitano invece solo basi militari e stazioni polari dove operano gli scienziati.

Le basi militari più settentrionali della Russia sono Arctic Shamrock e Northern Clover, situate sull’isola russa Terra di Alessandra (nella Terra di Francesco Giuseppe) e sull’isola Kotelnyj. Ogni base è composta da vari edifici collegati tra di loro da passerelle, in modo che il personale in servizio non debba uscire per recarsi da un edificio all’altro. 

L'isola di Hayes, che fa parte dell'arcipelago della Terra di Francesco Giuseppe, ospita fin dall'epoca sovietica la stazione meteorologica più settentrionale del paese. Oggi qui vivono solo cinque persone, anche se prima del crollo dell'URSS si contavano quasi 400 abitanti.

Tra i pericoli più comuni che si ritrova ad affrontare la gente che vive da queste parti ci sono gli orsi polari, che possono avvicinarsi alle persone in cerca di cibo.

Per quanto questi luoghi siano inaccessibili e pericolosi, attirano un gran numero di turisti. Alcune isole degli arcipelaghi della Terra di Francesco Giuseppe e di Novaja Zemlja fanno parte del più grande parco nazionale russo, chiamato Russian Arctic.

Ogni anno, circa 1.500 turisti visitano le isole dell’Oceano Artico per ammirare gli uccelli polari, i maestosi ghiacciai, le colonie di trichechi e i fantastici paesaggi artici. L'unico modo per arrivarci è a bordo di una rompighiaccio partendo da Murmansk o da Arkhangelsk. E il prezzo non è per niente economico: un viaggio di una settimana, per una persona con posto in cabina, è a partire da 5.000 dollari. Ma ne vale sicuramente la pena!

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