Un secolo fa era praticamente impossibile incrociare per strada una donna con i capelli corti o sciolti: quest’ultimo caso, in particolare, sarebbe paragonabile a presentarsi in ufficio oggi con la camicia da notte! In passato, infatti, le donne di tutte le età avevano chiome lunghe che portavano raccolte in trecce.
Una delle acconciature apparentemente più semplici - una lunga treccia - era una caratteristica sacrosanta per le donne dell'antica Russia. In primo luogo, era un modo per comunicare se la fanciulla era nubile o impegnata in una relazione: una ragazza non sposata portava una sola treccia, e quando si fidanzava decorava la propria treccia con un nastro dai colori brillanti.
Due nastri indicavano che i genitori della giovane avevano già dato il proprio consenso al matrimonio.
Due trecce, invece, potevano essere sfoggiate solo da donne sposate. Esisteva inoltre l’antica usanza di sciogliere la treccia alla vigilia del matrimonio: un gesto che simboleggiava l’addio alla vita da nubile di una ragazza. In alcune regioni, alla cerimonia prendeva parte il fratello della futura sposa; in altre, lo sposo o le damigelle.
La vestizione di una sposa russa. Konstantin Makovskij
Serpukhov Historical-Art MuseumPoiché il suo stato civile obbligava la donna a tenere sempre la testa coperta, le trecce venivano unite a comporre un'intricata acconciatura che si adattava sotto il copricapo. E nessuno al di fuori della sua famiglia poteva vedere i suoi capelli! Se una donna non si sposava (si verificavano anche questi casi, naturalmente), portava una sola treccia fino alla vecchiaia.
La treccia di una donna era vista come un simbolo di onore, proprio come la barba di un uomo: strappare una treccia era considerato un grave affronto! Nell'antica Russia, la treccia di una contadina poteva essere tagliata con la forza come punizione per aver compiuto atti di fornicazione. E la punizione era imposta da un tribunale contadino.
Allo stesso tempo, una ragazza poteva tagliare la propria treccia come segno di lutto per il suo fidanzato morto: era il suo modo di dire al mondo che non voleva mai più sposarsi.
In alcune regioni vi era l’usanza di regalare la treccia di una ragazza: veniva affidata, ad esempio, al futuro marito, come se lei mettesse la sua vita nelle mani di lui. In caso di guerra, il soldato poteva portare con sé la treccia della moglie come un talismano.
Nel mondo slavo vi erano un sacco di superstizioni relative ai capelli. Principalmente, si credeva che i capelli fossero il deposito della forza vitale di una persona e quindi dovevano essere trattati con cura.
I capelli dei bambini piccoli non venivano tagliati fino a quando non raggiungevano una certa età (in alcuni luoghi tre anni, in altri anche cinque) e si evitava di pettinarli. La cerimonia del primo taglio di capelli era uno degli eventi principali nella vita di un giovane slavo.
Ragazza davanti a uno specchio, 1848. Phillip Budkin
Belarus National Art MuseumLe ragazze imparavano a prendersi cura dei propri capelli fin dalla più tenera età e permettevano solo alle persone più vicine a loro di pettinarle e di intrecciare le loro trecce. Più folta era la treccia (meglio se lunga fino alla vita e spessa quanto un braccio), più una ragazza era considerata appetibile per trovare marito. Le ragazze si pettinavano minuziosamente la sera, ripristinando l'energia persa durante il giorno. Durante l'intreccio dei capelli, si potevano intonare frasi magiche sull'amore o sull'allontanamento del malocchio.
Mentre una treccia diffonde la sua forza vitale alla sola ragazza, due trecce simboleggiano la vita di lei e dei suoi futuri figli. C'è una superstizione che sopravvive allo scorrere del tempo, secondo la quale le donne incinte non dovrebbero farsi tagliare i capelli. Ma questo non significa che nell'antica Russia la gente non si tagliasse i capelli!
Ragazze durante la celebrazione della festa di Ivan Kupala
Aleksandr Polegenko/SputnikPer far sì che i capelli crescessero più velocemente e acquistassero spessore, le ragazze si facevano tagliare le punte a partire dai 16 anni, ma solo durante la luna crescente. Inoltre, i capelli tagliati non potevano semplicemente essere buttati via, perché il proprietario si sarebbe esposto al rischio di finire vittima di un incantesimo. Al contrario, venivano bruciati. A proposito: ancora oggi molte donne in Russia consultano il calendario lunare per scegliere il giorno per tagliarsi i capelli.
Per le ragazze non solo era considerato sconveniente portare i capelli sciolti, ma anche pericoloso, perché si poteva finire sotto l'influenza negativa delle forze del male. Allo stesso tempo, per la festa pagana di Ivan Kupala le ragazze erano autorizzate a sciogliere le trecce, ma solo con il preciso scopo di facilitare il “contatto” con il mondo degli spiriti.
Anche gli slavi rappresentavano le streghe con i capelli sciolti: dalle sirene a Baba Yaga
Una scena tratta dal film "Viy"
Konstantin Ershov, Georgij Kropachyov/Mosfilm, 1967
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