Questo antico copricapo, diventato ormai l’elemento simbolo del costume nazionale russo tradizionale, nel passato era indossato per una precisa ragione: lo portavano le donne sposate perché i loro capelli dovevano essere nascosti da occhi indiscreti. I kokoshnik erano di diverse forme e colori: potevano essere ricoperti di velluto, decorati con applicazioni e ricami, ma anche con perline, e persino con vere perle e pietre preziose.
LEGGI ANCHE: Kokoshnik: otto cose che dovete sapere sul copricapo russo per eccellenza
Quelli di oggi sono molto sobri: assomigliano a cerchietti, e possono essere abbinati a qualsiasi look quotidiano.
Una versione più audace è realizzata in velluto e finta pelle, con anelli a forma di piercing, bottoni e altri accessori.
Il platok, il tipico scialle russo, è un altro accessorio molto diffuso. È arrivato in Russia dall’Oriente nel XVII secolo ed è entrato di prepotenza nel costume popolare. A usarlo, anche in questo caso, erano le ragazze sposate per coprire i capelli, nascondendoli agli estranei, e ancora oggi le donne non possono entrare in chiesa senza avere il capo coperto.
LEGGI ANCHE: Perché le donne russe in chiesa si coprono la testa con un foulard?
Questi foulard assomigliavano spesso a un’opera d’arte: erano dipinti con motivi floreali sgargianti e tutti i tipi di ornamenti.
Le ragazze russe indossano questo velo anche oggi, con pellicce o cappotti lunghi. Tuttavia, i marchi di moda russi offrono anche opzioni con disegni più semplici o in tinta unita, e persino in cachemire.
In inverno, invece di un foulard normale, uno realizzato con tessuto trapuntato con isolamento termico vi farà stare più calde.
E, in caso di pioggia, che ne dite di un foulard in tessuto impermeabile?
Quelli in ecopelle sono poi diventati oggi una vera tendenza.
LEGGI ANCHE: Cinque modi di portare il foulard russo in testa senza sembrare una babushka
È difficile da immaginare, ma queste strane scarpe con la suola piatta, in rafia di corteccia di betulla, olmo o salicone sono state indossate dai tempi dell’antica Rus’ fino agli anni Trenta del Novecento, tanto in estate quanto in inverno! La durata di tali scarpe era da tre a dieci giorni. Per non congelare, nella stagione fredda, si metteva della paglia al loro interno e si indossavano calzini di lana.
LEGGI ANCHE: Russia, la terra dei lapti, le scarpe “magiche” dei contadini
Oggi, questi sandali intrecciati possono essere visti solo negli eventi di rievocazione storica. Ma il marchio di moda “Faktura tepla” ha inventato i lapti di nuova generazione, adatti per la stagione calda. Sono fatti di carta kraft lavabile e promettono almeno diversi anni di utilizzo.
“Indossandoli, appaiono delle piegature, che conferiscono ancora più resistenza ai nostri sandali di rafia. Sono molto leggeri, comodi e non sfregano affatto la pelle. E poi ‘respirano’ grazie agli spazi aperti che restano durante l’intreccio”, afferma il sito web del marchio.
Prima che apparissero piumini e giacche a vento, le donne in Russia indossavano la “dushegreja”, che letteralmente significa “qualcosa che riscalda l’anima”. Sembrava più un gilet o una giacca aderente, e spesso era ricamata con fiori o ornamenti floreali, e le donne la portavano sopra il sarafan.
Oggi, la dushegreja è un lungo gilet senza maniche, a volte simile a un vero abito. Il marchio russo Onsitsa ne realizza in lino, lana e tessuti jacquard, adornandole con bottoni vintage.
Le donne sposate dovevano coprire non solo la testa, ma anche le gambe. Non bastava indossare un abito lungo e un sarafan: le donne si allacciavano alla cintura un gonnellone lungo di lana, chiamato “ponjóva”. Molto spesso queste gonne fino ai piedi erano rosse o blu, spesso a scacchi o a strisce con motivi ricamati.
La versione moderna è in tonalità nere o color pelle e con molti meno ricami, facile da abbinare su qualsiasi abito in tinta unita.
Uno degli elementi principali del costume nazionale maschile era la “rubakha”: un camiciotto lungo di lino o cotone che era legato con una cintura e indossato insieme ai pantaloni. La versione contemporanea è anche per donne, e decorata con motivi ispirati agli ornamenti nazionali russi.
Il marchio russo “Sonja v tsarstve Diva” continua a cucire camicie russe da uomo, anche se con stampe più moderne.
Le donne in Russia non immaginano il loro guardaroba senza un lungo sarafan, il più delle volte rosso, con motivi e ricami, indossato su un abito (platje) bianco con maniche lunghe.
Versioni moderne sono prodotte da molti marchi, tra cui Levadnaja Details. Secondo il sito web del brand, ogni abito è decorato con ricami ispirati alle sculture in legno russe.
Anche “Sonja v tsarstve Diva” crea abiti lunghi con antiche stampe e ornamenti russi.
L’artista e stilista Lesja Paramonova produce sarafan e abiti con il marchio “Les” nello stile degli abiti russi, ma con i suoi favolosi ricami simili ad arazzi.
Dieci stilisti che in Russia rielaborano i vestiti etnici rendendoli di gran moda
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email