I cinque più bei combattimenti di sempre del leggendario campione Khabib Nurmagomedov

Reuters
Dopo la ventinovesima vittoria in carriera (e zero sconfitte), il campione di arti marziali miste originario del Daghestan ha annunciato il ritiro da imbattuto, perché, dopo la morte per Covid-19 del padre e allenatore, nulla è più come prima. Riviviamo alcuni dei suoi indimenticabili incontri

1 / 20 gennaio 2012 – vs Kamal Shalorus

Khabib Nurmagomedov ha battuto il suo primo avversario al debutto nell’UFC, l’Ultimate Fighting Championship, nel suo modo classico, portando il suo avversario a terra, schiacciandolo lì e costringendolo ad arrendersi con una dolorosa sottomissione. A Nashville, negli Usa, l’iraniano Shalorus ha tentato senza successo di allontanarsi da Khabib, ma tutti i suoi sforzi sono stati vani. Non appena ha voltato le spalle, Khabib lo ha immediatamente afferrato sotto il collo e ha sottoposto il suo avversario al rear naked choke.

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2 / 19 gennaio 2013 – vs Thiago Tavares

Nel 2013, Thiago Tavares era uno dei combattenti più promettenti del Brasile. Guardava accigliato Khabib durante la presentazione mentre la folla brasiliana (l’incontro era a San Paolo) gridava “Sei morto!” al russo, che sorrideva. Il motivo di quella reazione furiosa del pubblico era stato l’ingresso di Khabib con indosso una maglietta con su scritto: “Se il Sambo fosse facile, si chiamerebbe Jiu Jitsu”

Due minuti dopo l’inizio del combattimento, Khabib sferrò un potentissimo montante dritto alla mascella del suo avversario. Il brasiliano cadde a terra e finì privo di sensi quando il russo si sedette sopra di lui colpendolo con spietate gomitate alla testa. Ko tecnico (colpi). E per di più Tavares risultò poi anche positivo all’antidoping.

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3 / 12 novembre 2016 – vs Michael Johnson

Questo è stato il giorno in cui Khabib ha mostrato tutto il suo potenziale nella sottomissione.

A New York l’avversario di Khabib era l’americano Michael Johnson e lui gli mostrò, in particolare, quanto fosse bravo con le tecniche dolorose. Al terzo round, Johnson si stava aggrappando ormai solo al suo spirito e alle sue qualità volitive. Nei due round precedenti, era stato completamente stremato dalla pressione implacabile di Nurmagomedov, che lo aveva gettato spietatamente a terra e lo aveva ripetutamente colpito con i gomiti.

Inizialmente, il lottatore russo dimostrò di essere superiore all’americano anche in piedi, sferrando una serie di colpi precisi. Poi dopo una gragnola di pugni durata un minuto e mezzo, portò Johnson a terra, dove lo demolì con la sua tecnica preferita: bloccare l’avversario contro la gabbia del ring, immobilizzandone le gambe e un braccio, e, una volta che è impossibilitato a parare i colpi e a darne, sfinirlo. Questa tecnica è temuta da tutti gli avversari di Khabib, poiché è considerata la sua mossa caratteristica.

Avendo stabilito il controllo sul suo avversario con entrambe le mani e i piedi, Nurmagomedov eseguì i suoi attacchi, contemporaneamente parlando con lui e cercando di persuadere Johnson ad arrendersi. L’americano si rifiutò di mollare, anche dopo che “l’Aquila” aveva preso posizione sopra di lui e aveva iniziato a colpirlo spietatamente. L’arbitro intervenne quando Khabib cambiò posizione per applicare il “Kimura” (dal nome del leggendario judoka giapponese e del lottatore professionista Masahiko Kimura; 1917-1993) fratturando l’articolazione della spalla del suo avversario, decretando la sua vittoria per Sottomissione (kimura).

4 / 30 dicembre 2017 – vs Edson Barboza

Questo è stato il giorno in cui Khabib ha mostrato la sua superiorità su uno dei migliori colpitori.

Il brasiliano Edson Barboza è famoso per i suoi feroci calci alti e si è guadagnato la fama mettendo fuori combattimento i suoi avversari in questo modo spettacolare. Prima del combattimento, era considerato la più grande minaccia per la leadership assoluta di Khabib.

Tuttavia, una volta chiusa la gabbia, tutta la “minaccia” brasiliana è svanita. Khabib ha accorciato la distanza e non ha dato al suo avversario alcuna possibilità di tirare i suoi calci alti, che trascorreva minuto dopo minuto sempre più sdraiato a terra a difendersi alla meglio dalle gomitate e dai pugni di Nurmagomedov.

Dopo il primo round, Barboza era completamente esausto e ebbe bisogno dell’aiuto di tre suoi compagni di squadra per rimettersi in piedi.

Nel secondo turno, i testimoni oculari notarono una frustrazione totale sul suo volto, visto che il brasiliano non sapeva cosa fare e come avere la meglio su Khabib.

La lotta finì ai punti, e i giudici con decisione unanime dettero a Khabib la vittoria.

5 / 6 ottobre 2018 – vs Conor McGregor

Certamente la performance più divertente e che ha fatto più clamore di Khabib è stato il suo incontro con il famigerato irlandese Conor McGregor.

L’epilogo della loro lotta arriva al quarto round, quando Nurmagomedov prima sfianca il suo avversario, poi, dopo una serie di colpi, lavora magistralmente per migliorare la sua posizione. Per prima cosa, cerca di soffocarlo da dietro e poi, quando questa mossa non ha funzionato, ne applica un’altra, andando dietro la schiena e facendo scattare una presa strettissima attorno al collo dell’irlandese.

Era ovvio dal modo in cui Khabib ha agito alla fine della lotta che c’era un’animosità personale tra i rivali. Nurmagomedov serrò la mascella di Conor con feroce rigidità e alla fine, pochi secondi dopo, McGregor fu costretto a picchiettare la mano del russo, segnalando la sua resa.

L’arbitro, che era molto vicino agli avversari, iniziò subito a separarli, ma Khabib non sembrava voler lasciare la presa. Dopo di che, iniziarono i famosi eventi, con Khabib che salta fuori dalla gabbia e viene coinvolto in una rissa di massa sia nell’ottagono che nell’auditorium.


Il Daghestan inesplorato: viaggio nella patria di Khabib Nurmagomedov 

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