“Vi racconto la mia Pietroburgo, la città che mi ha cambiato la vita”

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Gianni, dottorando all’Università di Brescia, ha trascorso due lunghi periodi nella capitale del nord. Dal fascino delle notti bianche alle atmosfere surreali dei canali, ci racconta la sua esperienza. “Ho imparato il russo parlando coi tassisti e ho capito le emozioni che provava Dostoevskij”

Le notti bianche a San Pietroburgo arrivano gradualmente. I colori chiari del cielo pian piano vincono sull’oscurità, le nuvole si riflettono anche in piena notte sulle acque della Neva e la città si lascia avvolgere da un’atmosfera magica e surreale. “Passeggiare nella quiete dei giardini di San Pietroburgo al chiarore delle notti giugno è forse la cosa più bella che un amante della poesia si possa immaginare”. 

Gianni Carvelli conosce San Pietroburgo come le sue tasche. Dottorando all’Università di Brescia, ha trascorso due lunghi periodi nella Venezia del Nord: una prima volta nel 2017 grazie alla borsa di studio Erasmus Key Action +107, e l’anno successivo per raccogliere materiale per la tesi di laurea. 

“Ricordo chiaramente il momento in cui si aprirono le porte dell’aeroporto e il brivido gelido che provai quando uscii per la prima volta nel freddo dell’inverno russo. Il vento era così forte che non potevo nemmeno tenere gli occhi aperti e vedere dove stavo andando! Solo qualche giorno dopo capii che quelle condizioni climatiche erano del tutto normali. Non avevo mai sperimentato una temperatura così rigida e quando per strada vedevo persone senza guanti, o con abiti relativamente leggeri, pensavo: ‘Cari russi, siete davvero immortali?’. Qualche tempo dopo mi resi conto che è impossibile non innamorarsi di quel freddo intenso, poiché è parte integrante della cultura e dell’ambiente russo”.

 Le kommunalki e i palazzi sovietici 

“In Russia restai molto colpito dalle kommunalki. La prima settimana vissi per l’appunto in un appartamento comunitario all’interno di un enorme palazzo sovietico costruito all’epoca di Khrusciev. Ne rimasi davvero colpito perché si tratta di qualcosa che non si trova in Europa Occidentale. Sono sempre stato un grande appassionato della storia dell’Urss e camminare tra quei palazzoni era un po’ come viaggiare nel tempo.

I russi non capiscono questa mia passione e spesso mi sento dire: ‘Sei italiano, nel tuo paese avete un’architettura bellissima, com’è possibile che ti piacciano i nostri palazzi grigi e le khrusciovke?’”

La metro, il taxi e le marshrutke

“La metro a San Pietroburgo non rappresenta per me un semplice mezzo di trasporto, bensì un’occasione per osservare da vicino le caratteristiche delle persone. Ciò che più mi ha colpito è la compostezza con la quale i russi viaggiano in metro! La bellezza delle fermate, poi, è eccezionale: alcune stazioni sembrano veri e propri musei. La stazione Avtovo è la mia preferita. 

Parlando di meraviglie sotterranee, ovviamente non si può non citare la metro di Mosca, un luogo da visitare assolutamente. 

Ricordo ancora la prima volta che viaggiai a bordo di una marshrutka: per un italiano si tratta di un’esperienza incredibile e inusuale. Primo, notai che i soldi per pagare la corsa sono spesso passati dai passeggeri al conducente, un po' come un passaparola. Secondo, si può scendere in qualsiasi punto della città, ma, quando le marshutke sono molto affollate, è necessario urlare la propria fermata il più forte possibile(Ostanovite, pozhalujsta!).Terzo,  i conducenti delle marshutka guidano ad alta velocità, contano i soldi e danno il resto mentre la marshutka è in corsa e, spesso, fanno tutto questo parlando contemporaneamente al cellulare.

Nei taxi, invece, migliorai moltissimo il mio russo. Prendere il taxi rappresentava per me la più grande occasione per praticare la lingua, visto che all’università studiavo in inglese. I tassisti erano sempre molto loquaci, soprattutto quelli provenienti dalle ex repubbliche sovietiche.

Piter, una città affascinante e malinconica

A San Pietroburgo ho provato molte emozioni diverse e l’impatto con quei luoghi è stato qualcosa di indescrivibile. È una città profonda, in grado di amplificare pensieri e sentimenti. La maestosità del luogo la si incontra ovunque: nei palazzi, nei musei, nelle piazze, nell’architettura. Le sensazioni si mescolano, fino a diventare contrastanti: quiete e misticismo, gioia e malinconia. Tra le vie di quella città ci si riscopre estremamente riflessivi e sensibili. Emozioni che ben capiscono coloro che hanno letto Dostoevskij. Ciò che si prova è una sorta di ‘svetlaya grust’, una locuzione difficile da tradurre, che rappresenta un concetto molto importante nella letteratura russa: descrive una malinconia positiva, funzionale a profonde riflessioni sulla vita. Dostoevskij, parlando di San Pietroburgo, la definì ‘la città più astratta e premeditata di tutto il globo terrestre’.  Adoro definire Pietroburgo attraverso queste sue parole, che alimentano a loro volta la ‘svetlaya grust’.

La bellezza di Pietroburgo ci fa sentire immensi. Osservare la grandezza di quella città ha cambiato il mio modo di essere e di vedere le cose. Per qualche strana ragione, sembrava che il tempo si fermasse, nei luoghi al riparo dalla folla durante le notti bianche. Eracome se in quei momenti tra me e la città, nella sua accezione più astratta, si instaurasse una magica e surreale intimità: era come se la città intera mi aspettasse al fine di poterla sentire profondamente in tutta la sua calma”.

Il confronto con Mosca

“Varie volte sentii dire che Mosca è ‘più russa’ di San Pietroburgo. Ma solo quando arrivai per la prima volta nella capitale capii tutto il valore di quelle parole. L’eleganza di Mosca è qualcosa di impressionante: l’imponenza dell’architettura sovietica e l’elevato numero di chiese ortodosse rendono la città unica. È davvero difficile farsi un’idea della vastità di Mosca. È come se la città stessa cercasse di dirci: ‘Guardate quanto sono forte, potente e gloriosa’. 

In generale, i moscoviti sono sempre di fretta, evitano di parlare delle cose che non ritengono importanti e amano divertirsi. Durante i Mondiali di Calcio è stato bellissimo vedere i russi abbracciare per strada i tifosi provenienti da tante nazioni:lì ho avuto conferma che i russi non sono così freddi come vengono descritti in Occidente, al contrario, sanno essere molto calorosi e accoglienti”.

L'amore dei russi per l'Italia 

“Prima di recarmi in Russia, non avrei mai immaginato che il popolo russo provasse un amore così grande nei confronti dell’Italia, del nostro cibo, della nostra musica. Le canzoni di Albano, Celentano e Toto Cutugno vanno ancora oggi di moda! Non dimentichiamo poi che San Pietroburgo fu costruita proprio da architetti italiani! 

L’esperienza nella capitale del nord mi ha cambiato la vita: non esiste un giorno che non pensi alla Russia. Spero di tornarci al più presto e non vedo l’ora di salire nuovamente a bordo di una marshutkaed esclamare in russo: ‘Passi i soldi al conducente, per favore!’. Così mi sentirò di nuovo un po’ a casa”.

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