Quest’anno tutta la Russia è andata pazza per il calcio: il Paese ha ospitato il Mondiale e le cose sono andate oltre le più rosee aspettative per la squadra di casa. Sfortunatamente, poco più tardi, due calciatori della nazionale hanno ricordato a tutti che il calcio russo non è sempre bello. A ottobre, Aleksandr Kokorin e Pavel Mamaev, su di giri per qualche bicchiere di troppo, hanno iniziato una violenta rissa. In primo luogo, hanno picchiato un autista che hanno incontrato in un parcheggio e poi hanno colpito un funzionario governativo di origine asiatica in un bar, con una sedia!
L’indignazione pubblica non ha avuto precedenti: i russi erano già stufi della ricchezza ostentata dei calciatori. Kokorin e Mamaev sono finiti in carcere e ci rimarranno almeno fino a febbraio. Se alcuni pensano che sia una pena un po’ troppo severa anche per un comportamento così da teppisti, in tanti ritengono che se la siano cercata, e meritino di stare al fresco a lungo.
I russi non sono sempre a loro agio con il politically correct. Uljana Sergeenko, una stilista russa, ha inviato alla sua amica, l’imprenditrice digitale Miroslava Duma (bianca), un invito a una sfilata a Parigi e un mazzo di fiori con la scritta “To my niggas in Paris”. Voleva solo fare riferimento alla canzone di Kanye West e Jay-Z, ma potete immaginare il pandemonio che si è scatenato quando Duma, senza neanche accorgersi di quanto la frase fosse esplosiva, ha postato una foto su Instagram in cui si leggeva il messaggio!
In Occidente le polemiche sono infuriate per diversi giorni, con i giornali e i commentatori che hanno sparato alzo zero su Sergeenko e Duma, definendole razziste e ignoranti. Entrambe si sono cosparse il capo di cenere, e, a quasi un anno di distanza (il fatto risale al 2018), le acque sembrano essersi finalmente calmate per loro.
La Coppa del Mondo è arrivata in Russia quest’estate e gli stranieri hanno invaso le città russe. Sono nate molte amicizie con le ragazze locali, e spesso molto più di un’amicizia, tanto che questi sono stati ribattezzati i “Mondiali del sesso”, e Tinder durante il mese della competizione ha battuto ogni record.
Questa cosa non è piaciuta a tutti. Anzi. La polemica è iniziata con dei politici che mettevano in guardia le donne su quanto sia pericoloso avere rapporti con gli stranieri, che ti mettono incinta e poi ti abbandonano. Quindi diversi maschi russi arrabbiati hanno iniziato a offendere le connazionali sui social network, con epiteti pesanti. E uno scrittore, Platon Besedin, è arrivato a scrivere in un editoriale su uno dei giornali russi più importanti “Abbiamo prodotto una generazione di zoccole pronte ad aprire le gambe non appena sentono parlare una lingua straniera”.
Inutile dire che gli uomini non hanno fatto bella figura con questo intollerabile maschilismo. Le russe hanno ragionevolmente ricordato a tutti che non è affare di nessuno occuparsi di con chi vadano a letto.
Ok, niente in questa storia è decente, quindi non proveremo nemmeno a farla sembrare tale. Una società ha aperto un “bordello legale” a Mosca, usando bambole di silicone al posto delle prostitute. Per farsi pubblicità, ha invitato i giornalisti a venire a testarle. Due grandi testate online, Lenta.ru e The Village hanno accettato questo esperimento di puro giornalismo gonzo.
Il giornalista di The Village ha scritto che l’esperienza con una bambola fredda era così poco appagante, che ha dovuto aprire le foto della sua ex sul cellulare e masturbarsi per “finire” la sua missione. L’articolo è stato pubblicato in modo anonimo, ma alcune ore dopo una collega dell’autore ha scritto che era lei “la ex” dell’articolo, e che si sentiva umiliata, e, inorridita, ha reso pubblico sia il suo nome che quello del giornalista. Già abbastanza disgustati dall’articolo in sé, i lettori si sono divisi per settimane in infinite polemiche. C’era chi sosteneva che fosse intollerabile il comportamento di lui, di descrivere aspetti intimi della ex in un articolo, anche se anonimo; una vera e propria violenza. E chi ribatteva che se la ex non se ne fosse venuta fuori facendo uscire i nomi di entrambi, nessuno avrebbe potuto ricondurre a loro la vicenda, essendo l’articolo firmato con un nome di fantasia. Ora il fatto sembra essere dimenticato. Ma se volete ulteriori dettagli, leggete qui.
Quest’anno Ikea Russia ha fatto una battuta considerata inappropriata. Ha postato una foto di un cane carino e dallo sguardo colpevole davanti a un piatto di bliny con il testo:
“Se hai graffiato la sua auto o mangiato le sue pantofole involontariamente, ecco cosa dovresti fare…
– preparargli dei bliny;
– farglieli trovare sulla sua tovaglia Ikea preferita;
– accoglierlo con un sorriso accennato;
– evitare frasi come ‘caro, dobbiamo parlare.’”
All’inizio sembra una barzelletta su un cane, ma decine di donne l’hanno trovata ripugnante, perché paragona i cani alle donne e, quindi, le donne ai cani. “Avete dato del cane ad almeno il 50% dei vostri clienti, siete sessisti e stupidi! Vi auguro di avere grandi perdite”, era uno dei commenti più teneri. Ikea ha cancellato il post e si è scusata pubblicamente.
Buon anno nuovo! E speriamo che nel 2019 ci siano ancora più storie stupide e folli!
Venti cose bizzarre che i russi hanno cercato su Internet nel 2018
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