In Russia apre un bordello di bambole gonfiabili: il reporter le confronta con la ex ed è scandalo

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Un giornalista di Mosca è stato mandato a far sesso con le donne di silicone, ma ha pensato bene di fare comparazioni molto dettagliate con la sua ex, difendendosi dietro l’anonimato. Ma lei, una collega, ha deciso di rendere pubblica l’identità di entrambi su Facebook, scatenando un putiferio in rete

Un hotel a tre stelle non lontano dai grattacieli della City di Mosca. Nelle camere un bel letto, un grande televisore e specchi a tutte le pareti. Tra le lenzuola una di quelle: brunetta, asiatica, russa o una certa “Lolita” con l’ottava di seno. Sono bambole gonfiabili. Si tratta di un franchising dell’azienda specializzata spagnola Lumidolls. Il tutto è super igienico, assicura il personale.

Nel primo bordello russo di sole bambole sessuali in silicone un’ora con una delle bambole costa 5.000 rubli (68 euro). Ma non assomigliano neanche un po’ alle creature che abbiamo visto nella serie tv sull’alba della coscienza artificiale e sul futuro del peccato “Westworld – Dove tutto è concesso”. Sono “fredde” (sebbene si possano “riscaldare”), “dure”, “ e al posto della lingua hanno qualcosa come un bernoccolino con delle protuberanze” e sembrano “vuote dentro, cosicché se gli metti le dita in bocca, dalla faringe ti sembra di arrivare fino al cervello”.

Queste dettagliate descrizioni vengono dal giornale online “The Village”, che ha inviato un giornalista con il compito di fare sesso con una di queste bambole e poi raccontare cosa si prova.

Il non riuscito anonimato

Ma la grande risonanza l’articolo se l’è guadagnata non tanto per il coraggioso esperimento giornalistico, ma per parte del contenuto, dedicato alla ex ragazza dell’autore.

A giudicare da quanto scritto, il giocattolo sessuale non suscitava nel reporter le emozioni necessarie all’atto. Per aiutarsi, e venire al dunque, il giovane autore ha scritto di aver aperto sul cellulare una fotografia della sua ex e di aver minuziosamente richiamato alcuni episodi intimi della vita sessuale con lei, in particolare rispetto al sesso orale. Solo questo lo avrebbe aiutato a portare a termine la missione ricevuta dal caporedattore, ha confessato nel pezzo, firmato con pseudonimo.

Ma già la mattina successiva, l’anonimato era caduto. “Ciao. Io sono quella ex dell’articolo su The Village. E spiego cosa c’è che non va…”, ha iniziato su Facebookun lungo post con tanto di screenshot della comunicazione con l’autore la giornalista ventiduenne Nina Abrosimova.

Ha spiegato che l’identità di lei e dell’autore era ben nota nel giro dei giornalisti e dei redattori della rivista online e che, quindi, anche un articolo anonimo rappresentava una grave violazione della sua privacy. “Mi sono sentita mancare quando l’ho letto. Il testo è stato scritto e pubblicato con la piena consapevolezza di espormi nuda agli occhi di migliaia di lettori. Per me questo è umiliante. […] Come risultato, mi ha giudicata almeno un quarto dei miei follower su Twitter. Io avrei voluto che tu non avessi mai scritto questo articolo. Ma visto che hai deciso di poterti permettere di farlo, allora anche io mi sono sentita libera di dire a tutti che quel testo è tuo”, ha scritto Nina.

A quel punto, messo alla berlina, l’autore, il ventiquattrenne Kirill Rukov, ha risposto con un post pubblico in cui ha sostenuto di non aver voluto offendere nessuno e che l’immagine da lui tratteggiata della “ex” era in realtà immaginario e metteva insieme varie persone.

La reazione dei social

“Nina, non ci conosciamo, ma sappia che io la appoggio in pieno, capisco cosa si prova e le auguro di dimenticare quanto prima questa orribile situazione”, scrive Ekaterina Ilicjova nei commenti. E sulla stessa linea d’onda sono in molti.

“Questo articolo è schifoso. Come si può descrivere il sesso con una persona che ormai ti è estranea, senza il suo consenso, e tenere in memoria delle foto sue, masturbandocisi su? E per di più pubblicamente scrivere di questo!”, scrive @frost_bluebery su Twitter.

Molti hanno criticato non tanto l’autore, quanto la redazione, domandandosi come abbia potuto permettere la pubblicazione di un simile scritto, e perché non sia stato imposto al giornalista di espungere i dettagli troppo espliciti. “Qual è, in generale, la situazione con l’etica a The Village? Voglio dire, sanno, nel loro piccolo mondo marcio, che ci sono confini da non superare e una privacy da rispettare?”, scrive Marija Vylegzhanina Donskaja.
Il direttore di The Village Tatjana Simakova ha sottolineato che il materiale era fin dall’inizio pensato come anonimo e nessuno nella redazione sapeva cosa ci fosse di vero e cosa fosse solo “il rendiconto delle fantasie di un uomo che si masturba”. Ha inoltre spiegato che l’idea di fondo del pezzo era “mostrare fino a che punto è importante l’umanità, anche nel sesso”, e si è detta dispiaciuta che il giornale non sia riuscito a far uscire questo concetto fino in fondo.

Ma tra i commentatori non sono mancati anche quelli che non hanno capito la mossa di Nina e hanno deciso che si sia trattato di uno strano modo di cercare la popolarità. “La signorina si è offesa del fatto che l’autore ha parlato di lei senza fare il suo nome e lui stesso è rimasto anonimo. C’è rimasta male per il fatto che un piccolo gruppo di persone in redazione poteva averla riconosciuta e ha deciso di mettere la cosa su internet, ottenendo l’effetto Streisand. Ora parla di lei mezzo web. Applausi alla dama per la logicità del suo operato”, scrive un certo Dejv Mastejn.

“La storia dell’articolo sulle bambole mostra principalmente una cosa: i media russi sono assolutamente chiusi su se stessi: gli articoli vengono scritti da giornalisti per giornalisti parlando di sé-giornalisti e delle proprie ex giornaliste, e per questo si ritiene che da un testo anonimo tutti possano capire di chi si parla”, chiosa @tsuprikova.

Le questioni di etica sessuale vengono raramente affrontate in Russia. E molti utenti invece di dire la propria opinione hanno preferito fare gli spiritosi: “Aspetto quando Meduza [un altro popolare sito di notizie] pubblicherà l’articolo ‘Perché masturbarsi sulle ex è sbagliato”.

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