Pavel Inzhelevskij
Prima scena: giugno 2014, una nave parte da Krasnojarsk e viaggia lungo il fiume Enisej fino alla città settentrionale di Dudinka. Sulla riva del fiume, gli alberi diventano sempre più piccoli; il sole è luminoso anche di notte e l’orizzonte sembra evitarci. Siamo seduti sul ponte della nave: c’è un giovane cuoco, un addetto alla sicurezza e un passeggero diretto a un piccolo villaggio remoto del nord.
“In estate abbiamo le navi e in inverno passiamo sul fiume ghiacciato”, dice l’abitante del villaggio. “Di tanto in tanto, lascio il mio villaggio alla ricerca di lavoro nel sud o nell’estremo nord. Ma no, non mi sarei mai e poi mai allontanato da qui. Non posso vivere altrove perché solo qui sono libero!”
Il cuoco e l’addetto alla sicurezza annuiscono, confermando ciò che è stato detto. “Cacciamo quando vogliamo o dobbiamo cacciare. Peschiamo, quando vogliamo pescare. Qui, nessuno ti controlla; qui, non c’è nessuno che potrebbe. Qui, facciamo ciò che vogliamo e viviamo come vogliamo”, ha aggiunto l’uomo della sicurezza con un sorriso.
Muslim Alimirzayev
Onestamente, questa era la risposta che meno mi aspettavo. Perché le persone dovrebbero rimanere nei villaggi remoti e rifiutare di trasferirsi nelle grandi città? Durante la mia avventura in giro per la Russia, che dura da circa quattro anni, sono rimasta in posti diversi per periodi brevi, e per un intero anno ho vissuto nella città siberiana di Krasnojarsk. Confesso di aver evitato la capitale ‘non-russa’: Mosca. Invece, sono andata a est e a nord, verso gli insediamenti più piccoli. Eppure queste parole erano qualcosa di nuovo! E da quel giorno, dopo quelle parole, ho iniziato ad ascoltare i pensieri russi sulla libertà con particolare interesse. Più e più ho condiviso il loro punto di vista, e sempre più me ne sono innamorata.
In Occidente abbiamo libertà di parola, libertà di stampa, libertà di… qualunque cosa tu voglia. È meraviglioso e importante. Ma molti russi spesso non capiscono pienamente questi concetti, e alcuni addirittura ridono di loro. Perché? Immagino perché non vogliono la libertà parziale, ma la libertà totale!
Il sogno siberiano
Archivio personale
Scena seconda: marzo 2018, una cuccetta di terza classe (platskart) sulla strada tra la città della Siberia orientale di Chità e Mosca. Siamo da qualche parte tra Irkutsk e Krasnojarsk. “Guarda qui, fuori dal finestrino! Questa è la vera libertà”, dice Oleg, un uomo di circa 45 anni. Viene da un villaggio nella Siberia orientale e lavora nell’estremo nord per un’azienda mineraria. Un mese qui, un mese là. “Sì, quello va bene. Lavoro un mese e un mese sono nel mio villaggio, o ‘come un uomo selvaggio’ in mezzo alla natura. Posso fare quello che voglio e a nessuno importa.”
A parte le riserve naturali dello Stato, nessuno ti dice dove puoi accamparti nella vasta taiga siberiana e dove no; anche gli orsi di solito non attaccano le persone, se queste si comportano correttamente. Nessuna autorità, nessuna burocrazia, nessun controllo, questo è ovviamente il “sogno siberiano della libertà”, specialmente quando si esamina la storia, come la Siberia è diventata russa: Gulag e campi di lavori forzati. C’è una possibile ragione storica per cui le persone nelle regioni remote sono impegnate nel loro “Sogno Siberiano”.
Il cielo stellato sopra di te
Archivio personale
Scena terza: “Mio padre fu esiliato dalla Lituania come un ‘nemico del popolo’ e mandato in un piccolo villaggio vicino all’estuario dell’Angarà, che sfocia nel fiume Enisej. Dopo essere stato rilasciato dalla prigione si è stabilito lì, a Kulakovo, e noi vivevamo lì. Mio figlio più tardi andò a studiare a Vilnius e noi lo andavamo spesso a trovare. Certo, abbiamo pensato di tornare con mia moglie e tutti i nostri figli in Lituania, che ora è parte dell’Unione europea”, ricorda Anatolij, circa 70 anni, che viene dal villaggio di Ust-Tunguska sulle rive dello Enisej, circa 280 chilometri a nord di Krasnojarsk.
Perché non si sono mossi? “Siamo andati in Lituania, ed è stato bellissimo. Ma no, ho capito che ho bisogno di spazio: della foresta, dei miei cavalli e del mio bestiame. E della sensazione di essere il padrone di me stesso!”.
Archivio personale
Certo, anche in Europa ci sono campagnoli e downshifter, ma questo sogno, e le condizioni perfette per sperimentare la vera libertà molto probabilmente si possono trovare solo qui, nel mezzo della Russia, circa 4.500 km a est di Mosca e 4.500 km a ovest di Vladivostok.
PS: Non chiedetemi dove mi vedo tra 20 o 30 anni…)
Come comportarsi quando sei l’unico straniero a una festa di russi. La guida