Il Kyakhta è una lingua basata sul russo e il cinese esistita tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo nella regione dell’Amur, della Manciuria e della Trans-Bajkal, zone russe ai confini con la Cina. Il suo nome deriva dalla città di Kyakhta, nella Repubblica della Buriatia.
Secondo i linguisti si tratta di un idioma ormai scomparso, visto che non viene più usato ormai dalla prima metà del XX secolo. Tuttavia negli anni Novanta nella regione di Ulan Bator in Mongolia esistevano ancora dei mercanti cinesi che comunicavano in questa lingua, che veniva utilizzata in Cina per facilitare il commercio con i russi.
Il nome di questa lingua provenie dal pane che si può ottenere mescolando farine di diverso grano. Non è semplice definire bene questa lingua, si sa però che si tratta di un mix tra ucraino e russo, diversi però da quelli “puri”.
Buona parte delle parole del surzhik derivano dal russo mentre la grammatica e la pronuncia affondano le proprie radici nell’ucraino. Nato tra la popolazione rurale, il primo documento scritto è un’opera di Ivan Kotlyarevskij, primo autore ad aver scritto in ucraino colloquiale, autore di “Natalka Poltavkan” (1819), divenuto un classico della letteratura ucraina.
Attualmente è una lingua piuttosto comune in Ucraina, soprattutto nelle zone limitrofe con la Russia e la Moldavia. Secondo l’Istituto internazionale di Sociologia di Kiev, nel 2003 una fascia compresa tra l’11 e il 18% della popolazione parlava questo idioma.
Si tratta di una lingua ibrida. Tradotto dal bielorusso, trasianka significa letteralmente “fieno di scarsa qualità”, ovvero quel che si ottiene mescolando il fieno con della paglia.
I linguisti l’hanno definita un mix di lingue spontanee e caotiche, dove gli elementi russi predominano nel vocabolario e nella morfosintassi. Le sue origini affondano le radici nei cambiamenti che avvennero nella Bielorussia sovietica dopo la Seconda guerra mondiale. L’industrializzazione socialista causò una migrazione di massa verso le città. Inoltre ci furono vari russi che si trasferirono lì e ottennero alte cariche nel partito comunista e nelle imprese. Fu così che i nativi si ritrovarono a doversi adattare al nuovo contesto russofono.
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