Nel 2020 la Russia manterrà il primato di maggior esportatore di grano al mondo. Lo dicono i dati del Dipartimento per l'Agricoltura USA del Servizio agricolo estero (FAS USDA).
Nel rapporto di ottobre, il FAS ha aumentato le previsioni di raccolto di grano per la Russia (Crimea esclusa) di 5 milioni di tonnellate, portandole a 83 milioni di tonnellate.
Nella stagione 2020-2021, quindi, il potenziale di esportazione del paese è cresciuto da 37,5 milioni di tonnellate a 39 milioni di tonnellate. Gli Stati Uniti, al secondo posto, dovrebbe esportare 27 milioni di tonnellate di grano quest'anno, seguiti dall'UE, con 25,5 milioni di tonnellate.
Negli ultimi anni, la Russia è stata tra i primi 10 esportatori di cereali, tra cui orzo, mais, segale, avena, ma soprattutto grano. Nel 2017-2019 è stato il maggiore esportatore di grano, controllando circa il 20% del mercato mondiale.
“Nell'ultimo decennio, la Russia ha più che raddoppiato le sue esportazioni di grano, mentre il mercato mondiale è cresciuto solo di un terzo. La quota del Paese sul mercato globale [del grano] è praticamente raddoppiata in quel periodo”, dice Denis Ternovskij, ricercatore leader del Center for Agri-Food Policy con l'Istituto per la ricerca economica applicata (IPEI), RANEPA.
A partire dagli anni ‘60, la Russia è stata un forte importatore di grano: ad esempio, nel 1963, ha acquistato dagli Stati Uniti 10,4 milioni di tonnellate di grano e 2,1 milioni di tonnellate di farina. E la quantità di importazioni è aumentata gradualmente: nel 1972, le importazioni di grano sono state pari a 23 milioni di tonnellate; nel 1975, a 27 milioni di tonnellate; nel 1979, a 31 milioni di tonnellate e nel 1980, a 43 milioni di tonnellate.
La quantità record di importazioni di grano si è registrata nel 1985, quando l'URSS ha dovuto acquistare 47 milioni di tonnellate.
La dipendenza dell'URSS dalle importazioni di grano si è rivelata uno dei fattori trainanti della Perestrojka e delle riforme economiche, e successivamente del crollo dell'Unione Sovietica. A causa del forte calo dei prezzi del petrolio nella seconda metà degli anni '80, le autorità sovietiche non avevano abbastanza valuta estera per acquistare grano e furono costrette ad aumentare drasticamente la quantità di prestiti esteri. Sul fronte interno, la mancanza di grano ha portato a una carenza di cibo e a un crescente malcontento dell'opinione pubblica.
Il raccolto cerealicolo più importante del mondo è rappresentato dal grano e la Russia è uno dei maggiori fornitori al mondo.
“In termini di produzione di grano, l'anno scorso la Russia è diventata il terzo produttore, dopo India e Cina”, dice Dmitrij Bedenkov, responsabile di ricerca presso l’azienda Russ-Invest.
Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, nel 2018-2019 la produzione di grano russo ha superato i 72 milioni di tonnellate. Nel 2017, la Russia ha avuto un raccolto record di 86 milioni di tonnellate.
Secondo la FAO (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura), l'anno scorso la Russia è stata il più grande esportatore mondiale di grano, con quasi 34,5 milioni di tonnellate vendute.
Gli altri due colossi della top-3 (USA e UE) sono notevolmente indietro rispetto al “primo della classe”, rispettivamente con 26,6 e 23,7 milioni di tonnellate. La Russia, infatti, esporta quasi la metà della sua produzione di grano. Dal 2013 - quando le esportazioni di grano non raggiungevano i 14 milioni di tonnellate - sono cresciute di quasi il 150%. Una crescita in parte attribuibile all'aumento dei prezzi mondiali dei cereali e all'incremento della produzione interna di grano. Nel 2012-2013, la Russia ha prodotto rispettivamente 37,8 e 52,14 milioni di tonnellate di grano.
Secondo il Servizio Federale delle Dogane, nei primi sei mesi del 2020, i maggiori acquirenti di grano russo sono stati la Turchia (818,3 milioni di dollari), seguita dall'Egitto (514,7 milioni di dollari) e dall'Arabia Saudita (167,5 milioni di dollari).
Inoltre, la Russia fornisce quantità piuttosto significative di questo cereale a: Vietnam (129,8 milioni di dollari), Bangladesh (105,1 milioni di dollari), Sudan (102,4 milioni di dollari), Emirati Arabi Uniti (95,7 milioni di dollari), Azerbaigian (83,5 milioni di dollari) e Marocco (77,8 milioni di dollari).
Nei primi sei mesi del 2020, la Russia ha esportato grano per un valore di 3,56 miliardi di dollari, il 14,3% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. In termini fisici, le forniture sono aumentate ancora di più: del 23,1%, pari a 17,3 milioni di tonnellate.
Tra luglio e settembre 2020, secondo il centro di analisi di Rusagrotrans, l'Egitto da solo ha acquistato 2,44 milioni di tonnellate di grano dalla Federazione.
La crescita delle esportazioni è stata ottenuta interamente grazie a nuove produzioni. Il consumo interno di grano non solo non è diminuito a seguito dell'aumento delle esportazioni, ma, al contrario, è aumentato del 10% nell'ultimo decennio.
“La crescita della produzione è dovuta principalmente al miglioramento delle tecnologie agricole e al conseguente aumento del raccolto”, spiega Denis Ternovskij. Secondo lui, la crescita delle esportazioni di grano russo è stata favorita e resa possibile anche dalla creazione di un'infrastruttura logistica (terminal portuali), che ha permesso di gestire un aumento multiplo dei volumi di esportazione, e dalla svalutazione del rublo, che ha reso il grano russo più competitivo con il calo dei prezzi mondiali dopo il 2014.
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