Il successo di Eldar Rjazanov del 1975 “L’ironia del destino, oppure Buona sauna!” non solo è rimasto eccezionalmente popolare, ma guardarlo a Capodannoè diventato parte integrante del rituale festivo di ogni persona post-sovietica.
Ecco cinque cose che francamente infastidiscono ogni fan del film originale che si trovi a vedere la sua copia americana del 2022, “La scelta del destino”(titolo originale: “About Fate”).
1 / Rimane solo la trama, ma utilizzata in modo formale
Entrambi i film fanno leva sull’uniformità degli edifici residenziali. Nell’Urss, in città diverse, i condomini erano costruiti secondo lo stesso progetto e persino le strade avevano lo stesso nome. Nella versione sovietica l’azione ha inizio a Mosca. Il protagonista Zhenja, interpretato da Andrej Mjagkov, per tradizione va alle banjacon i suoi amici nel pomeriggio dell’ultimo dell’anno. Ma stavolta la compagnia si diverte troppo. Tutti si ubriacano fino a raggiungere uno stato di semi-incoscienza e Lukashin, viene caricato per errore – al posto di un suo compagno di bisbocce – su un aereo per Leningrado, e cade addormentato. Quando arriva, sempre intontito, ferma un taxi e dà il “suo” indirizzo, convinto di essere a Mosca. Una volta arrivato a destinazione, apre la porta dell’appartamento con la propria chiave (anche le serrature sono identiche…) e si addormenta finché non viene svegliato dalla vera padrona di casa, Nadja (Barbara Brylska), che non è affatto contenta dell’ospite non invitato. Tuttavia, dopo aver trascorso la notte di Capodanno a parlare, i due si innamorano.
Anche nella versione americana ci sono la sauna, la notte di Capodanno e un grado estremo di intossicazione alcolica che porta a un errore dall’esito felice. Griffin (Thomas Mann) e Margot (Emma Roberts) vivono in un sobborgo di Boston in case a schiera identiche, ma probabilmente non si sarebbero mai incontrati se degli amici ubriachi, facendo salire Griffin su un taxi, non avessero dato al conducente l’indirizzo sbagliato. Tuttavia, l’intero evento manca del sottotesto cruciale che il film di Rjazanov possiede.
“L’ironia del destino” è un film sulla solitudine di due persone strette nella loro vita noiosa e programmata da anni, monotona e grigia come un complesso residenziale sovietico. Per Zhenja, la giornata annuale alla banja con i suoi amici è uno dei pochi momenti in cui può lasciarsi andare. Ed è logico che proprio lì si verifichi l’“incidente di percorso” nel suo irregimentato programma esistenziale; la “tempesta perfetta” che gli dà la possibilità di iniziare una nuova vita con la persona giusta. Nel remake americano, l’equivoco dopo la sauna è una mera gag.
2 / I protagonisti del remake sono persone infantili e piuttosto noiose. Pertanto, non c’è un vero dramma
Il chirurgo Zhenja e l’insegnante Nadja sono giovani, ma non giovanissimi. Hanno circa trent’anni e, secondo le regole non scritte ma ferree della società sovietica, è arrivato da tempo per loro il momento di mettere su famiglia. Entrambi hanno già una persona accanto: una buona opzione socialmente accettabile, e con la benedizione dei genitori. Mancano però, con i loro rispettivi partner, l’amore e l’intesa. Questa notte di Capodanno dimostra che sia Zhenja che Nadja sono più complessi, più coraggiosi, più interessanti di quanto ciascuno dei due pensi di sé. In altre parole, Rjazanov ha realizzato un film su persone intelligenti e raffinate che hanno difficoltà a trovare l’anima gemella in una metropoli.
Lo schema del film americano è più o meno lo stesso. L’avvocato Griffin e l’agente immobiliare Margot hanno inizialmente commesso un errore nella scelta dell’anima gemella, ma col tempo si sono incontrati e innamorati l’uno dell’altra. Tuttavia, nella trama non c’è alcun accenno alla loro solitudine esistenziale. Anche il remake indiano non ufficiale de “L’ironia del destino”, “I Love New Year” (2015) era in questo senso più fedele all’originale. In questo caso, i protagonisti sono indiani espatriati negli Stati Uniti che non sono mai riusciti a inserirsi nel loro nuovo Paese.
3 / Quasi tutta l’azione de “L’ironia del destino” si svolge durante la notte di Capodanno. Nel remake, gli eventi si espandono su due giorni
La sceneggiatura de “L’ironia del destino” si basa sull’opera teatrale di Rjazanov e del suo fedele collaboratore Emil Braginskij, rappresentata con successo in molti teatri dell’Urss. Nel film è stata mantenuta una certa “teatralità”: quasi tutti gli eventi si svolgono nei confini di un appartamento, “qui e ora”. Vediamo come i sentimenti – rabbia, irritazione gradualmente sostituita da simpatia – iniziano ad emergere. Nella versione americana, la trama viene ampliata, le linee narrative relative agli altri personaggi crescono, vengono aggiunte nuove figure, ma non si può dire che le innovazioni siano state felici. Dopo il risveglio di Griffin nell’appartamento di Margot, finisce l’effettivo legame con il film originale e inizia una successione di cliché da commedia romantica. È particolarmente frustrante il fatto che, a livello formale, ufficialmente “About Fate” non sia neppure un remake del film, ma una rivisitazione dell’opera teatrale.
4 / “La scelta del destino” è troppo sdolcinato. E poco divertente
La commedia di Rjazanov è in gran parte una commedia di argute sfide dialettiche, e il suo fascino e il suo lirismo speciali sono dati dalle canzoni, che rimangono dei successi ancora oggi. In “La scelta del destino” l’umorismo è molto più prosaico e pieno di cliché. Griffin si versa accidentalmente del caffè sui pantaloni e più volte deve ascoltare le battute dei suoi colleghi sul fatto che si è “bagnato i pantaloni”. Anche i tentativi di fare battute su argomenti di “attualità” sono sforzati. La fidanzata di Griffin è una influencer, e si presenta naturalmente come una persona superficiale disposta a fare qualsiasi cosa per un pugno di like. È fastidiosa anche la palese manipolazione psicologica da due soldi: l’immagine del vero amore nel film è personificata da un’affascinante coppia di anziani, che appare ripetutamente nel corso e che alla fine fa incontrare Griffin e Margot.
5 / Un film cult è diventato la base per una commedia di serie B
La sceneggiatura di “About Fate” è stata scritta da Tiffany Paulsen, autrice del successo di Netflix “Holidate”, che è sempre nello stesso genere della commedia romantica e interpretato dalla stessa Emma Roberts. Nella campagna di marketing americana di “About Fate”, l’origine russa della storia non è stata pubblicizzata in alcun modo. In altre parole: per i russi l’uscita del nuovo “Ironia del destino” è un precedente unico di remake americano di un grande classico; di un film cult. Per gli americani è solo l’ennesima commedia romantica passabile.
Questo atteggiamento è particolarmente sorprendente perché nei titoli di coda del film statunitense si leggono i nomi di molti produttori russi. Il film ha persino un regista russo: il famoso autore di commedie Maryus Vaysberg, che da tempo combina lavori in Russia e negli Stati Uniti. Egli, tra l’altro, è un rappresentante di una dinastia cinematografica. Suo padre, Eric Weisberg, è stato, per dirla in termini moderni, il “produttore esecutivo” del film di Andrej Tarkovskij“Lo specchio”.
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