Sette capolavori del pittore Aleksej Bogoljubov da conoscere (FOTO)

Ufficiale di Marina diventato artista, era nipote dello scrittore Aleksandr Radishchev, ed è ricordato anche per l’aver aperto il primo grande museo russo in una città di provincia

“Vista di Revel dal mare”. 1852

Dopo aver ricevuto il diploma di cadetto navale, Aleksej Bogoljubov (1824-1896) si arruolò nella Marina. Tuttavia, il servizio non gli permetteva di dedicare abbastanza tempo al suo hobby principale: il disegno, attività che lo aiutava anche a fare un po’ di soldi. Il giovane realizzava schizzi di attrezzature navali e caricature, e ottenne persino la prima commessa statale. Tra vari viaggi, quello del 1848 a Madeira si rivelò fatidico: sull’isola incontrò il celebre artista Karl Brjullov (1799-1852), dal quale ricevette una valutazione positiva del suo lavoro. Ma, soprattutto, in quell’occasione Bogoljubov si trovò in mare sotto la guida del duca Maksimilian Leukhtenbergskij, presidente dell’Accademia Imperiale delle Arti, che gli consigliò di dedicarsi seriamente alla pittura. Dopo qualche tempo entrò all’Accademia come studente libero con un trattenimento in servizio, in modo da avere risorse per vivere. Nel 1853, per tre vedute di Revel (l’attuale Tallinn) e per “Veduta di San Pietroburgo dalla riva del mare”, l’artista ricevette la Grande Medaglia d’Oro.

“Venezia di notte”. 1881

Il premio dell’Accademia gli permise di effettuare un viaggio all’estero. A quel punto aveva già lasciato il servizio nella Marina e si recò a Venezia nell’ottobre del 1854. “Venne la calda sera veneziana, la luna piena uscì come di proposito, la notte calò come un sipario, e allora Venezia mi piacque ancora di più. Le gondole nere argentavano la superficie del Canal Grande e della laguna. Tutto era ricoperto da una sottile coltre bluastra”, scrisse in “Appunti di un marinaio-artista”, sostenendo che avrebbe dipinto la città per il resto della sua vita. E, in effetti, disegnò e dipinse non meno di un centinaio di panorami veneziani.

“Fiera di Amsterdam”. Circa 1859 

Bogoljubov trascorse sei anni all’estero, studiando i capolavori dell’arte mondiale e perfezionando la sua pittura con colleghi stranieri. A Parigi studiò alla Scuola Couture e con il famoso pittore di panorami marittimi Eugène Isabe, pittore di corte del re Luigi Filippo I di Francia. Fece conoscenza con Ingres, poi con Corot, Daubigny, Henri Rousseau. A Düsseldorf apprese i segreti della pittura realistica nello studio del paesaggista Andrej Aachenbach e sotto la sua guida realizzò diversi quadri di dimensioni enormi, tra cui “La fiera di Amsterdam”. Alla fine del 1860 Bogoljubov tornò in Russia con molti dipinti e schizzi, che furono esposti con grande successo in una mostra all’Accademia, che lo consacrò come grande artista. L’imperatore Alessandro II pagò generosamente per “La fiera di Amsterdam” e per tutti i dipinti della Guerra di Crimea del 1853-56 e diede all’artista un nuovo incarico: dipingere una storia delle battaglie navali di Pietro il Grande.

“La prima battaglia della flotta russa al comando di N.A. Senjavin presso l’isola di Ezel con la flotta svedese”. 1866

Nella sua epoca divenne famoso come artista di opere marittime; un maestro senza eguali nelle scene di battaglia, grazie alla sua esperienza da ufficiale di Marina. Rappresentò episodi di battaglie navali dall’epoca di Pietro il Grande fino agli eventi della Guerra russo-turca del 1877-1878. Lavorò al ciclo petrino negli anni 1860-70, viaggiando costantemente tra vari Paesi. Questo dipinto raffigura l’episodio della prima vittoria della flotta navale russa in mare, nel momento in cui la nave ammiraglia russa “Portsmouth” lancia una salva contro una nave svedese. L’artista donò questo schizzo, insieme ad altre opere, al Museo Radishchev da lui fondato a Saratov, che fu inaugurato nel 1885 e divenne il primo museo pubblico della Russia al di fuori della capitale. L’organizzazione del museo fu il lavoro di tutta la vita dell’artista e ci vollero molti sforzi perché fosse intitolato al nonno di Bogoljubov, lo scrittore caduto in disgrazia Aleksandr Radishchev (1749-1802), autore di “Viaggio da Pietroburgo a Mosca”, libro per il quale fu esiliato in Siberia da Caterina la Grande. Per molti versi l’apertura del museo fu facilitata dall’amicizia del pittore con l’imperatore Alessandro III, ma negli ambienti a lui vicini ci sono state lunghe speculazioni sui motivi per cui il museo venne intitolato a nome del rivoluzionario. Bogoljubov lasciò in eredità al museo le sue proprietà e 200 mila rubli.

“Processione della Croce a Jaroslavl”. 1863

Nel 1861, l’artista e suo fratello Nikolaj, marinaio e scrittore, viaggiarono lungo il Volga per realizzare una guida della regione. Per Bogoljubov, che ormai viveva da tempo all’estero, si trattava di un’introduzione al suo Paese, che, per sua stessa ammissione, conosceva poco. Con sua grande sorpresa, a Jaroslavl si svolgevano più di venti processioni dall’Epifania fino all’autunno inoltrato. 

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Questo tema lo affascinò e divenne uno dei principali della sua opera. Un paio di anni dopo, l’artista trascorse cinque giorni a Jaroslavl come parte dell’entourage del granduca Nicola Aleksandrovich, che acquistò opere da lui. Dopo la morte prematura dello tsesarevich, le opere finirono nella collezione del futuro imperatore Alessandro III che, come è noto, dal fratello maggiore prese non solo i quadri ma anche la fidanzata: la principessa danese Dagmar, futura imperatrice Marija Fjodorovna.

“Entrata di un peschereccio nel porto di Saint-Valery-en-Caux  durante la tempesta (Francia)”. Circa 1859

Bogoljubov non fu solo uno degli artisti preferiti di Alessandro III, ma anche amico e mentore in campo pittorico di Marija Fjodorovna. Riuscì anche a costituire la collezione dell’imperatore, che ammontava a circa 800 pezzi ospitati in vari palazzi. Nel 1870, in segno di riconoscimento, Alessandro III collocò una trentina di dipinti di Bogoljubov nella sala da pranzo del Palazzo di Alessandro e chiamò questa sala “Sala Bogoljubov”. Questo quadro si trovava nello studio di Alessandro III a Palazzo Anichkov, la sua residenza.

“Tolone”. 1893

Dopo il 1873, a causa di una malattia cardiaca, Bogoljubov visse e lavorò costantemente all’estero, tornando solo occasionalmente in patria. Ciò non gli impedì di tenersi al corrente di tutti gli affari, di partecipare alle mostre degli “artisti Itineranti” (i “Peredvizhniki”) e di utilizzare le sue risorse amministrative per aiutare gli artisti. Così, nel 1885, presentò una petizione per la revoca del divieto di esporre il dipinto di Ilja Repin “Ivan il Terribile e suo figlio Ivan 16 novembre 1581”, che non piaceva ad Alessandro III. 

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Organizzò anche lucrosi incarichi per vari artisti, tra cui Polenov, Savitskij e Kramskoj. I creativi russi a Parigi facevano la spola tra lo studio di Bogoljubov al 95 di Rue de Rome, che veniva chiamata “Parigi russa”, e la casa della cantante Pauline Viardot, dove un altro mecenate della gioventù russa, lo scrittore Ivan Turgenev, organizzava eventi a sostegno della gioventù russa. L’apoteosi dei “martedì” di Bogoljubov e dei “giovedì” di Turgenev fu l’organizzazione a Parigi della “Società per la mutua assistenza degli artisti russi”. Parallelamente si organizzò l’unione politico-militare dell’Impero russo e della Terza Repubblica francese. Dopo l’arrivo dello squadrone francese a Kronshtadt, nel 1893 lo squadrone russo dell’ammiraglio Avelan si recò a Tolone, in un evento chiave del riavvicinamento tra i due Paesi e della conclusione dell’Unione franco-russa. A quel punto, Bogoljubov era diventato una figura importante nei legami culturali tra Francia e Russia, per cui fu scelto dallo zar come artista ufficiale per rappresentare le cerimonie di Tolone. Poco prima della sua morte, fu nominato Cavaliere della Legion d’Onore.


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