I dieci manifesti di propaganda sovietica più emblematici (FOTO)

Dalla Guerra civile al volo spaziale di Gagarin, i bolscevichi seppero utilizzare con maestria, come strumento di agitazione politica, poster ben disegnati e dagli slogan espliciti. Queste immagini sono note a chiunque sia cresciuto nell’Urss

Fin dall’inizio dell’era sovietica, le autorità capirono l’importanza della propaganda. E i manifesti divennero incredibilmente popolari. I migliori artisti furono coinvolti nella creazione di questi poster, che non solo sono noti ancora oggi, ma in certi casi si sono trasformati in veri e propri meme.

1 / “Per avere di più, devi produrre di più.  Per produrre di più, devi sapere di più” (1920)

Uno degli obiettivi più importanti dei bolscevichi fu quello di sconfiggere l’analfabetismo. Costrinsero anche le persone adulte ad andare a scuola, a imparare a leggere e scrivere e a trovare nuovi lavori che avrebbero garantito lo sviluppo del Paese. Il manifesto qui sopra raffigura uno dei principali simboli sovietici, la falce, e un libro, ed è un ovvio invito ai contadini a studiare.

LEGGI ANCHE: Come i Bolscevichi insegnarono ai russi a leggere e a scrivere 

2 / “Ti sei offerto volontario?” (1920)

È considerato il manifesto più famoso della Guerra civile, che invita a unirsi ai ranghi dell’Armata Rossa. Fu illustrato da Dmitrij Moor, che prese a modello un manifesto britannico della Prima Guerra Mondiale.

LEGGI ANCHE: Tutto quello che c’è da sapere sulla Guerra civile russa 

3 / “Lotta contro la religione. Lotta per il socialismo!!!” (1930)

L’Urss combatteva attivamente la religione e c’era un’intera rivista di manifesti antireligiosi chiamata “Bezbozhnik” (“Il Senzadio”). Questo manifesto è stato illustrato da Mikhail Rabinovich e raffigura dei proletari che vanno a investire il clero con uno schiacciasassi.

LEGGI ANCHE: Cinque fenomeni sociali ai quali i sovietici dichiararono guerra 

4 / “Come avete aiutato il fronte” (1941)

Ventuno anni dopo il suo epico manifesto che invitava a presentarsi volontari, Dmitrij Moor ne illustrò un altro che lo richiamava.

5 / “La madrepatria chiama” (1941)

È uno dei manifesti più famosi della Seconda guerra mondiale per il popolo sovietico. Venne creato da Iraklij Toidze e raffigura una donna di mezza età che ricorda alle madri dei soldati il giuramento militare. Ha il braccio sinistro alzato come se stesse chiamando ad avanzare le baionette che si vedono alle sue spalle.

LEGGI ANCHE: I più famosi poster di propaganda sovietica della Grande guerra patriottica 

6 / “Non chiacchierare!” (1941)

È un manifesto del tempo di guerra illustrato dagli artisti Nina Vatolina e Nikolaj Denisov. Una piccola poesia in alto a destra cita la poesia di Samuil Marshak: “Sappiate che in questi giorni anche i muri hanno orecchi. È sottile la linea tra chiacchiere, pettegolezzi… e tradimento”.

7 / “Gloria all’Armata Rossa!” (1946)

Una volta che le truppe sovietiche ebbero finalmente sconfitto i nazisti e issato la bandiera della vittoria sul Reichstag di Berlino, arrivò il momento di festeggiare. Il manifesto qui sopra, opera di Leonid Golovanov, raffigura il suo stesso manifesto precedente “Raggiungeremo Berlino” con la scritta “Ce l’abbiamo fatta!” sul muro (molto probabilmente lasciata dai soldati sovietici sul muro del Reichstag) e un sottotitolo che recita: “Armata Rossa - Gloria!”.

LEGGI ANCHE: Storia del tiratore scelto dell’Armata Rossa che arrivò a Berlino solo su un manifesto 

8 / “No” (1954)

I manifesti del dopoguerra sollevavano i problemi nella nuova vita sovietica in tempo di pace. Uno di questi era l’alcolismo. Le autorità dell’Urss lottarono per combattere questa piaga e avviarono la creazione di tutte le opere d’arte possibili per promuovere uno stile di vita più sano. Nel poster qui sopra, illustrato da Viktor Govorkov, un uomo rifiuta di bere un bicchierino di vodka.

LEGGI ANCHE: Bevuto troppo? Fatevi passare la sbornia guardando questi manifesti anti alcol russi e sovietici 

9 / “Una mente sana richiede un corpo sano”

La propaganda di uno stile di vita sano era uno dei temi più popolari nei manifesti sovietici. Il Paese dei soviet aveva bisogno di persone forti, in grado di lavorare per il bene comune. Il poster qui sopra cita un popolare slogan sovietico riportato da Kliment Voroshilov, che era una variante del proverbio latino “Mens sana in corpore sano”.

10 / “Non c’è nessun Dio” (1975)

Un’altra ondata di politica antireligiosa ebbe inizio negli anni Sessanta. Uno dei manifesti più famosi raffigura Jurij Gagarin che vola nello Spazio e dice: “Non c’è nessun Dio”. Venne illustrato da Vladimir Menshikov e si basa sull’aforisma popolare “Gagarin volò, Dio non vide” (in russo: “Гагарин летал, бога не видал”; “Gagarin letál, Boga ne vidál”).

LEGGI ANCHE: Questi poster della propaganda sovietica fecero di Jurij Gagarin un semidio 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie