Si tratta di una delle creature più spietate e feroci delle fiabe slave. Il serpente sputafuoco Gorynych non solo brucia villaggi e raccolti, ma rapisce e divora i malcapitati che incrocia sul suo cammino. Si occupa inoltre di fare da guardia al “Ponte di Kalin” che collega il mondo dei vivi con quello dei morti.
Viktor Vasnetsov, "La lotta di Dobryni Nikitich con il serpente a sette teste Gorynych", 1918
Viktor VasnetsovDi tanto in tanto questa bestia a tre teste (o forse a dodici teste) rapisce la figlia di un principe per trascinarla in una terra deserta dove cresce solo l'erba e cantano inquietanti uccelli. Il suo rifugio si trova proprio qui, in una grotta di montagna, il cui ingresso è costellato dalle ossa di quegli uomini che hanno osato sfidarlo… e sono morti nel combattimento.
Secondo la leggenda, per sconfiggere il Serpente e salvare la povera fanciulla, il prode bogatyr deve colpirlo a morte o tagliare tutte le sue teste. Gli slavi credevano che Gorynych fosse l'incarnazione del male: persino la terra non voleva bagnare il sangue nero che trasudava dalle ferite del mostro sconfitto.
L'uccello di fuoco
Georg SchlichtCome il Serpente Gorynych, anche il mitico Uccello di fuoco è associato al fuoco. Ma a differenza del mostro a più teste, la controparte slava della Fenice porta agli esseri umani felicità e ricchezza, non dolore e morte.
L’Uccello di fuoco, volando nella notte, illumina tutto ciò che lo circonda. Ma attenzione a toccarlo! Sarebbe come mettere le mani sul fuoco!
Se si riesce ad attirare l'uccello in una gabbia d'oro, c’è la possibilità di entrare in possesso di una sua piuma, che dona felicità al proprietario per tutta la vita. Infine, quando l'Uccello di fuoco si mette a cantare, dal suo becco scende una cascata di perle.
Il gatto Bayun
K. KuznetsovA prima vista, si tratta di un tenero gatto… solo che più grande del normale e molto pericoloso! Appollaiato in cima a un palo, vicino alla strada, fa cadere i passanti in un sonno profondo con la sua voce magica (“bayun” in slavo antico significa “cantastorie”), poi li uccide con i suoi artigli di ferro e li divora.
Tuttavia, anche un simile mostro può risultare utile: basta catturarlo e metterlo quieto: i suoi racconti cullanti sono in grado di guarire le persone.
Indrik, il “padre di tutte le bestie”
Slava GayunIl mitico Indrik è “il padre di tutte le bestie”, il signore degli inferi, dove cammina “come il sole nel cielo”. Questa bestia fantastica, che ricorda un unicorno, detesta i serpenti ed è un loro acerrimo nemico.
Nell'antichità, agli Indrik venivano attribuite proprietà medicinali. Secondo i documenti, nel XVII secolo lo zar Aleksej Mikhailovich avrebbe accettato di regalare molti zibellini e pellicce in cambio di tre corna presumibilmente appartenute a questi animali.
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