Chi è Zmej Gorynych, il drago della tradizione russa?

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“Serpente delle montagne”, la creatura mitologica ha tre teste (come minimo) e sette code. Molte leggende e tanti cartoni animati ne raccontano le gesta e ha sempre più monumenti nelle città russe

La mitologia di quasi ogni Paese include tra i suoi personaggi un drago. Di solito è posto a guardia di qualcosa considerato inespugnabile, fintanto che non arriva finalmente l’eroe e, con l’aiuto di qualche trucco arguto, o di speciali poteri, batte il mostro in battaglia.

La versione russa di questo drago è Zmej Gorynych, ovvero “Serpente delle Montagne”, che di solito vive sui monti o in una foresta. Gorynych è il suo patronimico, proprio come se “Monte” fosse suo padre. Nel folklore slavo, in effetti, Gorynya è un eroe epico delle montagne. 

Di solito sa parlare e ha tre teste, sebbene ogni tanto possa averne sette o addirittura nove, ed è così enorme che oscura il sole quando vola. È terrificante e può emettere scintille, fumo e fiamme.

Un antico poema slavo descrive il drago in questi termini: “Zmej Gorynych è un terribile serpente con tre teste e sette code. Fiammate fuoriescono dalle sue narici, erutta fumo dalle orecchie, e alle sue zampe scintillano artigli di rame”.

L’antagonista di Zmej è di solito un eroe epico, un bogatyr di nome Dobrynja Nikitich. Secondo la leggenda, quando Dobrynja colpisce il drago per la prima volta, lui chiede pietà, come un povero serpentello. Il generoso eroe gliela concede e lo lascia andare. E lui, per tutta risposta, va subito a rapire una principessa, costringendo Dobrynja a battersi ancora. Ma stavolta è un’epica battaglia all’ultimo sangue che dura tre giorni e tre notti.

La sfida tra l’eroe e il drago è un topos frequente in letteratura, arte e film. L’artista russo Viktor Vasnetsov, meglio conosciuto per il famoso quadro “Bogatyr”, ha anche dipinto “La lotta di Dobrynja Nikitich e Zmej Gorynych dalle sette teste” (1918).

Anche Ivan Bilibin, famoso illustratore, ha creato diversi disegni di Zmej, uno dei quali fa parte della collezione del Museo russo di San Pietroburgo e raffigura Dobrynja che libera la principessa da Zmej Gorynych

Nikolaj Roerich ha reinterpretato a modo suo la storia. Nel 1942 dipinse “La vittoria”, che, come hanno notato i critici, mostra un drago dal colore molto simile a quello dell’uniforme nazista. 

I cartoni animati russi, sempre ottimi per un ripasso di storia, letteratura e folklore, utilizzano spesso elementi dell’antica mitologia slava, e quindi ci sono numerosi cartoni animati che contengono la storia di Zmej Gorynych. In alcuni il personaggio cerca di superare la propria natura malvagia e persino prova a imparare come essere buono.

Come ricorderete, anche il santo cristiano Giorgio batte il drago e salva la principessa. I russi sono così innamorati di questa storia che l’immagine di San Giorgio che infilza il drago con la lancia è presente sia nello stemma di Mosca che al centro di quello della Federazione Russa, adottato nel 1993.

L’immagine di Gorynych appare spesso anche nelle città russe. Grandi monumenti sono presenti a Syktyvkar, capitale della Repubblica dei Komi (1.300 chilometri a nordest di Mosca), a Novosibirsk (3.300 chilometri a est della capitale) e a San Pietroburgo. E uno dei più grandi progetti ricreativi degli ultimi anni, il parco a tema folcloristico di Kudykina Gora, 430 chilometri a sud di Mosca, nella regione di Lipetsk, include un’enorme figura di Zmej immerso nelle fiamme.

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