Qualcuno ha definito “Sonata a Kreutzer” (titolo originale russo: “Крейцерова соната”; “Kréjtserova sonàta”), pubblicata nel 1890, la migliore opera di Tolstoj; qualcuno, al contrario, leggendola rimane indignato per il messaggio veicolato da Tolstoj; Theodore Roosevelt, arrivò a definire l’autore un “sexual moral pervert”. Perché questo romanzo breve suscitò nel pubblico simili reazioni e divisioni? E qual è il “messaggio” di Tolstoj tanto criticato?
Un omicidio motivato con la gelosia
Il protagonista, Vasilij Pozdnyshev, racconta la sua storia sul treno a un casuale compagno di viaggio. Ha ucciso la moglie quando, tornando a sorpresa da un viaggio a tarda sera, l’ha trovata a cena con un musicista con cui le aveva proibito di vedersi, dopo averli trovati in precedenza a suonare insieme, l’uno al violino, lei al pianoforte, la “Sonata a Kreutzer” di Ludwig Van Beethoven. L’omicidio è stato poi giudicato “un impeto di gelosia” e Pozdnyshev, assolto, è stato rimesso in libertà.
Dopo questo terribile episodio, l’eroe sta vivendo una rinascita spirituale, e gli sembra ora di aver compreso tutto lo stato pernicioso della società. “Non l’ho uccisa allora, ma molto prima. Proprio come stanno uccidendo, tutti, tutti…”
Non è nemmeno chiaro se ci sia stato un tradimento fisico, tuttavia, per Tolstoj sono più importanti i sentimenti che le azioni. Nell’epigrafe della “Sonata a Kreutzer”, del resto, l’autore cita il Vangelo di Matteo: “Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”.
“Tolstoj era sicuro che la causa della catastrofe familiare che aveva colpito i suoi personaggi fosse la loro promiscuità sessuale prima del matrimonio, che insegnava loro ad aspettarsi dalla vita familiare, prima di tutto, la soddisfazione dei desideri carnali. La delusione porta Pozdnyshev all’odio per sua moglie e alla gelosia maniacale”, scrive Andrej Zorin (1956-) nel libro del 2020 “Zhizn Lva Tolstogo. Opyt prochtenija” (“Жизнь Льва Толстого. Опыт прочтения”; ossia “La vita di Lev Tolstoj. Un’esperienza di lettura”).
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Un circolo vizioso
Discutendo di come è organizzata l’educazione sessuale di ragazzi e ragazze, Pozdnyshev afferma con amarezza che la società secolarizzata sia ormai rovinata. Tra le persone laiche della sua cerchia, è considerato “normale, e persino benefico per la salute, che gli uomini si abbandonino alla dissolutezza” prima del matrimonio.
Pozdnyshev racconta con franchezza il modo in cui ha avuto modo di conoscere una donna, più precisamente, il modo in cui “è diventato un fornicatore”. Insieme a suo fratello, andarono in una casa di tolleranza con degli amici della loro compagnia. “Ricordo come subito, lì, sul posto, senza neanche lasciare la stanza, mi venne la tristezza, una tale tristezza che avrei voluto piangere, piangere per la morte della mia innocenza, per il mio rapporto rovinato in eterno verso la donna.” Vale la pena notare che questo episodio è autobiografico: Tolstoj ebbe un’esperienza molto simile e l’ha descritta nei suoi diari.
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Allo stesso tempo, le donne erano private di questo “diritto” di avere rapporti sessuali prima del matrimonio. Ma secondo Pozdnyshev, “le ragazze da sposare non sono migliori delle donne corrotte”. I genitori cercano un compagno per loro e fanno di tutto solo per rendere la loro figlia più redditizia. E tutti gli hobby delle donne, sia lavorare a maglia che suonare, mirano esclusivamente a impressionare il futuro marito.
E riguardo agli abiti femminili, Pozdnyshev parte con una filippica, come se milioni di persone lavorassero nelle fabbriche tessili solo per il capriccio delle donne e per creare dei vestiti che facciano il loro effetto sui gentiluomini. Pozdnyshev considera una cosa terribile che le donne conquistino gli uomini con la sensualità. “E una volta che ha imparato questo mezzo, la donna ne abusa, e acquisisce un terribile potere”.
Tolstoj era deluso dall’istituzione del matrimonio
Per aver calpestato i valori della famiglia e del matrimonio, “Sonata a Kreutzer” venne vietato dalla censura zarista subito dopo la pubblicazione. Negli Stati Uniti d’America fu vietata la circolazione dei giornali dove veniva pubblicata la traduzione del romanzo. Tuttavia, fu questo tabù che donò alla storia la sua incredibile popolarità. Tolstoj era già una vera star e l’intera società colta, e in particolare i giovani, leggevano “Sonata di Kreutzer”. Il libro passava di mano in mano, segretamente, come una sorta di samizdat sovietico ante litteram.
Pozdnyshev parla del suo amore per la sua futura moglie: dopo un po’ la percepiva esclusivamente come l’oggetto di una gita in barca ben riuscita o di un vestito da donna ben fatto. “Dopo il matrimonio avviene una ‘schifosa’ luna di miele, che non è altro che il vizio legalizzato. E poi si scopre che il marito non sa affatto che tipo di persona sia sua moglie, ed è sorpreso di vedere in lei rabbia o altre nuove caratteristiche. Hanno litigi e incomprensioni, e l’unica cosa che può riconciliarli è la nascita dei bambini.”
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È nella gravidanza e nella cura dei bambini che Pozdnyshev (come Tolstoj) vede l’unico scopo della donna. Pertanto, è indignato quando apprende che, dopo il quinto figlio, i medici consiglino a sua moglie di non partorire ancora: la vede come una violazione della legge di natura. Inoltre, una donna che non partorisce, ma continua a vivere una relazione sessuale con il marito, magari prendendo persino delle “precauzioni”, per Tolstoj è il massimo dell’immoralità. Questo tema preoccupava lo scrittore in prima persona: anche a sua moglie era stato consigliato di non partorire più, ma lui era contrario alle “misure” contraccettive per evitare la gravidanza.
Pozdnyshev ritiene che sia in generale meglio astenersi del tutto, sempre e comunque, dall’attività sessuale. Il suo compagno di viaggio e ascoltatore casuale della storia esclama: “Ma così si estinguerà la razza umana!” A questo il protagonista risponde di essere d’accordo con i buddisti sul fatto che la vita umana non abbia senso, e che finirà comunque, e che non trova niente di male nel fatto che si estingua, se questo avviene perché tutti vivono moralmente, mettendo fine all’abominio del sesso.
“È evidente che Tolstoj negava ogni significato positivo al matrimonio, condannando anche il matrimonio come unione di un uomo e una donna consacrato dalla tradizione cristiana”, scrive l’esperto delle sue opere Pavel Basinskij (1961-).
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La lettura da parte delle donne emancipate
Negli anni Novanta dell’Ottocento, “Sonata di Kreutzer” fu al centro di grandi discussioni. Basinskij scrive che “fu la vera ossessione del decennio”. La fine del XIX secolo fu un periodo di crescita senza precedenti dell’emancipazione femminile. Pertanto, la componente femminile dei lettori si soffermò nel romanzo su un’altra questione: perché una ragazza doveva rimanere casta e pura prima del matrimonio, mentre un ragazzo aveva tutti i diritti di farsi un’esperienza sessuale in anticipo, ed era persino incoraggiato dalla società in questo?
Dopo l’uscita del libro di Tolstoj, la questione della moralità sessuale iniziò a essere discussa anche sulla stampa. Una delle prime femministe russe, Elizaveta (Liza) Djakonova, si diceva indignata, sul suo diario, del fatto che un uomo “considerasse una vergogna sposare una ragazza che aveva avuto qualcuno prima di lui”, mentre considerava normale per sé avere relazioni prima del matrimonio. “Ed è così ovunque, ovunque! Sia in Russia che all’estero! Oh mio Dio, mio Dio!”, scriveva.
E molte altre donne furono spinte proprio da quel libro di Tolstoj a percepire tutta l’ingiustizia che le colpiva, e iniziarono a provare una gran sete di libertà, sessuale e non solo.
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