La Tenuta-museo di Jasnaja Poljana, 200 chilometri a sud di Mosca, nella Regione di Tula, è uno dei monumenti più amati dai turisti tra quelli legati alla letteratura. Di anno in anno, cresce il numero di persone che vogliono vedere con i loro occhi dove visse e compose le sue opere il grande Lev Tolstoj (1828-1910). A questo successo contribuiscono l’interesse crescente per la cultura russa, ma anche il gran numero di trasposizioni cinematografiche e televisive delle opere di Tolstoj e il lavoro di grande qualità del personale del museo.
La gran parte degli studi sulla vita e l’arte di Tolstoj sono concordi sul fatto che Jasnaja Poljana è collegata a tutti gli avvenimenti più importanti della biografia dello scrittore. In questa amata tenuta passò oltre cinquant’anni. E i periodi di lontananza, sempre per intervalli di tempo poco significativi, furono quasi tutti forzati. Lo stesso Tolstoj descrisse così il ruolo di Jasnaja Poljana nella sua vita: “Senza la mia Jasnaja Poljana posso con difficoltà immaginarmi la Russia e il mio rapporto con lei”
Jasnaja Poljana fu sempre un luogo di grande ispirazione artistica per Tolstoj. Più di una volta, lo scrittore sottolineò come le condizioni ambientali che trovava qui lo aiutassero nel lavoro e gli rendessero possibile concentrarsi sulla trama dei suoi libri. Oltre a molte altre opere, qui furono composti i leggendari romanzi “Guerra e pace” e “Anna Karenina”.
Molti visitatori sono stupiti dalla modestia dell’abitazione di Tolstoj. Il famoso scrittore non amava lo sfarzo e la sua residenza risponde a questa visione del mondo. Ma bisogna sottolineare che quella che oggi è la “Casa di Tolstoj” trasformata in museo, è solo una delle dépendance della grande tenuta della famiglia Volkonskij, casata della madre dello scrittore. Tra le altre cose, il padre di lei, e nonno di Tolstoj, Nikolaj Volkonskij, fu il prototipo del vecchio principe Bolkonskij di “Guerra e pace”.
Entrando nella casa-museo di Jasnaja Poljana si ha la sensazione che lo scrittore sia appena uscito per fare una passeggiata. Persino il suo maglione caldo è sciattamente appeso alla poltrona. La figlia di Tolstoj, Aleksandra Lvovna, conservò esattamente la disposizione di tutti gli oggetti così com’erano al momento della morte del padre. La collezione sopravvisse alla Rivoluzione e anche all’occupazione nazista durante la Seconda guerra mondiale (in quel periodo tutti i cimeli erano stati evacuati in Siberia, a Tomsk).
Non c’è un solo turista che resti indifferente vedendo il ricco parco e i giardini di Jasnaja Poljana. Nell’enorme territorio della tenuta ci sono un gran numero di ombrosi vialetti, di aiuole fiorite e di alberi da frutto.
Tolstoj amava essere circondato da una foresta di fiori e di piante; aveva una grande passione per il giardinaggio. Lui stesso piantò a Jasnaja Poljana alcune migliaia di meli. Dagli squisiti frutti e da quello che si coltivava negli orti veniva preparato il cibo genuino per la famiglia Tolstoj e per i contadini. Una parte di quanto coltivato veniva poi venduto, garantendo il reddito della tenuta. Il meleto ancora oggi produce in gran quantità.
Tolstoj passeggiava ogni giorno nelle sue proprietà e cercava l’ispirazione artistica nel contato con la natura. E il lungo viale tra le betulle, che lui chiamava “preshpekt”, è stato più volte descritto nelle pagine dei suoi libri.
Lev Tolstoj era uno dei più accesi difensori dei diritti dei contadini della sua epoca. Traeva ispirazione dalla vita quotidiana e dal sapere popolare, e nei rappresentanti delle classi lavoratrici trovava molte più qualità spirituali positive che tra gli aristocratici. Per un esempio di come con amore descrivesse i contadini, basta andarsi a rileggere il celebre brano di “Anna Karenina” in cui Levin taglia l’erba.
Tolstoj riteneva molto importante che fosse aperta una scuola per i bambini dei contadini. Ed ecco che nel 1859 (due anni prima dell’abolizione della servitù della gleba in Russia) a Jasnaja Poljana venne inaugurato un istituto di questo tipo, nella dépendance dei Kuzminkij (cognome della sorella della moglie di Tolstoj, che spesso si fermava qui). A quell’epoca, scuole simili erano una rarità persino nelle grandi città, figuriamoci nei villaggi e nelle tenute private. Nonostante le critiche della società e la mancanza di esperienza nel campo dell’insegnamento, Tolstoj riuscì a infilare nel programma scolastico tutte le sue idee pedagogiche.
Lev Tolstoj lasciò tra le sue volontà quella di essere sepolto sul territorio dell’amata Jasnaja Poljana. Non voleva che sulla sua tomba fossero posti monumenti, croci o altri elementi commemorativi. Il punto preciso della sepoltura se lo scelse da solo. Voleva trovare la pace eterna in quel posto dove, da bambino, con suo fratello, cercava “il bastoncino verde”, una specie di bacchetta magica che avrebbe potuto rendere gli uomini di questo mondo felici. Le sue volontà furono rispettate.
La tomba del poeta è una piccola collinetta ricoperta d’erba. In quella zona c’è una particolare quiete, perché in segno di rispetto per Lev Tolstoj tutti mantengono il silenzio.
Dopo la Rivoluzione, i figli di Tolstoj ottennero il permesso di occuparsi della sua eredità. E, ora come allora, Jasnaja Poljana è gestita dai discendenti dello scrittore. Sono loro gli ispiratori e responsabili di tutti i progetti che vengono messi in piedi nella tenuta. Per molti anni, il direttore è stato il figlio del pronipote di Tolstoj, Vladimir Ilich Tolstoj. Da quando è diventato consigliere del presidente nel campo della Cultura, a capo della tenuta c’è invece sua moglie.
Ogni due anni, a Jasnaja Poljana si tiene un raduno di tutti i discendenti di Tolstoj. Al momento attuale sono già circa 400.
Perchéin Russia ci sono cosìtanti musei di storia locale e case museo?
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