1 / Era figlio di un celebre basso dei Teatri Imperiali
Uno dei compositori più radicali del XX secolo, Igor Stravinskij (1882-1971), era figlio di un cantante d’opera che per molti versi incarnava la tradizione musicale del XIX secolo. Il basso Fjodor Ignatjevich Stravinskij (1843-1902) era stato insignito dell’ambito titolo di Artista emerito dei teatri imperiali, dove prestò servizio per un quarto di secolo. Il suo repertorio comprendeva 59 opere. Il cantante lirico divenne famoso soprattutto nei panni di Varlaam nel “Boris Godunov” di Modest Mussorgskij, di Farlaf in “Ruslan e Ljudmila” di Mikhail Glinka, di Melnik nella “Rusalka” di Aleksandr Dargomyzhskij e di Orlik in “Mazepa” di Pjotr Chajkovskij.
Stravinskij Sr. era una figura di spicco nella vita culturale di San Pietroburgo. Fu persino raffigurato da Ilja Repin come uno dei cosacchi del suo celebre dipinto “I cosacchi dello Zaporozhje scrivono una lettera al sultano di Turchia”, e tra gli ospiti frequenti nella casa del cantante c’era Fjodor Dostoevskij.
2 / Divenne un compositore grazie a Rimskij-Korsakov
Il compositore definiva Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844-1908) suo secondo padre. Su insistenza della famiglia, Stravinskij entrò alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di San Pietroburgo, e non studiò mai musica ufficialmente. Rimskij-Korsakov però riconobbe il suo talento, lo dissuase dall’entrare in conservatorio e per due anni gli dette personalmente lezioni private, giocando un ruolo decisivo nel suo sviluppo professionale.
3 / Divenne famoso in Europa con i “Balletti russi” di Djaghilev
Sergej Djaghilev (1872-1929), impresario teatrale e grande divulgatore dell’arte russa in Europa e in America, divenne il vero mago del destino di Stravinskij. Dopo la prima “stagione russa” a Parigi, era alla ricerca di qualcosa che potesse superare il trionfo del programma precedente. Scegliendo la fiaba russa della Zhar-ptitsa (l’Uccello di fuoco), Djaghilev si ricordò del compositore principiante Stravinskij. “L’uccello di fuoco” da lui composto divenne il momento clou della stagione 1910, e nel 1911 lo stesso ruolo fu interpretato dal successivo balletto di Stravinskij, “Petrushka”. Il compositore divenne così immediatamente famoso in tutto il mondo. Lavorò con Djaghilev fino alla sua morte. Avevano un rapporto difficile, a volte estremamente conflittuale. Ma ora entrambi riposano fianco a fianco, nella parte ortodossa del cimitero di San Michele, nella loro amata Venezia.
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4 / Ha compiuto una rivoluzione nell’arte
Il 29 maggio 1913 è il giorno da cui è consuetudine iniziare a contare gli anni della storia della musica dell’epoca contemporanea. Questa è la data della prima rappresentazione, a Parigi, al Théâtre des Champs-Élysées, del balletto “La sagra della primavera” (titolo originale francese: “Le Sacre du printemps”; in russo “Vesnà svjashénnaja”), portata in scena dalla compagnia di Djaghilev “Ballets russes”. Successivamente, Djaghilev, Stravinskij, il pittore e scenografo Nicholas Roerich (Nikolaj Rerikh), le cui immagini della Rus’ pagana erano una complessa opera di avanguardia, il coreografo Vaclav Nizhinskij, avrebbero litigato a lungo su chi aveva dato il contributo più importante a questa geniale creazione. Ma alla prima, a cui partecipò letteralmente “tutta Parigi”, scoppiò un grandioso scandalo: il pubblico fischiò, contestò e ci furono persino risse a colpi di sedie tra chi era indignato e chi difendeva l’innovativo balletto. Ma dopo quella serata difficile, passata alla storia come “la battaglia del Sacre”, questa musica di Stravinskij sarebbe divenuta uno dei balletti più apprezzati al mondo, insieme allo “Schiaccianoci” di Pjotr Chaikovskij e al “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokofjev.
5 / Ha avuto tre fasi creative
È consuetudine distinguere tre fasi nel lavoro di Stravinskij. I primi decenni sono chiamati “russi”: il compositore studiò il folklore russo e sperimentò le sue forme. Subito dopo i primi balletti seguirono “Les Noces” (in italiano: “Le nozze”; in russo “Svadebka”), “Renard” (in russo: “Bajka pro Lisu, Petukha da Barana”), l’opera buffa “Mavra” e altri lavori. Stravinskij dedicò poi diversi decenni al neoclassicismo, aprendo questa fase con con il balletto con canto “Pulcinella”, messo in scena dagli artisti di Djaghilev. Tra i capolavori di questo periodo ci sono i balletti “Apollon musagète” (noto anche come “Apollo”), “Il bacio della fata”, “Sinfonia in tre movimenti”, “Orpheus“, “Agon”, l’opera-oratorio “Oedipus Rex, l’opera “La carriera di un libertino” e il melodramma (almeno secondo la definizione dell’autore) “Perséphone”. Il periodo successivo è considerato quello dodecafonico; include “Threni”, e “A Sermon, a Narrative and a Prayer”, cantate che si basano sui testi e sui motivi della Bibbia; “The Flood” (“Il diluvio”), scritto espressamente per la televisione (gli fu commissionato dall’americana Cbs), e le “Variations”, una composizione per orchestra dedicata alla memoria dello scrittore Aldous Huxley, suo amico.
6 / È stato uno dei compositori più prolifici
L’eredità di Stravinskij comprende oltre 7.500 pagine di spartiti musicali. Poteva lavorare 18 ore al giorno, e la sua giornata lavorativa standard, anche in vecchiaia durava 10 ore.
7 / Si distingueva per un fascino incredibile
Come i suoi genitori, il musicista era una figura che attraeva chi lo circondava, ed era un interlocutore incredibilmente affascinante. Era amico di Claude Debussy, Marcel Proust, Pablo Picasso, Coco Chanel e Charlie Chaplin.
8 / Ha composto per il New York City Ballet
La collaborazione a lungo termine di Stravinskij con il coreografo di origine russo-georgiana George Balanchine è paragonata allo storico duo Pjotr Chaikovskij-Marius Petipa. La loro prima esibizione congiunta fu l’“Apollon musagète”, messo in scena nel 1928 dai Balletti russi di Djaghilev, seguita da colonne sonore appositamente commissionate, nuove versioni di vecchi balletti e l’uso della sua musica originariamente non di balletto nelle produzioni di Balanchine. Dalla morte di Stravinskij, il coreografo e il suo New York City Ballet hanno ospitato due volte il festival dei balletti del compositore.
9 / Dopo la Rivoluzione visse in Francia e negli Stati Uniti
A causa della tubercolosi di sua moglie, Stravinskij trascorreva ogni inverno in Svizzera. Lì furono colti dallo scoppio della Prima guerra mondiale. Dopo la Rivoluzione, il compositore decise di non tornare in Russia. Tutti gli averi rimasero in patria e la famiglia, che aveva quattro figli, visse a lungo in ristrettezze. Nel 1920, gli Stravinskij si stabilirono a Parigi, dove Coco Chanel, suo ammiratore di lunga data, li aiutò finanziariamente. Dopo la morte della sua prima moglie e lo scoppio della Seconda guerra mondiale, Stravinskij si trasferì in America.
10 / In Urss le opere di Stravinskij furono a lungo bandite
La fine della “storia d’amore” degli artisti d’avanguardia russi e il regime sovietico alla fine degli anni Venti pose fine alla carriera del compositore in Urss. Solo durante il disgelo di Khrushchev, nel 1962, in onore del suo 80° compleanno il compositore fu invitato a tenere concerti a Mosca e Leningrado. Ci sono voci secondo cui il segretario generale del Pcus gli offrì persino di rimanere in Urss, ma Stravinskij tornò a New York, dove morì il 6 aprile 1971. Seguendo la sua volontà, fu sepolto a Venezia.
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