Cosa si intende per Epoca d’argento della poesia russa e perché è stata così importante?

Viktor Gritsuk/Russky Vzglyad; Dominio pubblico
A cavallo tra XIX e XX secolo e almeno fino al 1930, in Russia c’è stata una tale concentrazione di poeti geniali che non ha eguali nella storia

Cos’è l’Epoca d’argento della poesia russa?

Nel tentativo di rispondere a questa domanda, ci sono studiosi russi che scrivono tomi pesanti e dedicano tutta la vita alla ricerca sull’argomento. Noi ci limitiamo ad assumerci il compito di farne un breve riassunto per quelli di voi che sono interessati alla letteratura russa.

L’epoca d’argento della poesia russa è un periodo artistico che ha inizio al volgere del XIX secolo e termina alla fine degli anni Venti del XX secolo. Racchiude un vasto numero di poeti, generi e stili letterari. C’è anche una nozione più ampia di Epoca d’argento nella cultura russa e non solo in poesia, che include arte d’avanguardia, teatro, cinema, fotografia e scultura.

La concentrazione di geniali poeti che si può osservare durante l’Epoca d’argento non è mai esistita in nessun altro periodo della letteratura russa.

C’è stata un’epoca d’oro?

Sì, eccome se c’è l’Epoca d’oro della poesia russa! Risale al primo terzo del XIX secolo. In termini più semplici li chiamiamo spesso i “poeti dell’epoca di Pushkin”, visto che Aleksandr Pushkin (1799-1837) è stato sicuramente uno dei più grandi poeti russi di tutti i tempi e il più notevole di quell’epoca, e ha ancora oggi un ruolo di primo piano nella letteratura russa. Oltre a grandi nomi come Pushkin e Mikhail Lermontov (1814-1841), l’Epoca dell’Oro comprende Evgenij Baratynskij (1800-1844), Pëtr Vjazemskij (1792-1878), Vasilij Zhukovskij (1783-1852) e altri poeti che oggi sono meno conosciuti. Più tardi, gli studiosi hanno iniziato a classificare tutti gli autori di prosa del XIX secolo come “classici”, fino all’Epoca d’oro, includendo nel novero Nikolaj Gogol (1809-1852), Lev Tolstoj (1828-1910), Fjodor Dostoeskij (1821-1881), Ivan Turgenev (1818-1883) e Nikolaj Nekrasov (1821-1878). Il XIX secolo fu caratterizzato da un grande sviluppo di movimenti letterari: dal sentimentalismo al romanticismo e poi al realismo e al naturalismo.

Cosa contraddistingue l’Epoca d’argento?

Dopo diversi decenni di realismo e naturalismo in letteratura, gli artisti si erano un po’ stufati e iniziarono a cercare nuovi modi per esprimere sentimenti, nuove immagini, mezzi poetici e metafore. Riflettere fedelmente la realtà era diventata un’arte ben padroneggiata, ma ecco che gli artisti iniziarono a inventare simboli e a riflettere su cose che non esistono nel mondo esteriore ma piuttosto nelle menti e nei sogni delle persone. Anche se oggi sembra abbastanza normale, a quei tempi era rivoluzionario.

Un’altra caratteristica interessante dell’Epoca d’argento è che mette insieme poeti molto diversi. Iniziarono a riunirsi in gruppi, a creare manifesti dei loro movimenti, a discutere degli strumenti poetici e persino a organizzare serate dove leggevano le loro poesie e organizzavano duelli letterari. La maggior parte di questi poeti era rispettosa della letteratura passata, giocava con immagini di poeti antichi e dell’Epoca d’oro e rimandava con suggestioni e allusioni ad altri poeti. Ecco perché leggere e cercare di comprendere la poesia dell’Epoca d’argento è un compito impegnativo: ha diversi livelli di significato.

Naturalmente, l’Epoca d’argento fu testimone della Rivoluzione del 1905 e delle rivoluzioni del 1917. Questi eventi epocali non potevano non incidere sull’arte: i poeti ripensarono e reinterpretarono questi eventi con il loro talento artistico, e uno degli esempi più vividi è il poema di Aleksandr Blok (1880-1921) “I dodici” (qui la traduzione in italiano) in cui inserisce persino l’immagine di Cristo al comando di un drappello di bolscevichi. 

Chi sono i principali poeti dell’Epoca d’argento?

Parlando dei poeti dell’Epoca d’argento, dobbiamo evidenziare i principali movimenti letterari. Tuttavia, è importante notare che tutti questi poeti hanno avuto un ricco percorso artistico e la loro arte e il loro stile sono cambiati nel tempo, spesso con rimandi tra di loro.

Simbolismo

I simbolisti scrivevano usando simboli perché erano appassionati di filosofia idealista, e sostenevano che ogni cosa e ogni nozione sulla Terra ha il suo simbolo in un mondo metafisico. La prima generazione di simbolisti (detti “simbolisti anziani”) fu composta da Dmitrij Merezhkovskij (1865-1941) e sua moglie Zinaida Gippius (1869-1945), Valerij Brjusov (1873-1924), Konstantin Balmont (1867-1942) e Fjodor Sologub (1863-1927). I loro testi sono generalmente definiti “decadenti”, ed erano interessati all’estetica pura.

La seconda generazione (quella dei “giovani simbolisti”) vede tra le sue fila Andrej Belyj (1880-1934), Vjacheslav Ivanov (1866-1949) e Aleksandr Blok (1880-1921), uno dei simbolisti più famosi, e in seguito Boris Pasternak (1890-1960) e Marina Tsvetaeva (1892-1941). Erano mistici e si appellarono al simbolo dell’eterno femminino, che poteva apparire come uno splendido ideale o una sacrale creatura effimera.

Acmeismo

Il movimento acmeista (dal greco ἀκμή, acme, culmine) contò diversi membri e tutti di alto livello: Nikolaj Gumilev (1886-1921) e sua moglie Anna Akhmatova (1889-1966), Osip Mandelshtam (1891-1938) e Sergej Gorodetskij (1884-1967). Ebbero un confronto molto duro con i simbolisti e i loro metodi artistici. L’acmeismo riguardava cose, oggetti e dettagli della vita reale. Nelle loro metafore, gli acmeisti confrontavano la natura con oggetti inanimati e persino con quelli creati dall’uomo. Chiamarono il loro gruppo “Corporazione dei Poeti” (a volte tradotta anche “Gilda dei Poeti”; in russo Цех поэтов; Tsekh poetov) e ribadivano sempre che la poesia è un mestiere con le sue tecniche proprie, e ne studiavano le origini.

Futurismo (ego-futurismo, cubo-futurismo)

Vladimir Majakovskij (1893-1930), Velimir Khlebnikov (1885-1922), Aleksej Kruchenykh (1886-1968), Igor Severjanin (1887-1941), David Burljuk (1882 -1967) e molti altri nomi furono tanto innovatori nella poesia quanto Malevich nell’arte. Erano radicali e cercavano di abolire tutto ciò che era stato inventato nella poesia prima di loro. Volevano distruggere le rime, i testi, le forme e persino le parole stesse. Costruirono le loro poesie come figure geometriche e usarono metafore del tutto insolite e persino bizzarre.

Nuova poesia contadina

La fine del XIX e l’inizio del XX secolo furono segnati dal revival dello stile russo e di tutti i motivi tradizionali in architettura e in arte; e la letteratura non fece eccezione. Uno dei più famosi “poeti contadini” fu Sergej Esenin (1895-1925), che scioccò i simbolisti apparendo in completo contadino a leggere le sue poesie. Anche Nikolaj Kljuev (1884-1937) e altri hanno fatto appello alla campagna descrivendo la natura russa, lodando i campi e gli alberi di betulla e cercando di capire come tutto ciò influenzasse i loro sentimenti. Apparivano molto nostalgici dei villaggi pur trascorrendo molto tempo nelle grandi città.

Immaginismo

Questo movimento è stato formato a Mosca dopo la Rivoluzione da Anatolij Marienhof (1897-1962), Vadim Shershenevich (1893-1942), Sergej Esenin (1895-1925), dal drammaturgo Nikolaj Erdman (1900-1970) e da altri. Queste persone erano fedeli alla Rivoluzione e ispirate dalla nuova libertà. Elogiavano la mancanza di morale e un certo cinismo, e non esitavano a criticare la religione e a negare l’esistenza di Dio. Questo movimento finì presto, nel 1925, dopo che Sergej Esenin fu trovato morto in un hotel di San Pietroburgo. Si sta ancora discutendo se si sia suicidato o se sia stato ucciso dai servizi segreti.

Perché e come finì l’Epoca d’argento?

La fine dell’Epoca d’argento viene spesso fatta coincidere con il suicidio di Vladimir Majakovskij nel 1930, e con il rafforzamento del regime di Stalin. La politica sovietica mise ben presto in chiaro che questi poeti non erano più necessari e, ancor di più, erano dannosi e distruttivi per i cittadini sovietici. L’uomo sovietico doveva innanzitutto pensare alla sua patria, al proletariato e all’edificazione del comunismo. I testi poetici dell’Epoca d’argento, invece, si concentravano sull’individuo, sull’anima, nonché sulle sofferenze personali e filosofiche. Tutte cose che non dovevano più rappresentare un problema e che dovevano essere lasciate nella vecchia era capitalista e borghese.

I censori sovietici iniziarono a leggere le poesie con molta attenzione, e rapidamente la pubblicazione fu vietata a molti poeti, che in alcuni casi ebbero destini orribili. Osip Mandelshtam, per esempio, fu arrestato a causa di una sua poesia anti-Stalin e morì in un campo di prigionia da qualche parte nell’Estremo Oriente. Molti poeti furono giustiziati o si suicidarono, e quelli che riuscirono a rimanere in vita dovettero tacere, scrivendo clandestinamente o dedicandosi alla traduzione.


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