I sei migliori film russi post apocalittici

Fedor Bondarchuk/Art Pictures Studio, 2017
Vediamo quali varianti della fine del mondo hanno proposto alcuni grandi registi dagli anni Ottanta a oggi

1 / “The Blackout” – Egor Baranov, 2019

Per una ragione sconosciuta, la maggior parte dei Paesi sulla Terra smette contemporaneamente di rispondere a qualsiasi segnale; la comunicazione viene persa. Allo stesso tempo, gli astronauti in orbita notano solo un piccolo punto luminoso nell’Est dell’Europa. Sulla terra, oltre i confini della zona superstite, i militari trovano solo tracce scioccanti di distruzione e gran una massa di morti: il 98% della popolazione mondiale è scomparsa.

“The Blackout” (titolo originale russo: “Avanpost”) è un film sulla guerra dei mondi, in cui il ruolo principale è assegnato ai militari russi. Sono loro che dovranno cercare di capire la causa dell’apocalisse, che ha risparmiato di tutto il mondo solo una porzione di Russia, e dovranno contemporaneamente dimostrare la grande potenza delle armi russe. “‘Blade Runner’ ha incontrato ‘Black Hawk Down’, solo che l’azione si svolge in Russia”: così ha descritto il film il regista che l’ha realizzato: Egór Barànov (1988-). Questo epico blockbuster è entrato in short list al festival Cinequest di San Jose, in California, ed è uscito nei cinema di 25 Paesi del mondo.

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2 / “Attraction” – Fedor Bondarchuk, 2017

La versione russa di “Arrival” e “District 9” è un film (titolo originale russo: “Pritjazhénie”) su un’invasione aliena e una minaccia per tutta l’umanità. Un oggetto volante alieno cade inaspettatamente sul quartiere dormitorio di Chertànovo, alla periferia di Mosca. La gente è nel panico, i militari non sono meno scioccati (anche se questo è il loro lavoro, si sarebbero aspettati più di doversela vedere con la Nato che non con degli extraterrestri), e solo una giovane coppia di innamorati di Chertanovo fa un passo verso il “primo contatto”.

“‘Attraction’ è il primo film russo nel segmento ‘young adult’, ovvero lo stesso di ‘Twilight’, ‘Hunger Games’ e ‘Maze Runner’”, ha scritto il critico cinematografico russo Anton Dolin. Se siete fan di questo genere, allora questo film fa sicuramente al caso vostro. Per tutti gli altri, sarà interessante vedere come si ottiene un film “alla Hollywood” con “materiale russo”. A proposito, non c’è nemmeno troppa pomposità patriottica.

Nel 2019, è uscito il sequel: “Invasion” (titolo originale russo: Vtorzhénie), sempre per la regia di Fjódor Bondarchùk (1967-), con una nuova minaccia aliena e un’inondazione di Mosca molto ad effetto.

3 / “Involution” – Pavel Khvaleev, 1984

E se l’umanità smettesse di svilupparsi e l’istinto animale diventasse fondamentale per noi? Aggressività, protezione della prole, attrazione sessuale senza filtri: tutto ciò sfuggirà al controllo e nel mondo inizierà una dura selezione naturale.

“Involution” (titolo originale russo: “Involjùtsja”) è una distopia d’autore che inverte la teoria di Darwin. Pàvel Khvaléev (1984-) ha realizzato il film in coproduzione con la Germania. “Abbiamo cercato di mantenere il film a un livello artistico, senza imitare Hollywood”, ha detto il regista. Questo approccio ha solo aggiunto originalità: con un minimo di effetti speciali e un dramma psicologico sullo sfondo di un mondo impazzito.

4 / “Bite the Dust” (2013) – Taisija Igumentseva, 2013

I residenti di un villaggio russo come tanti scoprono in tv che il mondo finirà il giorno dopo e iniziano a fare quelle cose che non si sarebbero decisi a fare se non in circostanze così estreme.

Questa tragicommedia del 2013 (titolo originale russo: “Otdàt kontsý”) è stato notato dalla critica cinematografica ed è stato presentato a Cannes fuori concorso. “Ho cercato di fare una storia così internazionale che fosse comprensibile a chiunque in qualsiasi angolo del mondo”, ha affermato la regista Taìsija Igùmentseva (1989-). Dopotutto, prima dell’apocalisse vogliamo tutti la stessa cosa.

5 / “Shopping tour” – Mikhail Brashinskij, 2012

L’intero film è stato girato come se fosse una ripresa con il cellulare di un adolescente che è andato con sua madre in un tour di due giorni in Finlandia. Dalla nativa San Pietroburgo, la Finlandia è a due passi, ed è una specie di tradizione locale andare a fare shopping dai vicini europei. Lo pseudo-documentario inizia con un autobus turistico e termina con lo shopping nell’ipermercato di confine finlandese, dove si svolge la trama principale del film: il figlio e la madre, insieme ad altri turisti, vengono rinchiusi in un centro commerciale. E inizia la caccia grossa. 

Non è la classica apocalisse zombie (qui i finlandesi si trasformano in cannibali…), e questo horror con elementi di black humor del 2012 di Mikhail Brashinskij (1965-) è stato apprezzato nei festival cinematografici “per l’umorismo e l’audacia del genere”. Lo consigliamo anche per il realismo raro. Guardare questo film è sia divertente che spaventoso.

6 / “Quell’ultimo giorno - Lettere di un uomo morto” –  Konstantin Lopushanskij (1986)

Film sovietico (titolo originale russo: “Pìsma mjórtvogo chelovéka”) sulla catastrofe di un’esplosione nucleare in una base militare americana. Intorno ci sono solo terra bruciata, rovine radioattive e persone che stanno cercando di sopravvivere in scantinati e bunker. Il personaggio principale, lo scienziato Larsen, indaga sulle ragioni di ciò che è accaduto e cerca la risposta alla domanda chiave: come vivere dopo un’apocalisse atomica?

Per una coincidenza, il film uscì nello stesso anno dell’esplosione di Chernobyl, e scioccò il pubblico sovietico. Il regista, un convinto seguace di Andrej Tarkovskij, tuttavia, ha realizzato una pellicola incentrata non sugli orrori dell’”inverno nucleare”, ma sulle terne domande dell’uomo: chi è, e perché è a questo mondo.


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