#iorestoacasa: 5 classici russi da leggere in questo periodo di riposo ritrovato

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Libri per sorridere, riflettere, emozionarsi. In un tempo in cui il coronavirus ha messo in pausa le vite degli italiani, Russia Beyond vi propone alcuni classici russi da leggere, per sfruttare al massimo le ore vuote sul divano di casa

1. Il Maestro e Margherita – Mikhail Bulgakov (completato nel 1940, pubblicato nel 1967)

Divertente ed emblematico, “Il Maestro e Margherita” è un must assoluto per chi ama la letteratura russa. Il romanzo avvolge di satira un racconto epico e ordinario, che mescola scene di vita quotidiana nella Mosca degli anni Trenta con la versione del Nuovo Testamento secondo Bulgakov.

Ma allora chi sei tu, insomma? Sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente compie il bene

(Citazione dal Faust di Goethe, epigrafe de Il maestro e Margherita)

L'URSS di Stalin si rivela un luogo mistico, con le persone che scompaiono all'improvviso e strani incontri con il diavolo. Bulgakov, maestro nel catturare l'essenza di quest'epoca, regala al mondo un romanzo fantasmagorico, di cui non vedrà mai la luce: “Il Maestro e Margherita” sarà pubblicato solo 27 anni dopo la sua morte.

Molti critici considerano quest'opera uno dei più grandi capolavori della letteratura russa del Novecento. Eugenio Montale definì il romanzo “un miracolo che ognuno deve salutare con commozione”, mentre lo scrittore sovietico Veniamin Kaverin scrisse: “Per originalità sarà difficile trovare un'opera che gli stia a pari in tutta la letteratura mondiale”.

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2. I fratelli Karamazov – Fedor Dostoevskij (1879-1880)

Nel suo ultimo romanzo, Dostoevskij si tuffa il più profondamente possibile nel gorgo dell’anima umana. Raccontando la storia dell’orrido Fedor Karamazov, ucciso da uno dei suoi figli, l’autore parla metaforicamente della Russia, del cristianesimo e dei problemi esistenziali che tutti si ritrovano ad affrontare.

Dovremmo vivere affidandoci alle nostre emozioni, o alla nostra logica e saggezza? Dio può esistere in un mondo così imperfetto? C’è qualcosa di vero nell’universo?

... Ciascuno di noi è colpevole di tutto e per tutti sulla Terra, questo è indubbio, non solo a causa della colpa comune originaria, ma ciascuno individualmente per tutti gli uomini e per ogni uomo sulla Terra

Forse leggendo questo libro non troverete alcuna risposta ai quesiti esistenziali della vita, ma sicuramente qualche spunto interessante di riflessione. Oggi più che mai.

Secondo il progetto originale dell'autore, la storia dei fratelli Karamazov doveva essere la prima parte di una complessa e vasta biografia di Aleksej (Alyosha), uno dei fratelli, il più caro all'autore. Ma l'opera, dopo cinque anni, due di studio e tre di lavoro, rimase incompiuta.

Fu pubblicata a puntate su "Il messaggero russo" tra il  1879 e il 1880; lo scrittore morì meno di quattro mesi dopo la sua pubblicazione.

L'ultimo romanzo di Dostoevskij è considerato un capolavoro della letteratura dell'Ottocento e di ogni tempo.

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3. Il giardino dei ciliegi – Anton Chekhov (1904)

L'ultimo lavoro teatrale di Anton Chekhov fu rappresentato per la prima volta il 17 gennaio 1904 al Teatro d'Arte di Mosca sotto la direzione di Kostantin Stanislavskij e di Vladimir Nemirovich-Danchenko. Sei mesi dopo l’autore morì di tubercolosi.

Chekhov è stato uno degli scrittori più malinconici e più divertenti (anche se in Russia, non è così contraddittorio come sembra). I suoi personaggi di solito sono meschini e talvolta patetici, ma questo è ciò che li rende adorabili, e l’autore non li disprezza mai, piuttosto li inonda di simpatia e gentilezza. Con “Il giardino dei ciliegi”, la sua ultima opera teatrale, Chekhov raggiunge l’apice nel mostrare la tragedia quotidiana dell’esistenza.

Superare quel che di meschino e illusorio impedisce di essere liberi e felici, ecco lo scopo e il senso della nostra vita

Una famiglia nobile impoverita non riesce a sbarcare il lunario e deve scegliere tra vendere il suo frutteto o rischiare di perdere l’intera proprietà. Ma i vecchi aristocratici non riescono a dire addio al loro bellissimo passato, simboleggiato dal giardino dei ciliegi.

Metaforicamente, Chekhov ci mostra la debolezza delle vecchie generazioni, spazzate via dal nuovo secolo. Questa rimane una bellissima pièce teatrale sulla nostalgia e il “paradiso perduto”, messa in scena fino a oggi in tutto il mondo.

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4. Guerra e pace – Lev Tolstoj (1869)

Quanti di voi hanno rimandato per anni la lettura di questo romanzo, che spaventa per il suo volume ma regala attimi di grande trasporto letterario?

Scritto tra il 1863 e il 1869 e pubblicato per la prima volta tra il 1865 e il 1869, il libro ripercorre la storia di due famiglie, i Bolkonskij e i Rostov; le vicende si snodano tra le guerre napoleoniche, la campagna di Napoleone in Russia e la fondazione delle prime società segrete russe.

Per l’ultima volta vi dico: rivolgete tutta la vostra attenzione a voi stesso, mettete le catene ai vostri sensi e cercate la beatitudine non già nelle passioni, ma nel vostro cuore. La fonte della beatitudine non è fuori, ma dentro di noi

Tra riferimenti filosofici, storici e scientifici, Tolstoj è riuscito a descrivere fedelmente l’uomo di quel tempo. Lui stesso ha paragonato l’opera alle grandi creazioni omeriche, e non a torto: per la precisione con cui i diversissimi piani del racconto si innestano all'interno del grande disegno monologico e filosofico dell'autore, “Guerra e pace” potrebbe definirsi la più grande prova di epica moderna, un vero e proprio "miracolo" espressivo e tecnico.

Amore, morte, fede: non c’è argomento che Tolstoj non tocchi in questo romanzo. I suoi protagonisti simbolo, il malinconico principe Andrej Bolkonskij, l’impetuoso Pierre Bezukhov, la sincera e amorevole Natasha Rostova (e circa altri 30 personaggi importanti), rappresentano la società russa, con tutti i suoi vizi e le sue virtù.

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5. Il dottor Zhivago – Boris Pasternak (1957)

Il “Il Dottor Zhivago” (1945-1955) venne pubblicato in anteprima mondiale in Italia il 15 novembre 1957 dalla Feltrinelli, battendo la concorrenza di editori americani e francesi, rivelandosi poi un successo planetario, come vi abbiamo raccontato qui.

Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare, nulla da rimpiangere. Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita

Per questo suo romanzo il poeta e romanziere Pasternak fu insignito del Nobel, ma il libro non poté essere pubblicato in Unione Sovietica per oltre 30 anni. Attraverso il suo protagonista, il medico e poeta Yurij Zhivago, Pasternak mostra l’evoluzione del rapporto complesso e controverso dell’intellighenzia russa verso la rivoluzione.

Pasternak racconta la storia della vita di un uomo per bene che lotta per sopravvivere all’inferno delle guerre e delle rivoluzioni del primo Novecento. Il protagonista, il dottor Jurij Zhivago, perde ripetutamente tutto, tranne la sua dignità e la sua bontà cristiana. Aggiungete a questo le poesie di Zhivago scritte da Pasternak stesso, e avrete un romanzo romantico che narra un episodio molto poco romantico nella storia della Russia.

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