Dieci foto di Chekhov che ve lo faranno vedere in tutt’altra luce

Lo scrittore era un grande amante dei cani e da buon medico aveva chiamato i suoi bassotti Bromo e Chinina. Per i problemi di salute trascorreva lunghi periodi in Crimea, dove si incontrò con altri giganti della letteratura, come Tolstoj e Gorkij

Dove c’èarte, dove c’ètalento, lànon c’èvecchiaia, nésolitudine, némalattia, e anche la morte èuna morte a metà”

Immaginereste mai che questo giovane sia uno dei più grandi scrittori e drammaturghi russi, Anton Chekhov (1860-1904)? Senza il suo famoso pince-nez e con i capelli lunghi è a stento riconoscibile. La foto gli venne scattata nel 1883, quando era uno studente della Facoltà di Medicina dell’Università Statale di Mosca.

Il mestiere di medico èun atto eroico. Richiede abnegazione, purezza danimo e purezza di pensiero

Chekhov (in basso a sinistra) è ritratto nella sua tenuta di Melikhovo (un’ottantina di chilometri a sud di Mosca), in compagnia di alcuni delegati dell’amministrazione locale e del suo cane. Lo scrittore aveva due bassotti che, da buon medico, aveva chiamato Bromo e Chinina. Al giorno d’oggi proprio a Melikhovo si tiene un’importante Festival canino di livello mondiale, dedicato ai bassotti.

Una brava persona si vergogna anche di fronte a un cane.

Come potete vedere, Chekhov amava moltissimo i cani. Qui lo scrittore è fotografato a Jalta, in Crimea, ai primi del Novecento. Tra l’altro proprio qui si svolge la narrazione del suo racconto “La signora con il cagnolino” (1899).

Tutto quello che so della natura umana, lho imparato nel conoscere me stesso.

Malato di tubercolosi, che peggiorò dopo il 1898, Chekhov passò molto tempo in Crimea per il clima più mite. Comprò là una casa, la cosiddetta Dacia bianca. Qui lo scrittore è stato fotografato al suo interno, in quello che oggi è la Casa Museo Chekhov.

Quel che proviamo quando siamo innamorati èforse la nostra condizione normale. Lamore mostra all'uomo come dovrebbe essere.

Sono molto rare le foto in cui Chekhov sorride! E quasi tutte sono scattate con sua moglie, lattrice del Teatro d'Arte di Mosca Olga Knipper. Lei aveva recitato ruoli importanti nelle opere teatrali che lui aveva scritto e si conobbero durante le prove de “Il gabbiano” (composto nel 1895).

Se dite nel primo capitolo che alla parete èappesa unarma, allora nel secondo o nel terzo dovràimmancabilmente sparare. E se non sparerà, allora non doveva essere appesa là”.

Qui Chekhov legge “Il gabbiano” agli attori del Teatro d'Arte di Mosca. Nel gruppo ci sono anche il fondatore del Teatro, Konstantin Stanislavskij (a sinistra di Chekhov), il cofondatore Vladimir Nemirovich-Danchenko (in piedi a sinistra), Vsevolod Meyerhold (a destra) e Olga Knipper (la seconda a sinistra rispetto allo scrittore). Forse è qui che per la prima volta Chekhov e la Knipper, sua futura moglie (si sposarono nel 1901), hanno provato qualcosa l’uno per l’altra.

Lamore, lamicizia e il rispetto non uniscono le persone cosìcome fa un odio comune contro qualcosa.

Che bello vedere due grandi personaggi del passato uniti in una sola foto. Lev Tolstoj (1828-1910) e Anton Chekhov si sfidano a scacchi, durante uno storico incontro in Crimea.

Ricco non èchi ha soldi, ma chi ha i mezzi per vivere nello stato lussuoso della primavera.

Lo scrittore Maksim Gorkij (1868-1936) adorava il talento di Chekhov, e dopo essere stati in corrispondenza per un po’, si incontrarono di persona in Crimea, dove vennero fotografati. I due giganti della letteratura qui ebbero incontri e conversazioni quotidiane. Gorkij era stupito dalla libertà interiore di Chekhov e gli chiese di fargli notare tutta la sua ruvidità stilistica.

La buona educazione non sta nel fatto di non rovesciare la salsa sulla tovaglia, ma nel non notarlo, se lo fa qualcun altro

Questo è un ritratto non troppo noto di Chekhov, dipinto da suo fratello Nikolaj. Adesso è esposto al Museo Letterario Chekhov di Taganrog, la città natale dello scrittore, 1.150 chilometri a sud di Mosca. Sorge nella sede dell’ex liceo cittadino, dove i fratelli Chekhov studiarono.

Tomsk non vale un soldo bucatoèuna cittàincredibilmente noiosa e la sua gente èancora più noiosa la cittàèpiena di ubriachi c’èfango ovunque la cameriera presso la taverna locale ha pulito il mio cucchiaio sul suo culo prima di darmelo... Le cene qui sono eccellenti, a differenza delle donne che sono grezze…”

Chekhov scrisse queste parole riguardo alla città siberiana di Tomsk, in cui si era fermato nel 1890 nel corso del lunghissimo viaggio verso l’isola di Sakhalin, dove era diretto per scrivere un libro reportage sulle condizioni disumane dei prigionieri nelle colonie penali zariste. Nel 2004, i cittadini di Tomsk hanno eretto questo monumento caricaturale, opera dello scultore Leontij Usov, come “vendetta” sul grande scrittore. La didascalia sul monumento dice: "Anton Pavlovich a Tomsk visto con gli occhi di un ubriaco che si trova in un fosso e che non ha letto Kashtanka”. “Kashtanka” è un racconto di Chekhov pubblicato nel 1887. 

 

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