Il balletto in Russia è apparso alla fine del XVIII secolo, grazie a diversi stranieri appositamente scritturati per l’intrattenimento della famiglia imperiale. Tuttavia, divenne la principale forma di danza russa nel XIX secolo sotto la direzione di Marius Petipa (1818-1910), che guidò la compagnia di balletto dei teatri imperiali di San Pietroburgo per oltre quarant’anni e creò un centinaio di balletti (e una vera dinastia attiva nel campo). Nella foto, la figlia di Marius, la solista del Teatro Mariinskij Marie Petipa (1857-1930) in costume da Fata Lilla nel balletto “La bella addormentata”.
Mentre Pietroburgo aveva i suoi favoriti e i suoi talenti, il palcoscenico di Mosca era illuminato dalla stella di Ljubov Roslavleva (1874-1904). In questa immagine è al centro, nei panni di Venere, circondata dagli artisti del corpo di ballo, nel balletto “Les Étoiles” di Antoine Simon.
Una delle stelle più famose fu la ballerina dei teatri imperiali Matilda Kshesinskaja (1872-1971). Prima ballerina a eseguire consecutivamente 32 fouettés en tournant, Kshesinskaja era anche famosa per la sua storia d’amore con l’erede al trono e futuro ultimo imperatore e santo della Chiesa ortodossa Nicola II (sulla vicenda è uscito nel 2017 un film che ha provocato un enorme scandalo). Sposò poi un membro della famiglia imperiale, il Granduca Andrej Vladimirovich Romanov, e, dopo la Rivoluzione, fu costretta a lasciare la Russia. Nella foto, Matilda nel salotto della sua lussuosa dimora di San Pietroburgo, regalo proprio di Nicola II.
Anna Pavlova (1881-1931), come la Kshesinskaja, fu una vera star del balletto russo. La loro posizione e la loro vita lussuosa possono essere paragonate solo a quella delle pop star più ricche del nostro tempo. Se Matilda aveva un’intera dimora, la Pavlova aveva un teatro studio tutto suo, e nella foto è ritratta proprio lì, durante una prova con un insegnante. Per lei, il coreografo Michel Fokin mise in scena il celebre “La morte del cigno”. Mentre la torta che porta il suo nome le fu dedicata durante una tournée in Oceania.
Vera Caralli, Sofja Fedorova e Aleksej Kozlov nei costumi del balletto del genovese Cesare Pugni “La figlia del faraone”, che andò in scena sul palco del Teatro Bolshoj di San Pietroburgo (ora è il Conservatorio). I critici furono entusiasti della scenografia e dei costumi di questo balletto, preparati dall’artista Konstantin Korovin, ispirandosi a bassorilievi egiziani.
La prima del balletto “Les Sylphides”, coreografato da Michel Fokine su musiche di Fryderyk Chopin orchestrate da Alexander Glazunov, ebbe luogo al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo nel 1907. La produzione fu dedicata alla memoria di Chopin (1810-1849). Le star del balletto erano Anna Pavlova, Tamara Karsavina, Vatslav Nizhinskij e Vera Fokina. Nel 1909, il balletto andò in scena a Parigi, diventando una delle perle dei leggendari “Balletti russi” di Sergej Djaghilev.
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Wacław Niżyński (1889-1950), come risulta chiaro dalla grafia originaria del suo nome, era figlio di due ballerini polacchi. Dotato di un’incredibile talento (fece il suo debutto sul palcoscenico dell’Opera di Odessa ad appena 5 anni), fu ammesso senza problemi alla Scuola di Balletto di Pietroburgo e debuttò sul palcoscenico di Mariinskij all’età di 15 anni, ricevendo recensioni entusiastiche da parte della critica. Si esibì con le migliori ballerine della sua epoca e si distinse per la capacità di saltare incredibilmente in alto e rimanere in aria a lungo (il termine tecnico è “elevazione”). Nella foto, è raffigurato nel costume di Vāyu, divinità induista del vento, nel balletto “Il Talismano” di Marius Petipa.
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Tamara Karsavina (1885-1978) è stata un’altra stella e solista del Teatro Mariinskij e dei “Balletti Russi” di Djaghilev. Nella foto è raffigurata con il costume dell’Uccello di fuoco, indossato per l’omonimo balletto, coreografato da Michel Fokine su musiche di Igor Stravinskij. Per molti anni, la Karsavina ha ballato insieme a Vatslav Nizhinskij, e dopo la Rivoluzione ha lasciato la Russia.
Grazie a Sergej Djaghilev, il balletto russo è diventato un vero marchio di fabbrica e un prodotto da esportazione di altissima qualità. Le migliori performance erano preparate dai migliori ballerini e coreografi e i costumi erano disegnati da artisti di grande talento. Nella foto si vedono delle prove: il compositore Igor Stravinskij siede al piano a destra, Michel Fokine è in piedi. Al centro c’è la ballerina Tamara Karsavina.
Con il corpo di ballo e artisti e maestranze dei “Balletti Russi”, Djaghilev ha viaggiato in tutto il mondo. Nel periodo 1908-14 si esibirono in tutta Europa, molto in Francia, ma furono anche in Sud America e negli Stati Uniti. Nella foto ci sono sono, da destra a sinistra: Aleksandra Khokhlova, Sergej Djaghilev, Igor Stravinskij, Vatslav Nizhinskij, Tamara Karsavina e altri.
Djaghilev fu uno dei primi omosessuali russi apertamente tali. Ballerino e protagonista dei suoi balletti, Nizhinskij fu suo partner per molti anni. Tuttavia, poi, a sorpresa si sposò con una donna. Djaghilev, infuriato, lo buttò fuori dalla compagnia, rovinando per sempre la carriera al talentuoso ballerino.
Naturalmente, l’aspetto e i costumi delle ballerine alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo erano molto diversi da quelli moderni. Le ballerine di quei tempi non avevano bisogno di essere creature senza peso e incredibilmente magre: il balletto dava meno attenzione alla tecnica. Ma sulle punte, le ballerine russe hanno iniziato a ballare sin dalla metà del XIX secolo (anche se c’erano ruoli che usavano scarpe col tacco alto, che non si vedono più oggi sul palco del balletto oggi). Nella foto: Anna Pavlova (al centro) in compagnia di altre ballerine.
Ecco come apparivano i ballerini di una delle prime produzioni sul palco del Teatro Mariinskij del “Lago dei cigni” nell’allestimento di Marius Petipa. Noi oggi ci immaginiamo la famosa danza dei piccoli cigni, ovviamente, in un modo completamente diverso. A proposito, questi tutù fluenti sono chiamati “shopenki” ed erano caratteristici degli antichi balletti romantici, e furono reintrodotti per “Les Sylphides” di Fokine, che aveva musiche di Chopin. I tutù che lasciavano le gambe completamente scoperte, apparvero solo dopo la Seconda guerra mondiale.
Anche Ekaterina Geltser (1876-1962) girò il mondo con il corpo di ballo di Sergej Djaghilev, ma era ben lontana dall’essere una stella. Ma dopo la Rivoluzione, molte ballerine di primo piano emigrarono, a la Geltser rimase la vera padrona del palcoscenico sovietico e ballò al Teatro Bolshoj fino al 1935. Nella foto indossa il costume da Tsar-devìtsa nel balletto “Il cavallino gobbo” di Cesare Pugni.
Il coreografo Aleksandr Gorskij (1871-1924) ha lavorato a lungo nei teatri imperiali di San Pietroburgo, prima di essere invitato a Mosca, al Bolshoj. Lì attuò una serie di riforme, mise in scena nuovi balletti e avviò la documentazione fotografica di tutto ciò che accade nel teatro. Grazie a lui, fino ad oggi è stato conservato un ampio archivio di fotografie del Bolshoj, incluse quelle delle tournée. Nella foto: Aleksandr Gorskij e il corpo di ballo (inclusa Ekaterina Geltser) all’Alhambra Theatre di Londra durante le prove di “Tantsevalnoe snovidenie” (“Sogno ballabile”).
Tre italiane che conquistarono il balletto russo
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