Il quattordicenne Ljosha vive in un quartiere dormitorio di Mosca, e si innamora di Vika, una ragazza della scuola vicina. Andrebbe tutto bene, se i suoi nemici giurati, i gopnik, i bulli di quartiere che terrorizzano la zona, non studiassero proprio lì.
Il film racconta non solo le difficoltà del periodo della pubertà, ma mostra anche la realtà degli abitanti dei quartieri dormitorio, dai grigi palazzoni che ti circondano all’organizzazione delle discoteche scolastiche e alle risse tra teppisti locali.
I ruoli principali sono interpretati da veri adolescenti della periferia di Mosca, che il regista Andrej Zajtsev (1975-) ha pescato sul social network russo vk.com. Forse è per questo che Zajtsev è riuscito a creare un melodramma per adolescenti così armonico ed emozionante.
Il film è disponibile su YouTube (ci sono anche i sottotitoli in italiano)
Dal punto di vista di Maks, top manager di una grande banca russo-francese, Mosca è fatta di business center dall’architettura a specchio, ristoranti costosi, club notturni, ragazze bellissime e droghe. Tuttavia, le sue idee sulla vita glamour ideale iniziano a sgretolarsi quando il giovane viene imbrogliato al lavoro e si innamora di una studentessa, un’attivista che si batte per la protezione di animali e bambini.
Mosca, secondo il regista Romàn Prygunóv (1969-) e per l’autore dell’omonimo libro da cui è stato tratta la sceneggiatura, Sergej Minaev (1975-), è piena di contrasti. Le luci incantanti della capitale notturna e un sacco di divertimento sono indissolubilmente legate all’inganno e ai soldi, dai quali la maggior parte dei personaggi del film sono molto più dipendenti che dall’alcool e dalle droghe.
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Ilja Gorjunov, un diligente studente della facoltà di Lettere di una delle università della capitale, trascorre sette anni in carcere per delle false accuse di spaccio di droghe. Dopo essere uscito, il ragazzo, ferito dalla vita, vuole vendicarsi di chi lo ha incastrato, un figlio di papà di nome Pjotr, e riesce ad avere accesso al suo smartphone, con tutta la corrispondenza, le foto e i video. Per un po’ di tempo, Ilja confronta la vita di Pjotr con la propria e, con l’aiuto del telefono, cerca di ricominciare da capo.
Agli occhi del regista Klim Shipenko (1983-), che ha realizzato un film basato sull’omonimo romanzo di Dmitrij Glukhovskij (e che è anche l’autore di “Kholop”, il film diventato a inizio 2020 la pellicola con il maggior incasso nella storia russa), Mosca è controllata solo da una manciata di persone, una piccola e potente élite. Mentre i cittadini ordinari servono solo come strumento per fare soldi e per farsi eleggere a nuovi incarichi.
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– Polizia, salve, ho ucciso un uomo.
– Cosa?
– Ho ucciso un uomo.
– Il passaporto ce l’hai? Allora andiamo.
Due amici stanno cercando di riprendersi dopo che il loro amico si è buttato dalla finestra sotto l’influenza della droga in una delle loro feste. Uno di loro si incolpa della morte ed è impegnato nell’auto-flagellazione, l’altro sta cercando di capire cosa vuole veramente in questa vita.
Sia nei rave che nella vita ordinaria, la Mosca mostrata dal regista Aleksandr Gorchilin (1992-) in questo film (titolo originale russo: “Kislotà”) è in tonalità di grigio, e tutti i suoi abitanti sono languidi e privi di iniziativa, e sognano solo di fuggire dalla monotonia della loro vita sempre uguale.
Il trailer è disponibile su YouTube
A Mosca è in corso una delle più grandi nevicate nella storia della città. Una ragazza proveniente dal Kirghizistan, invece di iniziare ad allattare il bambino appena avuto, fugge dall’ospedale, portando con sé solo un paio di cose che riesce a prendere. Ajka era partita con un sogno di business e voleva aprire un laboratorio sartoriale, ma una gravidanza indesiderata ha frustrato tutti i piani e, a causa dei debiti contratti, ora gli strozzini minacciano di ucciderla.
La fredda capitale nevosa del regista kazako russo Sergej Dvortsevoj (1962-) è fatta di lavaggi auto, pessimi ostelli, cliniche veterinarie e allevamenti di pollame clandestini. Mentre Ajka cambia un lavoro dopo l’altro in cerca di denaro, capisce che gli animali a Mosca sono trattati molto meglio dei migranti, e che la città può portarti via denaro, energia, tempo e salute, senza darti nulla in cambio. L’attrice kazaka Samal Eslámova ha vinto il premio per la miglior attrice a Cannes nel 2018 per la sua interpretazione di Ajka.
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Otto film sovietici in cui si può vedere la vecchia Mosca
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