Questo film di Klim Shipenko (1983-), uscito il 26 dicembre scorso per le vacanze di Capodanno, ha già raccolto 3,044 miliardi di rubli (circa 48 milioni di dollari) al botteghino, diventando il film russo più visto di tutti i tempi. E nella classifica generale, in Russia è secondo solo ad “Avatar” di James Cameron, film del 2009 che raccolse 3,639 miliardi di rubli, ma ha le carte in regola per infrangere anche questo record. Il titolo originale russo della pellicola è “Холоп” (“Kholóp”; “servo”, “lacché”) e all’estero è stato diffuso, per ora in versione sottotitolata, come “The Peasant”, “Serf” o “Servant”.
Si tratta della storia di un viziato figlio di papà che ne combina di tutte, finché il ricchissimo padre non decide di dargli una lezione, e con l’aiuto di un esperto di effetti speciali e reality show lo spedisce a sua insaputa nel passato, dove invece di essere un privilegiato a cui tutto è concesso, è un servo della gleba continuamente vessato dai padroni. Ma quali sono i 5 principali motivi del successo senza precedenti di questo film?
Grisha (diminutivo-vezzeggiativo di Gregorij), il protagonista, è un figlio di papà viziatissimo, che non lavora, fa la bella vita nei locali costosi con i soldi del babbo, e non rispetta nessuno. Non ci pensa due volte ad offendere le donne, che per lui sono mero divertimento, o a investire un poliziotto che lo becca ubriaco alla guida. Dopo una delle tante feste, perde conoscenza. Quando si risveglia, si accorge che il suo vestito, i soldi e lo smartphone sono misteriosamente scomparsi e le persone intorno a lui ripetono di essere nel 1860 (l’anno prima dell’abolizione della servitù della gleba in Russia) e che Grisha non è il figlio del ricco padrone, ma un umile addetto alle stalle.
Sembrerebbe la solita commedia su un viaggio nel tempo, ma non così. Grisha è all’interno di un esperimento psicologico, che viene monitorato da molte telecamere nascoste e da dreni a forma di uccello. Suo padre ha infatti ingaggiato una squadra di attori e, insieme a uno psicologo pazzo, che si occupa di solito di effetti speciali e consulenze per il cinema e la tv, trasforma il figlio di papà dei nostri giorni in un contadino del 1860, con l’obiettivo di fargli imparare da zero a comunicare con le persone, a dare valore alla vita di tutti e a credere nell’amore. Non abbiate paura, questo non è uno spoiler. I colpi di scena davvero inaspettati li vedrete di persona.
Del fieno secco al posto di un letto, stracci invece di vestiti veri e propri e foglie come carta igienica: Grisha dovrà abituarsi a tutto questo. Il film racconta nei minimi dettagli le difficoltà quotidiane della vita del contadino russo. Per ogni disobbedienza anche minima potevano frustarti e per un’impudenza, impiccare nella piazza principale.
Ma la pellicola è anche a suo modo una denuncia delle condizioni frustranti in cui spesso operano gli attori. Il film mostra come le figure ordinarie del mondo del cinema e dei media, non le star famose, sono costrette a lavorare: seguendo una sceneggiatura stupida, senza la possibilità di improvvisare, e dovendo rimanere sul set per giorni per recitare una o due battute. E una artista può prepararsi per un ruolo per mesi, ma un’altra ragazza che non ha mai studiato recitazione neanche un giorno può prendere improvvisamente il suo posto.
Infine, gli attori sono completamente privati della loro vita personale, e una storia di sesso a margine delle riprese fa loro perdere il lavoro.
Se hai un padre influente, puoi persino uccidere una persona, riusciranno a trovare il modo di farti uscire di prigione. Se hai bisogno di fama, puoi facilmente andare a un talk show russo e calunniare qualsiasi persona ricca. Se qualcuno viola i diritti umani, la polizia rimarrà inattiva fino a quando non ci sarà una protesta pubblica.
Il film racconta non solo la trasformazione di un insopportabile ragazzo viziato in un uomo rispettabile, ma anche prende in giro le condizioni sociali in cui il personaggio principale è diventato tale e ha goduto a lungo di totale impunità.
Il personaggio principale, quando inizia a sentirsi un contadino servo della gleba, si adatta in modo sorprendentemente rapido ad avere un padrone. Grisha ricorda il suo diritto alla libertà solo alla fine del film, quando la vita della sua amata è in pericolo. Il resto del tempo, sopporta ogni umiliazione e inganno, e non cerca in nessun modo di difendere i suoi diritti.
Alla fine, il film ricorda che tutti hanno il diritto alla libertà, indipendentemente da chi tu sia: il figlio di un oligarca o di un operaio.
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