In breve, questo è un racconto su come un amore non corrisposto spinga un uomo come tanti, un proletario, al disastro.
Il matematico e giocatore di scacchi Vladimir Makanin (qui una nostra vecchia intervista) è uno dei più famosi scrittori sovietici e russi della seconda metà del XX secolo, ed è deceduto nel 2017. Le sue storie sono state più volte premiate e trasformate in film. Sfortunatamente, in italiano sono state tradotte poche delle sue opere, e non questa, che potremmo rendere come “Un tavolo, coperto di panno e con una caraffa al centro”. Anche se potrebbero essere libri ormai non facilissimi da reperire, perché in gran parte fuori catalogo, provate a cercare quello che di lui è stato tradotto: “Underground. Ovvero un eroe del nostro tempo” (Jaca Book); “Là c’era una coppia…” (Amos edizioni); “Un posto al sole” (Edizioni E/O); “Azzurro e rosso” (Edizioni E/O).
L’autore definisce il genere di questo libro “un romanzo su tutto”. Numerose trame si susseguono, iniziando e finendo molto all’improvviso, e alla fine, attraverso questo caleidoscopio, il lettore inizia a vedere la vita reale dell’autore. Questo è stato uno dei primi romanzi di Mikhail Shishkin, e quello che lo ha reso famoso.
In Italia il libro (titolo originale russo: “Vzjatie Izmaila”) è tradotto dalla casa editrice Voland, che pubblica anche altri suoi libri: “Lezione di calligrafia” e “Capelvenere”.
Un geniale ginecologo ha il raro dono di vedere e comprendere le donne quasi come un’ecografia. Ma per qualche motivo, non può aiutare le donne della sua vita: la moglie e la figlia. Questa è la storia di diverse generazioni di donne sovietiche e della loro realtà, ed e davvero un grande romanzo (titolo originale russo: “Kazus Kukotskogo”), pubblicato in Italia da Frassinelli.
Ljudmila Ulitskaja (che nel 2001 fu la prima donna a vincere il Booker Prize e detiene il record di nomination) ha scritto molti romanzi interessanti, che possono essere considerati successori diretti della grande tradizione letteraria russa di Tolstoj e Dostoevskij. E noi siamo sinceramente convinti che si meriterebbe il Nobel, per questi cinque buoni motivi.
In italiano si trova buona parte della sua produzione: “Una storia russa” (Bompiani); “Daniel Stein, traduttore” (Bompiani); “In quel cortile di Mosca” (Edizioni E/O); “Il sogno di Jakov” (La Nave di Teseo); “Un bicchiere di acqua fresca” (Osiride); “Sinceramente vostro, Šurik” (Frassinelli); “Le bugie delle donne” (Frassinelli); “Funeral Party” (Frassinelli); “Medea” (Einaudi); “Sonja” (Edizioni E/O).
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Questo romanzo (titolo originale russo: “Delo Matjushina”) racconta un giorno nella vita di una guardia carceraria nella steppa kazaka, durante il crepuscolo dell’era sovietica. Il romanzo si basa sull’esperienza personale dell’autore, ed è influenzato dagli scritti sui campi di lavoro di Aleksandr Solzhenitsyn.
Pavlov, che è morto nel 2018 di infarto, decise di iniziare a scrivere proprio dopo aver letto “Arcipelago Gulag” di Solzhenitsyn, perché vi trovò una descrizione della prigione kazaka in cui aveva trascorso il suo servizio militare obbligatorio.
Quell’esperienza è rappresentata in una trilogia (tutti i libri sono stati tradotti in italiano e pubblicati da Meridiano Zero) che, oltre a “Il caso Matjusin”, include “Capitano della steppa” e “Requiem per un soldato”.
Un altro dei romanzi degni di nota di Pavlov è “Asistolija”, del 2010, che descrive la vita di un giovane nei turbolenti anni Novanta russi, ma al momento non è ancora tradotto in italiano.
Immaginate il mondo nel 2017 (visto undici anni prima): gli Stati Uniti hanno una presidentessa donna, che ha adottato 18 bambini di tutte le razze e colori. Nel frattempo, un piccolo scienziato pazzo russo parte per le montagne per estrarre pietre preziose custodite da spiriti misteriosi…Per le strade di una città russa le celebrazioni per il centenario della Rivoluzione del 1917 diventano una chiamata alle armi per ripetere quello sconvolgimento sociale e quella violenza…
“2017”, non tradotto in italiano, è un classico esempio di romanzo distopico (forse il genere preferito dagli scrittori russi contemporanei). Tuttavia, la Slavnikova tende anche ad avere tinte di realismo magico nella sua prosa.
In italiano, potete trovare tradotto “L’immortale” (Einaudi), del 2001, storia alla “Good Bye, Lenin!” di due donne che creano un mondo alternativo per il loro padre/marito paralizzato, che non sa che l’Urss è crollata.
E “Light head” (Fandango), una fantasmagoria su un uomo di provincia che ha avuto successo nella capitale, ma che finisce in una situazione kafkiana, poiché alcuni funzionari gli chiedono di salvare milioni di vite… suicidandosi.
“Biblioteche” in assetto di guerra combattono per copie di vecchi romanzi sovietici che danno ai loro lettori poteri magici. Il romanzo di Mikhail Elizarov (titolo originale russo: “Bibliotèkar”) ha portato a grandi controversie, e un membro della giuria si è addirittura dimesso dal comitato per protesta.
Un giornalista ha scritto che il lavoro era “intriso di una sorta di nostalgia isterica per “l’Atlantide sovietica, sprofondata nell’oblio”. In ogni caso, dimostra il potere della letteratura in Russia, quasi alla maniera di Bulgakov. In Italia è stato pubblicato da Atmosphere Libri.
Una kommunalka degli anni Sessanta, a Leningrado, ospita diverse donne anziane sopravvissute all’assedio nazista di 900 giorni. Una ragazza con una figlia piccola è appena arrivata in questa tipica casa sovietica. La madre muore improvvisamente e le donne anziane finiscono per prendersi cura della ragazza. Il romanzo (titolo originale russo: “Vremja zhenshchin”) mostra quanto sono forti le donne. In Italia è stato pubblicato da Mondadori.
Interessante anche il suo primo romanzo, “Kroshki Tsakhes”, che raffigura perfettamente l’infanzia nell’Urss, con i bambini sovietici che studiano in una scuola d’inglese intenti a fare le prove di una recita di Shakespeare per fare bella figura davanti alle delegazioni straniere. Ma non è tradotto in italiano, come tutte le altre sue opere.
I russi sono i più grandi lettori del mondo? Non più
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