La guerra nucleare è finita, tutte le città sono distrutte e la gente deve vivere nelle stazioni della metropolitana. Gli eventi del libro apocalittico di Dmitrij Glukhovskij (1979-) “Metro 2033” (edito in Italia da Multiplayer Edizioni) si svolge nella metropolitana di Mosca, i cui abitanti si trasformano rapidamente in una civiltà a se stante: alcune stazioni diventano indipendenti, alcune si trasformano in avamposti criminali, altre si uniscono e creano la propria economia, con proiettili come valuta. La storia inizia con il personaggio principale, il ventiquattrenne Artjom, che è alla ricerca di un’arma contro i nuovi pericolosi mutanti che attaccano una delle stazioni.
Glukhovskij iniziò a pubblicare il suo testo online mentre lo scriveva, capitolo per capitolo, e si guadagnò l’attenzione di migliaia di persone ancor prima di mettere insieme la storia in un vero libro, nel 2005. Ora, la serie “Metro” è un enorme mondo fantastico, e un vero franchise in continua espansione, con decine di libri della saga, scritti sia da Glukhovskij (sempre Multiplayer Edizioni pubblica in italiano anche “Metro 2034”, “Metro 2035” e “La profezia del crepuscolo”) che da altri scrittori. Ci sono anche quattro videogiochi basati su questa storia; l’ultimo, “Metro Exodus”, è uscito all’inizio del 2019.
Il primo libro dello scrittore simbolo del romanzo postmoderno russo, Viktor Pelevin (1962-), “Omon Ra” (pubblicato in Italia da Mondadori) è sia un thriller che una parodia del romanzo pedagogico sovietico.
Un ragazzo sovietico con un nome insolito, Omon Krivomazov, sogna di diventare un cosmonauta e persegue questa idea dall’infanzia alla scuola di volo. Alla fine, riesce a far parte della squadra di cosmonauti che si preparano a volare sulla Luna.
In effetti, la trama di questo libro scritto nel 1991 è molto più complicata e sfaccettata della storia di un singolo cosmonauta. L’obiettivo di Pelevin era quello di mettere alla berlina il sistema totalitario dell’Unione Sovietica, usando il cosmo come metafora del comunismo; una realtà che non è così facile da capire.
Evgenij Vodolazkin (1964-) gioca con il linguaggio in questo cosiddetto “romanzo non storico”, passando dallo stile antico a quello moderno, imitando il gergo della burocrazia sovietica e i modi di parlare dell’intellighenzia russa.
La trama di “Lauro” (pubblicato in Italia da Elliot Edizioni) si svolge nella Russia medievale del XV secolo e ruota attorno ad Arsenij, uno speziale con un grande talento nel curare le persone. Sua moglie morì durante il parto assieme al figlio che portava in grembo. Così Arsenij ha deciso di dedicare la sua vita a pregare e a commemorare l’amata, diventando uno jurodivyj (un cosiddetto “stolto in Cristo”), e alla fine prendendo, come monaco, il nome di Lauro. Vaga per le città per guarire le persone e si reca a Gerusalemme in pellegrinaggio, il tutto per ottenere il perdono divino per la moglie morta e per se stesso.
In ogni capitolo Vodolazkin cambia il periodo, l’ambiente e i nomi, ma il suo eroe continua a lottare.
“I guardiani della notte” (Mondadori) è il primo libro del “Ciclo dei Guardiani” dello scrittore di fantascienza Sergej Lukyanenko (1968-). Libri, adattamenti cinematografici e musica: tutto ciò che è collegato alla serie è diventato estremamente popolare in Russia all’inizio degli anni Duemila.
Due gruppi opposti di creature fantastiche combattono tra loro nella Mosca contemporanea. Entrambi sono chiamati “Altri” e sono responsabili della gestione delle creature magiche: la Guardia della Notte è composta dagli Altri delle Tenebre e la Guardia del Giorno è composta dagli Altri della Luce.
La prima parte del romanzo vede Anton Gorodetskij, un membro della Guardia della Notte, impegnato a risolvere il caso di una caccia illegale di vampiri ai danni delle persone, nonché a salvare Mosca dalla devastante maledizione nera.
Nella seconda parte, uno degli Altri delle Tenebre è stato misteriosamente ucciso e Anton finisce per essere il principale sospettato. Decide di iniziare le proprie indagini e trova i veri assassini.
Nella parte finale della storia, ha la possibilità di correggere “Il libro del destino” con un gessetto speciale, il che di nuovo provoca uno scontro tra le due Guardie.
Questo è il primo libro di una serie, la saga dell’investigatore privato del XIX secolo Erast Petrovich Fandorin, e mostra l’inizio della carriera del giovane detective. Indaga sul suicidio di uno studente di una famiglia ricca e potente e alla fine si imbatte in un’influente organizzazione segreta.
In questa serie, Boris Akunin ha mescolato tutti i generi di giallo conosciuti: politico, di spionaggio, di cospirazione, e ogni libro è stato scritto volutamente con uno stile diverso. In Italia la serie è pubblicata da Frassinelli.“La regina d’inverno” è scritta come un conspiracy-thriller.
A proposito, “La regina d’inverno” è la traduzione del nome di un hotel di Londra, lo “Winter Queen”, che appare nel testo. La versione russa del libro ha completamente un altro titolo, “Azazel”, che è un “demone del deserto”, secondo le credenze degli antichi ebrei.
Boris Akunin (il cui vero nome è Gregorij Chkhartishvili) è nato nel 1956 e ha iniziato la sua carriera di scrittore dopo aver scommesso con un suo amico, che si annoiava con i romanzi gialli che trovava sul mercato russo, che avrebbe scritto un libro profondo, accattivante e piacevole.
I russi sono i più grandi lettori del mondo? Non più
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