Potrà apparire strano, ma Tolstoj e Dostoevskij non si sono mai conosciuti di persona. Frequentavano entrambi i circoli di critici e scrittori, nutrivano una grande stima reciproca, ma i loro destini non si sono mai incrociati.
Quando nel 1855 il giovane Tolstoj si recò a San Pietroburgo, conobbe moltissimi scrittori, tra i quali Turgenev e Nekrasov. In quel periodo però Dostoevskij non si trovava in città.
Quando fu dato alle stampe “Guerra e pace”, Dostoevskij si rivelò sinceramente impressionato da quel capolavoro, tanto da confessare il proprio desiderio di incontrare Tolstoj.
Nel 1878 entrambi parteciparono a una conferenza del filosofo Vladimir Solovyev, ma non si incrociarono. Seduto in una delle ultime file insieme alla moglie Anna, Dostoevskij, durante l'intervallo, ne approfittò per avvicinarsi al caro amico Strakhov, il quale, inaspettatamente, fece di tutto per evitare lui e la sua signora. Lo strano comportamento dell'amico si spiegò solo qualche giorno più tardi quando, interrogato sull'accaduto, disse, ridendo : “È stato un caso! Non ho evitato voi, ma tutti i conoscenti, quella sera. Ero venuto alla conferenza con Tolstoj, che mi aveva pregato di non presentarlo a nessuno: ecco perché ho dovuto evitare di avvicinare i conoscenti”.
Due anni più tardi Dostoevskij si recò a Mosca per partecipare all’inaugurazione del monumento a Pushkin. Prima della cerimonia, desiderava recarsi a Yasnaya Polyana per conoscere finalmente il grande scrittore. Ma quando seppe da alcuni amici moscoviti che Lev si era trasformato in una persona totalmente asociale, che viveva isolato nella sua tenuta di campagna senza il benché minimo desiderio di incontrare altra gente, cambiò idea.
Quando l’8 giugno Dostoevskij tenne il suo famoso discorso su Pushkin, impressionando tutti i presenti con la profondità e la potenza delle sue parole, in aula erano presenti tutti i maggiori scrittori dell’epoca. Tranne Tolstoj.
Nello stesso anno Tolstoj lesse “Memorie dalla casa dei morti” di Dostoevskij e ne restò talmente impressionato da definirlo “il miglior libro di tutta la letteratura, superiore anche a Pushkin”, in una lettera indirizzata al critico Nikolaj Strakhov.
L’anno successivo, nel 1881, Dostoevskij morì. Alla notizia, Tolstoj ne restò profondamente turbato. In una lettera privata scrisse: “Non ho mai incontrato quest’uomo e non ho mai avuto alcun tipo di rapporto con lui. Ma all’improvviso, con la sua morte, ho capito che era l’uomo a me più caro e più vicino, la persona di cui avevo più bisogno… Lo consideravo un amico, e non avevo alcun dubbio che un giorno, prima o poi, ci saremmo incontrati”.
L’ultimo libro che Tolstoj lesse nella sua vita, pochi giorni prima di lasciare Yasnaya Polyana e morire nella stazione di Astapovo, recitava sulla copertina: “I fratelli Karamazov”, Fedor Dostoevskij.
Bisogna comunque precisare che la moglie di Dostoevskij, Anna Snitkina, diventò amica di Tolstoj e di sua moglie. Si incontrarono più volte dopo la morte dello scrittore. E fu proprio a lei che Tolstoj confessò il profondo rammarico per non aver mai conosciuto Dostoevskij di persona.
Siete anche voi affascinati dalla straordinaria vita di questi scrittori? In questo post vi raccontiamo le ultime ore di vita di Lev Tolstoj: dalle incomprensioni con la moglie alla fuga da Yasnaya Polyana, fino alla morte nella stazione di Astapovo, dove ancora oggi l'orologio segna le 6:05 di quel 7 novembre del 1910.