I libri a lungo proibiti che hanno reso Solzhenitsyn immortale

Cultura
YULIA SHAMPOROVA
Ha raccontato per primo il gulag e la repressione staliniana. Molte sue opere sono circolate per decenni solo in versione clandestina in Unione Sovietica

Per lungo tempo proibiti in Unione Sovietica, gli scritti del premio Nobel Aleksandr Solzhenitsyn furono letti e distribuiti in samizdat, attraverso, cioè, libri “clandestini” editi in proprio (spesso con l’uso della sola carta carbone). Per molto tempo il popolo sovietico ha rischiato una pena detentiva per il semplice fatto di leggere Solzhenitsyn. Solo più tardi, durante la Perestrojka, alla fine degli anni Ottanta, i suoi libri sono apparsi legalmente nelle librerie.

I libri di Solzhenitsyn erano un atto d’accusa schiacciante della repressione sovietica. Quasi tutti i suoi libri sono autobiografici, e raffigurano la sua vita da prigioniero nei campi di concentramento, le sue osservazioni sulla vita nel villaggio dove è stato costretto a stabilirsi dopo il suo rilascio, così come la sua malattia e il miracoloso recupero dal cancro. 

Una giornata di Ivan Denisovich

Ufficialmente pubblicato nel 1962 sulla rivista Novij Mir, questo libro occupa ora un posto centrale nella letteratura del XX secolo. Ha rappresentato il primo caso in cui la repressione di Stalin e la realtà del gulag sono state descritte apertamente. 

L’idea del libro venne allo scrittore mentre scontava la pena in un campo di lavoro nella repubblica sovietica del Kazakistan negli anni Cinquanta. Solzhenitsyn ha sottolineato che voleva mostrare una giornata tipo nella vita di un prigioniero sovietico. Voleva catturare l’orribile realtà dei milioni di detenuti nei campi di lavoro in tutta l’Unione Sovietica.

Questo libro è diventato il primo lavoro pubblicato da Solzhenitsyn, e gli ha portato una fama mondiale. Ancora più importante: ha influenzato il corso della storia sia sovietica che mondiale. 

Arcipelago Gulag

Basato su lettere, memorie e storie di 257 prigionieri, nonché sull’esperienza personale dell’autore, Arcipelago Gulag è un capolavoro letterario e storico che documenta la repressione sovietica dal 1918 al 1956.

Solzhenitsyn lavorò segretamente a questo saggio epico per dieci anni (1958-1968), e l’opera circolò poi illegalmente nell’Urss prima di essere ufficialmente pubblicata in Occidente nel 1973 (l’anno successivo fu tradotta in italiano da Mondadori) e circolò in samizdat in patria fino al 1989, quando apparve sulla rivista Novyj Mir, in forma ridotta. Il Kgb era talmente preoccupato da Arcipelago Gulag che cercò di localizzare le copie esistenti e di identificare i lettori. La segretaria dello scrittore, Elizaveta Voronjanskaja, fu detenuta e costretta a rivelare dove si trovava il manoscritto. Al suo ritorno a casa, si impiccò. Dopo questa tragedia, Solzhenitsyn decise di pubblicare il romanzo in Francia, cosa che accadde, come detto, nel 1973. 

La casa di Matrjona

L’eroina principale del libro, una donna russa qualunque, Matrjona Grigorieva, è una persona virtuosa; per l’autore una di quelle che fungevano da fondamento morale della nazione. È eccezionale in ogni aspetto: gentile, devota e pronta a sacrificare tutto ciò che ha per aiutare gli altri. 

Basandosi sui ricordi della vita di Solzhenitsyn nel villaggio in cui visse dopo aver scontato la sua pena detentiva, lo scrittore mostra il tragico destino della donna russa, la sua purezza e bellezza che si potevano trovare solo in aree remote del vasto Paese. Nel 2013, un museo è stato aperto nella reale casa di Matrjona, nel villaggio di Miltsevo (Regione di Vladimir). 

Padiglione cancro/Divisione cancro/Reparto C

Questo romanzo autobiografico fu scritto tra il 1963 e il 1966, e si basa sui ricordi dello scrittore delle sue cure mediche in un reparto di oncologia di Tashkent nel 1954. Padiglione cancro fu pubblicato per la prima volta in Unione Sovietica (su Novij Mir, privo dei primi otto capitoli) e quasi subito vietato, e successivamente in Occidente. Insieme all’altro romanzo di Solzhenitsyn “Il primo cerchio,” divenne un importante evento letterario internazionale, ed è stato uno dei motivi per cui l’autore è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1970. 

Il primo cerchio

Scritto nel periodo 1955-1958, questo libro si basa sui ricordi di Solzhenitsyn del lavoro in un’istituzione statale in cui gli ingegneri condannati lavoravano mentre scontavano le loro sentenze. La storia si svolge a Mosca nel corso di tre giorni di dicembre del 1949. Innokentij Volodin, un diplomatico che lavora al ministero degli Esteri, tradisce il suo Paese e riferisce all’ambasciata americana che gli agenti dell’intelligence sovietica vogliono rubare informazioni sulla bomba atomica americana. Due detenuti che lavorano nei laboratori sovietici, Lev Rubin e Gleb Nerzhin, hanno il compito di smascherare l’identità del traditore.

 

Conoscete laltro grande scrittore della realtà del gulag, Vladimir Shalamov? Qui alcuni brani dai suoi Racconti della Kolymà”