Un Natale da zar: come festeggiavano i Romanov?

Atmosfera natalizia nella famiglia dell’Imperatore Nicola I.

Atmosfera natalizia nella famiglia dell’Imperatore Nicola I.

Aleksej Chernyshov
Lo scambio dei doni, il momento della Festa. Rievochiamo le prime celebrazioni natalizie della famiglia imperiale e il tradizionale banchetto di corte

La tradizione di celebrare in casa il Natale con l’albero e i regali fece la sua comparsa presso la corte russa durante il regno di Nicola I grazie alla sua consorte Aleksandra Fedorovna, nata come principessa Charlotte, a cui queste feste familiari rammentavano la sua terra natale, la Prussia. L’albero veniva decorato il 24 dicembre, alla vigilia di Natale, subito dopo la messa notturna, nella Sala dei concerti o nella Rotonda del Palazzo d’Inverno. Per ogni membro della famiglia veniva decorato un albero accanto a cui stava un tavolo coperto da una tovaglia bianca con i regali.

“Ci riunivamo dapprima tutti nelle stanze private di Sua Maestà”, scriveva una dama di corte, la baronessa Marya Frederiks. “Accanto alle porte chiuse […] si assiepavano i bambini, inclusi i figli dello zar, spingendosi l’un l’altro, per poter entrare per primi nella stanza segreta. L’imperatrice si allontanava per controllare ancora una volta tutti tavoli, e il cuore ci batteva dalla gioia e dalla trepidazione. A un tratto si udiva una campanella, le porte si spalancavano e irrompevano nella sala rischiarata da migliaia di candele vociando e strepitando. L’imperatrice in persona accompagnava ognuno verso il tavolo che gli era stato assegnato e distribuiva i doni”. 

Albero di Natale (Credit: Aleksej Chernyshov)

La tradizione degli alberi di Natale proseguì anche dopo la morte di Nicola I, a cambiare era solo il luogo deputato alla festa: durante il regno di Alessandro II veniva utilizzata perlopiù la sala da pranzo dorata del Palazzo d’inverno, mentre suo figlio Alessandro III preferiva il Palazzo di Gatchina dove gli alberi di Natale venivano sistemati nel Salotto Giallo e in quello Rosso lampone; durante il regno di Nicola II invece il Natale in famiglia veniva festeggiato nel Palazzo Aleksandrovsky a Tsarskoe selo. A rimanere immutato era il senso di trepida attesa dei bambini, desiderosi di assistere al miracolo davanti alle porte chiuse, così come lo descrive nelle sue memorie la figlia di Alessandra III, la granduchessa Olga Aleksandrovna:

“Avevamo pranzato nella stanza accanto alla sala dei banchetti. Le porte della sala erano spalancate, davanti a esse stavano di guardia i cosacchi della Guardia […] Tutti quanti […] non vedevamo l’ora che portassero via il dessert e che i nostri genitori si alzassero da tavola per raggiungere il salone dei banchetti. Ma anche i bambini, insieme agli altri, dovevano attendere che l’Imperatore suonasse il campanello. A quel punto, trascurando l’etichetta e qualunque convenienza, tutti si precipitavano verso le porte del salone dei banchetti. Le porte erano state spalancate e ci sembrava d’essere in un regno incantato”. Il salone ricordava davvero una foresta incantata: all’interno c’erano sei alberi per i membri della famiglia imperiale e molti altri ancora destinati alle famiglie dei parenti e ai membri della corte. Erano tutti decorati con candele accese e frutta e giocattoli dorati e argentati.

Tavola natalizia apparecchiata (Credit: Aleksej Chernyshov)

Regali imperiali

A fornire i regali per gli alberi reali erano i pasticceri pietroburghesi. I loro “set da regalo”, che nel 1880 comprendevano due coni di dolci (uno di “sorpresa francese” e l’altro di caramelle), due mandarini e due mele, difficilmente riuscirebbero a entusiasmare uno scolaro del giorno d’oggi. Per i granduchi venivano aggiunte delle scatole di prugne e per l’imperatore Alessandro II una cassa di albicocche. Ma, naturalmente, i regali principali erano quelli che si scambiavano tra loro i membri della famiglia imperiale. I genitori reali cercavano di incoraggiare il talento dei propri figli: il figlio minore di Nicola I, il Granduca Mikhail Nikolaevich, un anno a Natale ricevette in dono un violoncello, uno strumento che sognava d’imparare a suonare, mentre a sua sorella Olga venne regalato nel 1843 “uno splendido pianoforte Wirth”. I figli compravano ai genitori di tasca propria dei regali o li fabbricavano con le proprie mani.

“A Papà regalavo sempre qualcosa fatto da me, come un paio di morbide pantofole rosse con piccoli ricami bianchi a croce. Mi rendeva così felice vedergliele ai piedi!”, ricorda la Granduchessa Olga Aleksandrovna, descrivendo il suo regalo allo zar Alessandro III. Il titolo di regalo più stravagante va a un revolver Smith & Wesson calibro 38 con fondina e centinaia di proiettili che Alessandro III ricevette dall’imperatrice Marya Fedorovna. Del resto, erano tempi turbolenti e nel dicembre 1881 erano passati solo nove mesi da quando Alessandro II era stato assassinato in pieno centro a Pietroburgo. E forse proprio per questo ai propri figli, Nikolay e Georgy, l’imperatrice aveva fatto dono di un coltello inglese di ottima fattura. Ma il regalo più originale fu quello fatto dai genitori alla Granduchessa Aleksandra Nikolaevna per il Natale del 1843. Entrando nella Sala dei concerti, la granduchessa trovò legato all’albero di Natale il suo fidanzato, il principe Federico Guglielmo d’Assia-Kassel a cui era stata promessa già da sei mesi. Il principe era giunto a Pietroburgo alla vigilia di Natale (le nozze erano fissate per gennaio), ma il suo arrivo era stato tenuto segreto.

Il Natale a corte (Credit: Aleksej Chernyshov)

Alberi di beneficenza

I Romanov non dimenticavano i propri sudditi. Nicola I organizzava una lotteria di Natale per le damigelle d’onore, i precettori, le balie, la servitù e gli altri abitanti del palazzo: ognuno doveva pescare una carta dal mazzo dopo di che l’imperatore leggeva una dopo l’altra le carte, mentre i possessori ricevevano a turno dalle mani dell’imperatrice un regalo: un vaso, una lampada o un servizio di porcellana. Nel 1866 la famiglia imperiale fece allestire per la prima volta nel palazzo Anichkov un albero di Natale per 100 bambini poveri.

Ogni bambino ricevette in dono un pellicciotto, delle scarpe, o indumenti caldi, della biancheria o un abito, e dopo i rinfreschi il principe ereditario Aleksandr (il futuro Alessandro III) dette l’ordine di collocare l’albero perché i bambini potessero scegliere un giocattolo per ricordo. Da allora gli alberi di Natale per i bambini poveri divennero una consuetudine annuale, mentre gli “obblighi di rappresentanza” per la famiglia imperiale aumentarono. Così nel 1907 lo zar Nicola II presenziò a ben sei feste dell’albero nella sola Tsarskoe Selo: negli ospedali, alla scuola infermiere e nelle caserme della guardia.

Ecco come rievoca una di tali feste il capo della Guardia imperiale, Aleksandr Spiridovich: “Al centro del maneggio era stata collocata una piattaforma con un albero immenso, alto fino al soffitto, decorato da migliaia di lampadine elettriche […] Alle due in punto l’Imperatore è giunto, accompagnato dai figli e dalla Granduchessa Olga Aleksandrovna […] I militari si sono avvicinati a turno al tavolo con i regali e hanno estratto a sorte dei bigliettini su cui erano scritti dei numeri. Le Granduchesse, il Principe ereditario e gli ufficiali hanno individuato i regali contrassegnati da questi numeri e li hanno portati a Olga Aleksandrovna che li ha distribuiti ai vincitori […] La distribuzione dei regali ha particolarmente rallegrato il Principe ereditario che è parso assai felice di aver ricevuto una sveglia. Gli ufficiali hanno puntato la sveglia ed essa ha suonato con grande gioia del principe”.

 

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