Il Golfo di Sorrento visto da Villa Gorchakov
Nicola SellittiUn viaggio. Itinerario tra le bellezze di Sorrento, la passione dei russi, ieri e oggi. Ville private, alberghi, panorami, immersi nel profumo del mare e il contatto con la natura. Tra l'Ottocento e il Novecento tanti artisti, intellettuali russi oltre a Maksim Gorky – di recente si è tenuto, tra Capri e Sorrento, il Festival che porta il nome dello scrittore russo – hanno scelto la perla della Costiera Sorrentina, a un passo da altri paradisi come Amalfi e Positano, per un soggiorno, un vacanza, per relazioni culturali, in alcuni casi per l'esilio.
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E oggi ci sono ancora tracce, oggetti, prove fisiche della loro presenza a Sorrento. Come il terrazzo con veduta sul golfo di Napoli di Villa Gorchakov, all'Hotel Parco dei Principi, avvolto in un giardino borbonico da 27 metri quadrati che risale agli inizi dell'Ottocento.
Quel terrazzo, come le stanze all'interno della Villa, ha ospitato pezzi importanti dell'aristocrazia russa in visita a Napoli (tra cui la principessa Aleksandra di Assia) oppure artisti come Giulia Sedowa, prima ballerina del Teatro Imperiale di San Pietroburgo. Le sue orme sono impresse sul pavimento esterno della Villa, acquistata nel 1885 dalla famiglia Gorchakov, il principe Costantino e la moglie Maria Sturdza.
Pochi chilometri più avanti, incastonata tra le strade del centro di Sorrento, ecco Villa Sorito. La meta dell'esilio di Maksim Gorky, simbolo della lotta dell'intelligencija contro il potere zarista, rappresentante della coscienza rivoluzionaria russa, fuoriuscito politico, nella seconda parte della sua esperienza campana dopo Capri, ospite della duchessa Maresca di Serra Capriola e degli esuli. La leggenda dice che gli stessi esuli recatisi da Gorky si spogliassero nella Villa, bruciando in un falò gli abiti vecchi, indossandone nuovi, per poi festeggiare in libertà tutta la notte assieme.
Anche qui a Villa Sorito prove, tracce del Gorky sorrentino, dalle teiere agli specchi della sua camera, agli armadi che custodivano i suoi – pochi – vestiti, alle porte. Così archi, scalinate, la tavola in marmo nel giardino, circondata da volti femminili in maiolica prodotti in Sicilia, prima della scalinata che conduce alla piscina, ala veduta sul mare.
E l'ingresso di Villa Sorito è raffigurato su un quadro esposto al Museo Gorky di Nizhny Novgorod. In questi posti tutto è rimasto com'era mentre sono previsti dei restauri in vista del 150esimo anno dalla nascita di Gorky, nel 2018.
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E se a Sorrento gli abitanti del posto indicano anche una pensione su Corso Roma, la via principale della cittadina che sarebbe stata la casa per eccellenza degli artisti russi in Costiera, nel vicino cimitero riposano le spoglie di Silvestr Shedrin, pittore russo, cinque anni a Sorrento, fino alla morte nel 1830, i più vivi della sua produzione artistica.
Lo Zar Nicola I volle per lui la tomba a Sorrento, a poca distanza dalle targhe commemorative per Torquato Tasso e per Maksim Gorky. Nei dipinti di Shedrin comparivano soprattutto paesaggi marini, lo sfondo in movimento per i suoi personaggi, distaccandosi dalla tradizione figurativa classicista. Era famoso per rappresentare al meglio l'acqua. E gli venivano commissionati dal granduca Mikhail Pavlovic alcune vedute napoletane al prezzo di 2.500 rubli. Le sue opere sono custodite tra musei, gallerie di Napoli, Sorrento appunto, Mosca, San Pietroburgo. Intreccio artistico che porterà a un patto di cooperazione tra Sorrento e il distretto centrale di San Pietroburgo per rafforzare le relazioni culturali, in nome dell'ospitalità lunga due secoli per artisti e intellettuali russi.
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