Darovoe. La dépandance, l’unico edificio ottocentesco sopravvissuto dell’ex tenuta di Mikhail Dostoevskij, padre di Fjodor Dostoevskij. 3 gennaio 2015
William BrumfieldAll’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij (1863-1944) sviluppò un complesso processo tecnologico per ottenere dettagliate fotografie dai colori vividi (si veda il paragrafo a fondo articolo). La sua visione della fotografia come forma di educazione e di divulgazione emerge con particolare chiarezza nelle sue immagini dei monumenti architettonici nei siti storici di tutta la Russia.
Il fiume Oká nei pressi di Beloomut. Chiatta del Ministero dei Trasporti con uffici e alloggi. Sullo sfondo: vista verso Beloomut. Estate 1912
Sergej Prokudin-GorskijDopo una proiezione delle sue diapositive alla presenza dello zar Nicola II nel maggio del 1909, Prokudin-Gorskij ricevette il supporto logistico del Ministero dei Trasporti per facilitare i suoi spostamenti con un’attrezzatura fotografica ingombrante e tecnicamente impegnativa. In cambio, doveva fotografare dei progetti di sviluppo del sistema dei trasporti statali, come ferrovie e sistemi di canali navigabili.
Uno di questi incarichi lo ricevette nell’estate del 1912, quando andò a fotografare la costruzione di una diga e di una chiusa sul fiume Oká vicino alla città di Beloomut, situata a sudest di Kolomna. Il progetto era essenziale per regolare i livelli dell’acqua per la navigazione durante i mesi estivi più siccitosi.
Monogarovo. Chiesa della Discesa dello Spirito Santo, vista sud (prima del restauro). 27 agosto 2005
William BrumfieldUna fotografia per noi oggi particolarmente ricca di informazioni mostra alcune baracche galleggianti e l’edificio della direzione dei lavori di costruzione ormeggiati sulla riva destra dell’Oka, con una vista distante di Beloomut attraverso i campi sulla riva sinistra. Alle spalle della macchina fotografica, campi simili si estendevano per diversi chilometri a sud-ovest fino all’antica città di Zarajsk e al villaggio di Darovoe, per sempre legato al nome di Fjodor Dostoevskij (1821-1881).
Monogarovo. Chiesa della Discesa dello Spirito Santo. Interno, parete est con vista verso l’abside, che conteneva l’altare. 22 luglio 2006
William BrumfieldNegli anni Trenta del XIX secolo, Dostoevskij trascorse diverse estati da bambino nella tenuta di famiglia. Anche se modesta rispetto alla Jasnaja Poljana di Lev Tolstoj, Darovoe ha svolto un ruolo importante nella formazione del carattere e della creatività del grande scrittore.
Monogarovo. Chiesa della Discesa dello Spirito Santo. Interno, parete nord con frammenti di pittura murale tardo settecentesca con simboli religiosi (tavole con i Dieci Comandamenti). 22 luglio 2006
William BrumfieldDarovoe si trova in un ambiente bucolico circa 170 chilometri a sudest di Mosca, oltrepassata Zarajsk. I primi riferimenti al villaggio, il cui nome deriva probabilmente dalla parola “dar” (“dono”), risalgono all’inizio del XVI secolo. In quel periodo, la regione di Kolomna costituiva la prima linea di difesa della Moscovia contro le incursioni dei Tatari da sud, e in particolare dalla Crimea.
Darovoe. Il boschetto di tigli, luogo amato dell’infanzia di Fjodor Dostoevskij. 27 agosto 2005
William BrumfieldDarovoe e il vicino villaggio di Monagarovo facevano parte di un gruppo di avamposti che appartenevano all’importante famiglia Khotjainstev di Kolomna.
Darovoe. Il boschetto di tigli in inverno. 3 gennaio 2015
William BrumfieldSebbene devastati all’inizio del XVII secolo durante il “Periodo dei Torbidi”, il periodo di grave crisi economica e sociale, con tanto di invasioni straniere, in un momento di lotte dinastiche, i villaggi rimasero di proprietà della famiglia.
Nel 1763, Vasilij Khotjaintsev eresse la chiesa di mattoni dello Spirito Santo nella tenuta di Monogarovo. Con un’unica cupola e un refettorio e un campanile all’estremità occidentale, la chiesa combinava caratteristiche tradizionali con elementi neoclassici tipici della prima fase del regno di Caterina la Grande. Durante il periodo sovietico, la chiesa fu svuotata degli elementi di valore e infine utilizzata come magazzino. All’interno rimangono tracce di pitture murali dell’inizio del XIX secolo.
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Il nipote di Vasilij Khotjaintsev, Pjotr, fu l’ultimo della famiglia a possedere la tenuta di Darovoe-Monogarovo. Nel 1830, la proprietà divenne oggetto di attenzione da parte di Mikhail Andreevich Dostoevskij (1788-1839), medico al servizio dello Stato, impegnato nell’applicazione della quarantena durante l’epidemia di colera che in quell’anno aveva colpito la regione di Mosca. Già sposati da dieci anni, lui e la moglie Marija Fjodorovna (Nechaeva da nubile) desideravano acquistare una casa in campagna per la famiglia.
Darovoe. Lo “Stagno della mamma”, fatto creare dalla madre di Dostoevskij, deviando una sorgente locale. 22 agosto 2003
William BrumfieldL’acquisto fu realizzato nel 1831 e la famiglia trascorse la prima estate a Darovoe in quell’anno, quando Fjodor aveva nove anni. La proprietà consisteva in oltre 300 ettari e Marija Dostoevskaja si dimostrò un’abile amministratrice delle limitate risorse a disposizione della famiglia.
La famiglia Dostoevskij continuò a vivere in un appartamento presso l’Ospedale dei poveri Marinskij di Mosca, dove il padre faceva parte del personale medico, ma ogni estate la madre e i figli andavano a risiedere a Darovoe. La strada che portava al villaggio passava davanti al Cremlino di Zarajsk e, vicino alla torre della porta principale del Cremlino, c’era una stazione di posta da cui partivano le carrozze per Mosca. Ogni estate Marija andava a piedi con i suoi figli da Darovoe a Zarajsk per spedire le lettere al marito a Mosca.
Darovoe. “Campo luminoso” (vicino alla strada per Cheremoshnja). 27 agosto 2005
William BrumfieldNel 1832, un incendio distrusse gran parte del villaggio e la famiglia fu costretta a vivere in una struttura molto modesta fino a quando la loro casa in legno non fu ricostruita. Nel 1833, Mikhail Dostoevskij acquistò il vicino villaggio di Cheremoshnja, con i suoi 100 contadini (la servitù della gleba in Russia fu abolita nel 1861).
Anni dopo, Fjodor Dostoevskij ricorderà con affetto le estati a Darovoe come un periodo di giochi con i suoi fratelli tra i grandi tigli e gli avvallamenti della tenuta. Questi giochi erano stimolati dalla lettura di opere come “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe e i romanzi di Sir Walter Scott. Nelle calde giornate estive, i bambini nuotavano nello Stagno della Mamma, che Marija Dostoevskij aveva creato da una sorgente vicina.
Darovoe. La dépandance (“fligel”). 22 agosto 2003
William BrumfieldAnche i campi circostanti hanno lasciato molti ricordi. Durante il suo esilio siberiano, Dostoevskij ricordava come il contadino Marei lo avesse dolcemente confortato dalla paura di un lupo che lui immaginava vicino a Darovoe. Questo ricordo della bontà della semplice gente russa consolò Dostoevskij in un momento disperato della sua vita, dopo il suo arresto nell’aprile del 1849 per aver preso parte alle riunioni di un circolo radicale. Sebbene la sua condanna a morte, pronunciata nel dicembre di quell’anno, fosse stata commutata all’ultimo momento, egli dovette subire la prigionia siberiana fino all’inizio del 1854 e poi prestò servizio come soldato semplice in Siberia per altri tre anni, fino a quando i suoi diritti furono pienamente ripristinati nell’aprile del 1857.
Darovoe. La dépandance, interno con stufa in mattoni. 27 agosto 2005
William BrumfieldDarovoe. La dépandance, interno con vista sulla seconda stanza. 22 agosto 2003
William BrumfieldTuttavia, nonostante i ricordi affettuosi, Darovoe ebbe anche associazioni profondamente tragiche per Dostoevskij. Nel febbraio 1837, sua madre Marija morì a Mosca di tubercolosi. La sua morte, a soli 37 anni, fu un colpo devastante per il padre, che si ritirò dal servizio e mandò i figli Mikhail e Fjodor a studiare a San Pietroburgo. Il resto della famiglia, compresi i due figli minori e le tre figlie, si trasferì a Darovoe.
La vita nella tenuta di Darovoe divenne presto molto difficile. In lutto per la moglie e afflitto da problemi finanziari, l’anziano Dostoevskij ebbe evidentemente rapporti sempre più conflittuali con i servi della gleba che vivevano nella tenuta. In circostanze mai chiarite, il suo corpo senza vita fu ritrovato il 6 (18) giugno 1839 lungo la strada per Cheremoshnja.
Darovoe. Monumento a Fjodor Dostoevskij dello scultore Jurij Ivanov (1993). 22 agosto 2003
William BrumfieldMikhail Andreevich Dostoevskij fu sepolto nel cimitero della Chiesa della Discesa dello Spirito Santo nella vicina Monogarovo. Il cimitero fu vandalizzato durante il periodo sovietico e la posizione precisa della sua tomba non è ancora stata scoperta.
Dopo la morte di Mikhail Dostoevskij, la tenuta di Darovoe fu per breve tempo tenuta in amministrazione fiduciaria per i suoi figli e poi passò al figlio minore, Andrej. Fjodor Dostoevskij vendette la sua quota nel 1844 e, nel 1852, sua sorella Vera (nome da sposata Ivanova) rilevò tutte le quote della tenuta.
Monogarovo. Chiesa della Discesa dello Spirito Santo, vista est (prima del restauro). 27 agosto 2005
William BrumfieldSotto la guida di Vera Ivanova, la tenuta si arricchì di nuovi edifici per la famiglia Ivanov e i suoi ospiti. Dopo molti rinvii, Fjodor Dostoevskij tornò finalmente a Darovoe nel 1877, quattro decenni dopo la sua ultima visita da bambino nell’estate del 1836.
Molto è stato scritto sull’impatto traumatico che ebbe su Dostoevskij la misteriosa morte del padre. Tuttavia, Dostoevskij insisterà sempre sulla natura benedetta dei ricordi d’infanzia associati a Darovoe. E la zona di Darovoe, compresa Cheremoshnja, sarà presente nelle opere successive dello scrittore, in particolare nel romanzo “I fratelli Karamazov”.
Monogarovo. Monumento funebre di Mikhail Dostoevskij, inumato nel cimitero della Chiesa della Discesa dello Spirito Santo. 22 luglio 2006
William BrumfieldLEGGI ANCHE: Tutto quello che c’è da sapere su “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij: breve riassunto
Dopo la morte di Vera Ivanova nel 1896, la proprietà passò nelle mani delle sue figlie, nipoti di Dostoevskij. L’unica struttura del XIX secolo sopravvissuto è il cosiddetto “fligel”, cioè l’“annesso” o “dépandance”. Le opinioni variano se sia apparsa in seguito all’incendio del 1832 o se sia stata costruita dagli Ivanov, forse come casa per gli ospiti.
Monogarovo. Chiesa della Discesa dello Spirito Santo, vista sud-ovest (durante il restauro). 3 gennaio 2015
William BrumfieldDopo la Rivoluzione bolscevica, Marija Aleksandrovna Ivanova, una delle figlie degli Ivanov, divenne la curatrice della piccola dépandance, che fungeva da biblioteca del villaggio. Alla sua morte, nel 1929, tutti gli oggetti legati alla famiglia Dostoevskij furono trasferiti a Mosca e la dépandance divenne un vivaio per l’azienda agricola collettiva locale.
Nei decenni successivi, il destino di Darovoe subì molte trasformazioni e il memoriale fu praticamente abbandonato. Solo nel 1990 Darovoe ha ottenuto lo status ufficiale di parte del complesso museale storico con sede nella città di Zarajsk, a circa 12 km a nord-est.
Cremlino di Zarajsk. Cattedrale della Decollazione di Giovanni Battista, vista sud-est. 27 agosto 2005
William BrumfieldOggi, Darovoe e l’adiacente boschetto di tigli sono mantenuti con cura grazie a un ampio sostegno pubblico, tra cui studiosi e studenti del centro regionale di Kolomna. Nel settembre 1993 è stato inaugurato un monumento a Fjodor Dostoevskij vicino al boschetto. Realizzata dallo scultore Jurij Ivanov, la figura bronzea di Dostoevskij seduto funge da punto di ritrovo ogni anno per gli eventi dedicati al grande scrittore.
Cattedrale della Decollazione di Giovanni Battista. Interno, vista a est verso l’iconostasi. 22 luglio 2006
William BrumfieldAnche a Monogarovo sono in corso lavori di conservazione. Nell’agosto 2005, vicino alla Chiesa dello Spirito Santo, sono state inaugurate una targa in pietra e una croce in legno per commemorare la sepoltura di Mikhail Andreevich Dostoevskij nel cimitero della chiesa. Ogni estate vengono effettuati accurati scavi e studi del territorio della chiesa. Sebbene la chiesa sia rimasta aperta alle intemperie, gli sforzi di conservazione degli anni 2010 sono culminati con un restauro completo dell’esterno nel 2022.
Cattedrale della Decapitazione di Giovanni Battista. Interno, navata sud con nuova bara contenente i resti di Marija Dostoevskaja, madre di Fjodor Dostoevskij. 3 gennaio 2015
William BrumfieldI resti di Maria Fjodorovna Dostoevskaja, originariamente sepolti a Mosca e vandalizzati durante il periodo sovietico, riposano ora in una tomba nella Cattedrale della Decollazione di Giovanni Battista all’interno del Cremlino di Zarajsk. Si può supporre che Dostoevskij e sua madre siano entrati nella cattedrale durante le loro numerose visite a Zarajsk. Per Dostoevskij, il tempo passato a Darovoe durante la sua infanzia faceva parte di una rete di ricordi nel cuore della Russia.
Darovoe. La dépandance con il boschetto di tigli sullo sfondo. 3 gennaio 2015
William Brumfield***
Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield (1944-) organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.
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