Il Cammino di Compostela russo: scopriamo il pellegrinaggio da Mosca al Monastero della Trinità

Russia Beyond (Vyacheslav Argenberg, (CC BY-SA 4.0), Archivio personale)
I pellegrini russi hanno oggi un loro percorso della fede. L’itinerario, sempre meglio attrezzato e segnalato, porta dalla capitale a Sergiev Posad, alla lavra dove sono custodite le reliquie di Sergio di Radonezh. A spiegarci in prima persona questo percorso di 120 chilometri è Juna Juzhheva, che lo ha già fatto 17 volte!

Fonte di ispirazione

Questa rotta di pellegrinaggio ha assunto oggi tutti i connotati di un grande progetto. Io, invece, ho cominciato, quando il progetto stava soltanto nascendo. Allora avevo visto il film “Il cammino per Santiago” (“The Way”) con Martin Sheen che raccontava il viaggio dei pellegrini verso quella che si crede essere la tomba dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore a Santiago di Compostela, in Spagna. Volevo unirmi ai pellegrini per fare almeno una parte di questo cammino. Quando ho cominciato a leggere per capire come il tutto era organizzato, ho saputo che il cammino è lungo 900 (!) km ed è suddiviso in più tappe. Per essere considerati pellegrini bastava percorrere l’ultima tappa di circa 100 km. La prospettiva di questa ultima tappa mi sembrava abbastanza realistica e ho cominciato a programmare il viaggio.

In parallelo cercavo di capire, se qualcosa di simile esistesse anche da noi. In Russia ci sono moltissimi posti venerati dai fedeli. Per esempio, la Lavra della Trinità con le reliquie di Sergio di Radonezh. I pellegrini vanno a pregare in questo monastero sin da tempi immemorabili. Navigando su internet, ho trovato sui social un gruppo di entusiasti che invitavano a partecipare a un pellegrinaggio fino alla Lavra. In sostanza, era un pellegrinaggio “pilota”, uno dei primi. 

Il certificato rilasciato a chi ha completato il percorso

All’inizio ero un po’ spaventata. Non sono una grande camminatrice, e poi, era già inverno. Come in Spagna, la nostra rotta era suddivisa in più tappe. Quando ho letto l’invito su internet, i pellegrini stavano già per iniziare l’ultima tappa che finisce, appunto, al monastero. Ho deciso comunque di rischiare. Il gruppo era abbastanza numeroso: una cinquantina di persone. Parecchi, me compresa, si erano aggregati per vedere se erano in grado di farcela. Ci siamo riusciti! L’accoglienza al monastero è stata molto calorosa. Mi ha impressionato molto anche il percorso. Quando si è cominciato a organizzare il pellegrinaggio di primavera, ho pensato che, siccome un pezzo del cammino l’avevo già fatto, dovevo provare a percorrere tutto l’itinerario.

I primi pellegrinaggi in Russia e in Spagna

Per la primavera avevo previsto di partecipare al Cammino in Spagna, ma quello della Lavra cadeva prima. Il gruppo comprendeva 30-40 persone. Abbiamo camminato per 5 giorni, facendo ogni giorno 25-30 km. Tuttavia, quella volta non ero abbastanza preparata fisicamente, avevo creduto di essere più forte di quello che in realtà ero. Ciononostante, mi è piaciuto. Il pellegrinaggio inizia dalla Piazza Rossa, dove c’è la targa del chilometro zero. La prima tappa percorre poi le strade della capitale. Ricordo bene come sono stata colpita dal fatto che, camminando, vedi la città con occhi diversi, persino il centro che ti sembra di conoscere come le tue tasche. L’itinerario passa attraverso le zone verdi e numerosi parchi, non segue le trade trafficate. A un certo punto ti trovi in dei posti che non avevi mai visto, per esempio, il fantastico parco sul fiume Jauza, che si estende dalla stazione “Botanicheskij sad” della metropolitana di Mosca fino al Grande raccordo anulare moscovita, il Mkad. Dopo la prima tappa, che finiva di fronte all’antica chiesa di Tayjninskoe, mi sentivo molto stanca, ma ero piena di entusiasmo.

Il “Chilometro Zero” il punto da cui misurano tutte le distanze da Mosca, nello spazio antistante la Piazza Rossa, è anche il luogo di partenza del pellegrinaggio

Quando è iniziata la seconda tappa, il disgelo era già in corso, e l’itinerario passava attraverso la foresta di Pirogovo. Gli organizzatori ci avevano avvisati che bisognava essere pronti a camminare sul fango e nell’acqua. Di conseguenza, si sono presentate soltanto 17 persone. D’altra parte, per me è stato un modo per conoscere più da vicino gli organizzatori e anche le particolarità della strada che dovevamo fare. 

La chiesa dell’Icona di Tikhvin della Madre di Dio ad Alekseevskoe

Dopodiché mi sono recata in Spagna. Il Cammino di Santiago mi ha impressionato moltissimo. Ho iniziato a desiderare che anche da noi fossero organizzati simili percorsi con indicazioni precise da seguire. Allora ho cominciato ad aiutare gli organizzatori che, tra l’altro, sono tutti volontari.

La chiesa della Trinità a Sviblovo

La mia prima primavera in cammino è stata molto bella. È come se avessi visto per la prima volta la foresta nel mese di maggio, ho visto come la natura si risvegliava dopo l’inverno, risvegliando anche te. Il pellegrinaggio finiva giusto nel periodo in cui cominciava l’estate, quindi ho visto come la primavera stava acquistando forza per cedere poi il suo posto all’estate. 

Per uno che abita in città, è incredibile come cambino i paesaggi. Nella nostra vita quotidiana, viviamo dentro una realtà assai ristretta, mentre qui tu vedi dei campi che si estendono fino alla linea dell’orizzonte e respiri aria pura. 

Le foreste a primavera. Il percorso da Mosca a Sergiev Posad attraversa fantastiche zone naturali
Le foreste in inverno. Il percorso, se ben attrezzati, può essere svolto in tutte le stagioni

Questa bellezza fa nascere una “dipendenza”. Dopo la prima volta, mi è venuta la voglia di vedere gli stessi paesaggi d’autunno e anche d’inverno. Non riesco ormai a immaginare la mia vita senza questo cammino, lo rifaccio 3-4 volte all’anno. 

La strada della gratitudine

Tutto sommato, l’itinerario è stato inteso come pellegrinaggio religioso, ma non conduce soltanto da una chiesa all’altra. Si vedono anche dei monumenti storici, e una natura bellissima. Ciascuno lo fa per scopi propri: per pregare, per mettersi alla prova, per comunicare con la natura e con il mondo. Ci sono dei gruppi organizzati dalle parrocchie, che camminano in compagnia del loro sacerdote e dormono nei monasteri. Quanto a me, ogni pellegrinaggio diventa per me una strada della gratitudine, mi dà la possibilità di ringraziare il mondo per la bellezza che ci sta attorno. 

Il Monastero Khotkov a Khotkovo

Spesso diventa anche un modo per trovare risposte ai problemi personali che ti tormentano. Quando ho camminato per la prima volta, ricordo di aver provato un grande sollievo. A casa ti tocca recitare tutta una serie di ruoli – quelli di madre, moglie, impiegata, ecc., mentre qui ti rilassi; nessuno ti chiede niente.

Da quando ho cominciato anni fa, ho percorso questo itinerario sia da sola che nel quadro di gruppi. Alla fine ho capito che l’ideale per me è un gruppo di 10-12 persone, pertanto adesso, attraverso i social, cerco di mettere insieme una mia compagnia “privata”. Ogni volta, tra l’altro, questa esperienza mi dà una grande carica emotiva. La gioia di poter comunicare con altre persone è inestimabile. C’è chi porta dei pirozhki (fagottini) fatti in casa, altri hanno delle medicine per ogni male, insomma, diventa un autentico momento di condivisione.

Le cose che servono e le comodità

La bandiera ufficiale del cammino con la scritta “Doróga k lavru”; “La via per la lavra”. La “lavra” o “laura” è nel monachesimo orientale un insediamento monastico di dimensioni ridotte. In origine, indicava un agglomerato di celle o di grotte di monaci, con una chiesa e, alle volte, un refettorio

Col tempo, con uno sforzo comune, si è cominciato ad attrezzare il percorso. L’anno scorso nelle strade di Mosca sono comparsi degli appositi cartelli “Strada della Lavra” con l’indicazione delle distanze. Gli attivisti puliscono i varchi che attraversano i boschi, costruiscono pavimentazioni e ponti nei luoghi paludosi. Analogamente a come avviene in Spagna, abbiamo predisposto il “Certificato del pellegrino” con la mappa del percorso e le tappe che possono essere timbrate. Il progetto ha un suo sito internet, dove è possibile scaricare il file del percorso che può essere aperto con le mappe elettroniche maps.mi anche in modalità offline, nel quale sono indicati anche i monumenti e i luoghi panoramici. Il file contiene inoltre delle raccomandazioni per ogni tappa e le indicazioni su come arrivare al punto di partenza. 

La tenuta di Muranovo

Quando esce dai confini di Mosca, l’itinerario passa in vicinanza delle ferrovia che conduce a Jaroslavl, pertanto non c’è nessuna difficoltà a raggiungere qualsiasi delle tappe del percorso. L’itinerario è bello, perché consente a ciascuno di percorrerlo come gli pare – lentamente, impiegando un mese, o marciando veloce.

Sta crescendo anche l’infrastruttura. Gli attivisti hanno già aperto degli ostelli, dove si può pernottare, pagando una modica cifra. 

Fonte sacra a Radonezh

Per quanto riguarda l’equipaggiamento, è importante avere comode scarpe da trekking. Conviene usare abiti che consentano la libertà dei movimenti e uno zaino per avere le mani libere. È necessario anche portare dell’acqua. Ci sono, certo, delle sorgenti lungo il percorso, e anche nei monasteri. Nei conventi, spesso, l’acqua di sorgente alimenta un’apposita piscina, dove si può immergersi durante l’estate. 

Finalmente le pellegrine hanno raggiunto la meta!

Ormai posso affermarlo: il cammino cambia la persona. Non si tratta soltanto di un sforzo fisico, è un processo interiore di ripensamento di se stessi. Come diceva San Serafino di Sarov, “Chi verrà portato da me, sarà mio ospite; chi, invece, verrà da me coi suoi piedi, sarà mio figlio”.

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