Erica, dal Canada alla Russia per amore: “Lì ho conosciuto persone fantastiche”

Il viaggio studio a San Pietroburgo, il fidanzamento, il trasferimento. Partita da un piccolo villaggio del Canada, Erica Armstrong si era trasferita in Russia per inseguire l’amore e il lavoro. E anche se oggi la sua relazione è finita, sogna di poter tornare prima o poi nella Terra dei Cremlini

Uno dei modi più semplici per ottenere un visto a lungo termine e vivere in Russia è insegnando le lingue straniere. Sempre più persone sfruttano questa opportunità. Erica Armstrong ha studiato il russo e per tre anni ha insegnato inglese in Russia. “Potrei dire molte cose, buone e cattive, ma, in definitiva, è un'esperienza alla quale ripenso spesso con affetto”, racconta oggi Erica. 

Perché la Russia?

Originaria di un piccolo villaggio della Nuova Scozia, in Canada, Erica ha iniziato a studiare il russo all'università, spinta da una passione nata dopo la lettura di Mikhail Bulgakov al liceo.

Ma il viaggio che l’ha condotta in Russia ha dei tratti romantici: è arrivata nella Terra dei Cremlini per la prima volta grazie a un programma di scambio tra la Dalhousie University e l'Università di San Pietroburgo. E lì ha incontrato l'amore della sua vita!

“Non mi aspettavo che San Pietroburgo assomigliasse così tanto a Parigi e che Mosca assomigliasse così tanto a Toronto”, ricorda Erica. 

Purtroppo le difficoltà geopolitiche sorte nel 2014 hanno avuto delle ripercussioni anche sulla sua vita: tutto si è fatto più complicato e costoso. Nonostante la delicata situazione, le sanzioni e l’impegno derivante dagli studi, Erica ha cercato sempre di trascorrere del tempo con il suo fidanzato e ogni occasione era buona per andare a San Pietroburgo a trovarlo.  

Il trasferimento, fra entusiasmo e difficoltà

Mentre studiava in Canada, Erica sognava di trovare una soluzione per vivere con il suo compagno (che per motivi legali non poteva lasciare la Russia). Per questo si è iscritta all'ITA, un college americano dove si apprende l'insegnamento dell'inglese come lingua straniera; un percorso formativo che ha portato avanti parallelamente agli studi universitari. “Sapevo che una volta laureata avrei potuto trovare lavoro in Russia”, dice. 

Trovare lavoro in Russia non è stato facile. Ci sono alcune grandi aziende, ma spesso non forniscono il supporto per fare il visto e trovare alloggio. Perciò si è affidata a una piccola impresa che pagava uno stipendio ragionevole, modesto per gli standard canadesi, ma più che rispettabile secondo i canoni e il costo della vita in Russia.

Quando finalmente si è trasferita a Mosca, le difficoltà e le incertezze ovviamente non sono sparite, ma il suo ragazzo l’ha aiutata con la ricerca dell’appartamento. “Quando finalmente ci siamo sistemati, ci siamo resi conto di essere a casa nostra. Nella nostra nuova casa. È stato il periodo più felice della mia vita”, ricorda Erica.

Un lavoro a tempo pieno

L’agenda di Erica era piena di impegni: tra lavoro e formazione, non aveva mai un momento libero. Oltre alle lezioni private, insegnava ai ragazzini dai 5 ai 18 anni e, siccome era l’unica madrelingua della sua scuola, tutti volevano fare lezione con lei. 

Sebbene anche il suo compagno lavorasse, non avevano molti soldi, ma erano felici. Tuttavia, questo loro stile di vita lasciava loro ben poco tempo da trascorrere insieme.

L'ospitalità dei russi

In generale, Erica ha incontrato molte persone ospitali e aperte verso di lei. Le ha conosciute ad alcune feste ed eventi. È stata una catena di conoscenze, e così all’improvviso si è ritrovata immersa in una frizzante vita sociale. “Bastava conoscere una persona, che subito me ne presentava un’altra e un’altra ancora… E così mi sono ritrovata all’improvviso immersa nella vita sociale. Ho frequentato pochi stranieri, passavo più tempo con i russi. Alcune di queste persone sono diventate care amiche e naturalmente mi hanno permesso di imparare il russo ancora meglio”.

Le differenze tra Canada e Russia

Erica ammette che con Mosca non è stato amore a prima vista. “All'inizio Mosca mi sembrava molto più moderna e meno romantica di San Pietroburgo - dice -, e credo che il passaggio da una città all'altra possa suscitare una certa nostalgia”. Ma in poco tempo ha cambiato idea: ci sono molti spazi verdi, un ottimo sistema di trasporto pubblico, supermercati a ogni angolo… Tutte cose che il suo piccolo villaggio del Canada non aveva.

Naturalmente, Erica ha riscontrato alcune differenze culturali tra il Canada e la Russia: le scuole russe hanno ancora oggi un approccio più tradizionale e formale all'apprendimento, con dettati, esercizi di copiatura e scrittura e ripasso dei contenuti. “In Canada la scuola è molto più informale. Alcuni studenti vengono vestiti con abiti comodi da casa, e i corsi possono essere molto meno accademici. Ad esempio, nella mia scuola c'era anche un'officina dove gli studenti potevano imparare mestieri come la meccanica”, dice Erica. 

Una caratteristica inaspettata degli uomini russi

In Russia, Erica riceveva sempre fiori o cioccolatini. Non si aspettava così tanta galanteria parte degli uomini: i ragazzi erano sempre pronti ad accompagnarla in questo o in quell’altro posto, a portarle la borsa o la valigia, a pagare il conto al ristorante… Non che siano cose di grande importanza, secondo lei, ma stupiscono. 

Inoltre, lo stereotipo che vede i russi sempre cupi, infelici o troppo diretti prende un’altra forma quando si conosce da vicino questa cultura. La gente, dice Erica, esprime in modo molto onesto le proprie emozioni. In Canada tutti sono “costretti” a sorridere: al lavoro, al bar, al ristorante, per strada… In Russia invece si ottengono solo sorrisi sinceri, nessuno si sente in dovere di fingere un’emozione che non prova. 

Anche i suoi amici l’hanno sempre trattata con grande attenzione e rispetto: la accompagnavano nei musei, le regalavano fiori e la riaccompagnavano a casa o a destinazione per educazione, “senza secondi fini”.

“Se in Canada siamo spesso più ‘passivi’ quando comunichiamo, in Russia è normale essere più ‘attivi’: ciò offre maggior sincerità e chiarezza. Credo che queste siano forse le incomprensioni culturali più comuni che ci sono”, racconta Erica. Una volta che si riesce a superare le barriere culturali, tutto diventa più facile. 

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“Vorrei poter tornare indietro”

Purtroppo Erica aveva poco tempo da dedicare al suo partner. E la loro storia è finita così. “Mi tornano in mente i ricordi di tutte le persone meravigliose che ho conosciuto, le attività divertenti che abbiamo fatto insieme, le feste, i bambini a cui ho insegnato, i miei colleghi… E vorrei poter tornare indietro. Ho chiesto di rescindere il mio contratto perché sapevo che il mio visto non era più valido e che dovevo lasciare immediatamente il Paese. Ovviamente sono stata io a licenziarmi e a comprare il biglietto aereo, ma solo perché sapevo che legalmente avrei potuto avere dei problemi se non fossi partita”. 

“A essere sincera, quando mi sono trasferita in Russia per gli studi, ero piuttosto depressa - confessa Erica -. Forse non sarei sopravvissuta se non fosse stato per le persone fantastiche che ho incontrato. Ed è questo il motivo che mi ha spinto a tornare: le persone”. 

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