Sfuma, almeno per il momento, il sogno dei visti elettronici per la Russia. Il Ministero degli Affari Esteri ha infatti rinviato l’atteso inizio dei rilasci, nonostante fosse ormai tutto pronto. La decisione, annunciata sul sito del dipartimento consolare del Ministero degli Esteri, è stata presa alla luce della crisi pandemica da coronavirus, che non accenna a frenare la sua corsa.
Le ragioni dello stop, pare, sarebbero da ricercare nella salvaguardia della sicurezza nazionale e della salute dei cittadini, visto che il rischio contagi è ancora molto alto. Al momento, l’unico modo per utilizzare il servizio è previo rilascio di un permesso speciale da parte del governo russo.
I visti elettronici dovevano essere disponibili per i cittadini di 52 paesi, compresa l’Italia, a partire dal 1° gennaio 2021, secondo una legge approvata nel luglio dello scorso anno. I paesi coinvolti sono gli stessi che nel 2019 avevano ottenuto l’accesso ai visti elettronici validi per le regioni di Kaliningrad e San Pietroburgo (ad esclusione del Qatar, che da febbraio 2020 si affida a un accordo di transito con la Russia).
Il costo della richiesta per un viaggiatore adulto sarebbe stata di 50 dollari; gratis invece per i bambini al di sotto dei 6 anni, per i quali si sarebbero dovute pagare solo le tasse consolari.
L'elaborazione avrebbe richiesto solo quattro giorni e avrebbe potuto essere effettuata tramite il sito web del consolato o app. I visti elettronici avrebbero avuto una validità di 60 giorni dopo l’emissione e avrebbero consentito di permanere sul territorio russo per un massimo di 16 giorni.
All’inizio del 2021 il sistema sarebbe stato pronto per partire, ma l’inizio dei rilasci dipenderà dall’andamento futuro della pandemia, così come riporta l’agenzia Tass, che cita fonti del Ministero degli Esteri.
Attualmente, possono entrare in Russia solo i cittadini dei seguenti paesi: Tanzania, Turchia, Svizzera, Egitto, Maldive ed Emirati Arabi Uniti. In precedenza, l'ingresso era consentito anche ai cittadini del Regno Unito, ma la Russia ha congelato l'accordo fino al 1° febbraio 2021, a seguito della comparsa di un nuovo ceppo di Covid-19.
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email