I Paesi baltici (le tre repubbliche socialiste sovietiche Lituana, Lettone, ed Estone) venivano viste quasi come “l’estero” dai sovietici, e, visto che a quel tempo la Cortine di ferro era insormontabile per la stragrande maggioranza dei cittadini, i turisti dell’Urss si accontentavano di andare almeno lì. Jurmala, vicino a Riga, in Lettonia, era il posto preferito dai giovani, che erano disposti a far carte false per procurarsi una “putjovka”, ossia un voucher di soggiorno, per uno dei sanatori (una casa di cura in una località di vacanza) di Jurmala. Sì, il Mar Baltico è più freddo, per esempio, del Mar Nero, ma qui c’era di tutto: uno yacht club, hotel di lusso, festival musicali internazionali ed eventi sportivi, per non parlare di molti piacevoli caffè e ristoranti.
Quando i turisti sovietici arrivavano in questa antica città lituana sulle rive del Mar Baltico, si sentivano in un altro Paese. Un giardino botanico progettato da architetti paesaggisti francesi, una cattedrale cattolica neogotica, case tradizionali lituane li aspettavano nel centro della città di Palanga. La sera, ai vacanzieri piaceva passeggiare lungo le ampie dune di sabbia e guardare i tramonti sul molo, che si spinge in profondità nel mare.
“Ljalja? Non ci crederai! Il regista Jakin ha mollato quella sua racchia e oggi parto con lui per Gagra!”. Questa frase risuona nel film del 1973 “Ivan Vasilevich menjaet professiju” (“Ivan Vasilevich cambia mestiere”) e descrive l’entusiasmo di una ragazza sovietica a cui è stata promessa una vacanza estiva in Abcasia.
Questo resort sul Mar Nero (all’epoca chiamato Gagry) era soprannominato la “Monte Carlo sovietica”: vi riposavano gli alti papaveri del partito e l’élite culturale del Paese. Ma era possibile venire qui anche se si otteneva un voucher per un sanatorio dalla propria azienda, o come turista fai-da-te (in Unione Sovietica si indicava questo tipo di turista come “dikàr”; “selvaggio”).
Turgenev e Dostoevskij trascorrevano le loro estati alle terme tedesche di Baden-Baden. Il popolo sovietico aveva un’alternativa all’altezza: Truskavets, ai piedi dei Carpazi (Ucraina occidentale). Truskavets è famosa per la sua acqua minerale curativa, detta “Naftusja” (un nomignolo affettuoso che viene da “nafta”, perché l’acqua ha un odore molto particolare). Non esiste un’acqua simile da nessun’altra parte! E non si può esportarla: perde rapidamente le sue proprietà. Può essere bevuta solo sul posto con una tazza dallo speciale “naso”.
Truskavets ha ricevuto lo status di resort balneologico nel XIX secolo, quando queste terre facevano parte dell’Austria-Ungheria. Alcune delle ville e pensioni allora costruite sono sopravvissute fino ad oggi. Tuttavia, trasformate in sanatori sovietici.
La penisola di Crimea è sempre stata uno dei luoghi più interessanti del Paese: in primo luogo, a causa della straordinaria varietà della natura. In un’area relativamente piccola ci sono montagne e steppe e foreste e laghi con acqua salata. In secondo luogo, ci sono molte opzioni per l’alloggio: campeggi, motel, preventori, case private; insomma, ce n’è per tutti i gusti e per ogni budget. In terzo luogo, per il programma culturale: si può passeggiare tra fortezze medievali costruite dai genovesi, visitare i palazzi imperiali, assaggiare il vino Massandra, o semplicemente stare ad abbronzarsi sulla spiaggia. Le località più popolari situate sulla costa meridionale della Crimea sono Jalta, Alushta e Sudak.
Questo lago salato di montagna in Kirghizistan è uno dei misteri della natura: non ha neanche un solo emissario, ma ha ben 80 immissari, e quindi nel lago si accumulano sostanze minerali utili all’uomo. L’acqua non è potabile, ma il fango ha un effetto curativo sulle articolazioni e in epoca sovietica furono costruiti molti sanatori sulle sue rive. L’Issyk-Kul è circondato dalle valli del Tien Shan settentrionale, che proteggono il lago dai venti gelidi. Non si congela mai e, a seconda del tempo, cambia colore.
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La principale città di vacanza sul Mar Nero dell’Urss: qui andava in vacanza il più gran numero di persone. Sanatori, parchi con palme, centocinquanta chilometri di spiagge, un mare di divertimento per adulti e bambini. In una parola, un resort sovietico esemplare.
Qui riposavano tutti i romantici dell’Unione Sovietica! Durante il giorno, gite in kayak o in catamarano; la sera, canzoni accompagnate dalla chitarra accanto al fuoco, e tutto questo sulla riva del lago più profondo e incontaminato del mondo, con la notte da trascorrere in campeggio o in una tenda solitaria. Qui era possibile fare il bagno solo a metà luglio, poiché l’acqua è molto fredda.
Il villaggio turistico (in russo: kurortnyj posjokok) della valle del Dombaj, nel Caucaso, è uno dei primi dell’Urss. All’inizio degli anni Venti del Novecento, gli appassionati di alpinismo si innamorarono di questo posto. Il fatto è che qui era possibile dedicarsi a escursioni alpinistiche delle più varie complessità e lunghezze. Negli anni Sessanta, per la visita del presidente finlandese Urho Kekkonen, fu decisa la costruzione di una stazione sciistica modello. A proposito, gli architetti finlandesi negli anni Settanta regalarono a Dombaj un hotel a forma di disco volante. E la stessa città turistica è ancora oggi molto popolare sia tra gli sciatori che tra gli alpinisti.
Nel Territorio degli Altaj c’era una delle località di vacanza sovietiche più popolari: Belokurikha. La gente veniva qui per ringiovanirsi con le acque termali ricche di radon e respirare l’aria fresca di montagna. Nonostante si tratti della Siberia, il clima qui è piuttosto mite e quindi è possibile rilassarsi tutto l’anno.
Questo è un resort balneologico unico nel Territorio di Stavropol (Russia meridionale), dove la gente veniva per migliorare la propria salute da ogni parte dell’Unione Sovietica! Cinque piccole città: Pjatigorsk, Kislovodsk, Essentuki, Zheleznovodsk e Kumagorsk offrivano oltre un centinaio di sanatori di vari profili, dal trattamento generale a quelli specializzati nelle malattie della pelle. Inoltre, i sovietici venivano qui non solo per le acque minerali e i bagni di fango, ma anche per l’aria fina e la natura. A proposito, l’acqua minerale di queste fonti è ancora molto popolare in Russia.
Mare, sole e partite a scacchi: le vacanze estive dei cittadini sovietici
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