Questa tenuta viene menzionata per la prima volta in fonti scritte nel XVI secolo. Nel XVII secolo apparteneva al nobile (boiardo) Fjodor Sheremetev, l’uomo che alla fine del Periodo dei Torbidi, la grande crisi dinastica, con lotte intestine e invasione straniera che dilaniò la Russia dal 1598 al 1613, portò il primo zar della dinastia Romanov, Mikhail (Michele I di Russia), da un monastero di Kostroma a Mosca.
In seguito, Arkhangelskoe fu di proprietà di molte altre famose famiglie nobili. Per ordine del boiardo Odoevskij, nel 1667 fu costruito il suo più antico edificio sopravvissuto, la Chiesa dell’Arcangelo Michele, che diede il nome all’intera tenuta, Arkhangelskoe (“dell’Arcangelo”).
Nel 1703, la tenuta passò al principe Dmitrij Golitsyn, uno stretto collaboratore di Pietro il Grande. Venne quindi ereditata da suo figlio, e successivamente da suo nipote, Nikolaj Golitsyn, anche lui alto funzionario della Corte: sotto lo zar Paolo I era incaricato dell’organizzazione dell’intrattenimento. Nikolaj commissionò all’architetto francese Jacques Jacob Guerne la progettazione del “Palazzo del Capriccio”.
Nel 1790 furono costruite due terrazze con balaustre di marmo di fronte al palazzo, su progetto dell’architetto italiano Giacomo Trombara. Un altro architetto italiano, Giovanni Petondi, fu l’autore dell’ensemble del parco di fronte al Palazzo del Capriccio.
Il periodo più importante nella storia di Arkhangelskoe arrivò quando la tenuta divenne di proprietà di Nikolaj Jusupov. Antica famiglia principesca, gli Jusupov erano tra i più ricchi della Russia. Le loro origini risalgono a Jusuf-murza, comandante tataro-mongolo dell’Orda di Nogai, i cui figli in seguito passarono a servire Ivan il Terribile.
Nikolaj Jusupov acquistò Arkhangelskoe nel 1810 perché cercava un posto dove conservare la sua collezione di opere d’arte. Era noto per essere l’intermediario ogni volta che lo zar russo commissionava opere ad artisti europei.
Essendo uno dei mecenati più famosi delle arti della sua epoca, la collezione privata di Nikolaj conteneva autentici capolavori, tra cui una replica di “Amore e Psiche” di Antonio Canova.
Sotto Nikolaj, Arkhangelskoe divenne nota come la “Versailles di Mosca”, e proprio in quel periodo il palazzo e la tenuta acquisirono il loro aspetto distintivo di complesso architettonico unitario.
Con lo scoppio della Guerra patriottica del 1812, il principe Jusupov evacuò la sua collezione nella città di Astrakhan, oltre 1.400 chilometri a sud si Mosca. Ciò si rivelò una saggia decisione, perché la proprietà fu gravemente danneggiata dai soldati napoleonici, che saccheggiarono tutto ciò che potevano al momento della ritirata.
Ogni visita di un sovrano russo ad Arkhangelskoe è stata commemorata con una colonna e fino alla metà del XX secolo, cinque colonne simili erano presenti nella tenuta.
Prima di una visita imperiale nel 1817, in occasione delle celebrazioni per il quinto anniversario della vittoria su Napoleone, Nikolaj Jusupov decise di aprire un teatro, e così invitò l’architetto italiano Pietro di Gottardo Gonzaga a progettare l’edificio del teatro e le sue scenografie. Il risultato fu una struttura in legno su una base di pietra. Prende il nome dal suo architetto, e gli arredi e le scenografie originali del Gonzaga sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.
Dopo la morte di Nikolaj, la collezione d’arte di Arkhangelskoe continuò a crescere. Il compito di archiviarla e rimpinguarla venne assunto dalla moglie di suo figlio, Zinaida Jusupova, che era considerata una delle donne più belle e istruite della Russia imperiale.
La pronipote di Nikolaj, Zinaida Jusupova, iniziò la costruzione di un mausoleo della famiglia Jusupov, progettato dall’architetto Roman Klein. L’architetto lo immaginò come un portico neoclassico con un colonnato semicircolare. Tuttavia, a causa della Rivoluzione bolscevica del 1917, il mausoleo di famiglia degli Jusupov non fu mai completato.
Arkhangelskoe ricevette lo status di museo nel 1919. Anche gli edifici religiosi finirono sotto la protezione dello Stato, il che li salvò dalla completa distruzione da parte dei bolscevichi.
Inizialmente, l’obiettivo principale del museo era studiare la vita artistica dei servi della tenuta. Ma in contemporanea, il personale svolse ricerche più ampie, catalogando tutte le opere d’arte e le statue del parco.
Negli anni Trenta, venne costruito sul terreno della Tenuta di Arkhangelskoe un sanatorio per i militari, e questi due enormi edifici cambiarono la vista sulla valle del fiume Moscova.
Successivamente, gli edifici furono dati in uso al club sportivo del Cska Mosca, che istituì qui un centro di allenamento per i suoi giocatori di calcio e di hockey che rimase in funzione fino agli anni Novanta.
L’usadba: come era costruita la tipica tenuta russa, paradiso dei nobili
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